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mercoledì 25 novembre 2015

Il riassunto della stagione 2015: WEC

Probabilmente la FIA non si sarebbe aspettata, nel 2012, un così grande successo per la sua neonata serie chiamata World Endurance Championship. Era dal 1992 che non esisteva un campionato mondiale che mettesse insieme prototipi e GT in un calendario composto da gare di durata, e nel corso degli anni questa mancanza era stata a malapena rimpiazzata dalla crescente popolarità della 24 Ore di Le Mans, dietro a una sapiente opera di comunicazione e di marketing dell'ACO.

Eppure, eppure... sembra proprio che la passione per il WEC cresca sempre di più, anche in un paese insospettabile come l'Italia, tralasciando comunque il fatto che basterebbe una vittoria Ferrari in F1 per far girare di nuovo la testa a molti tifosi estemporanei. Al di là di queste guerre di quartiere inutili, c'è un fatto incontestabile che gli abituali appassionati di endurance riconosceranno. Nel WEC, attualmente, ci sono tutti gli elementi per una narrazione epica delle corse, con le grandi marche (Porsche, Audi, Toyota) che si sfidano nella miglior classe (la LMP1) grazie alle gesta di piloti di prestigio quali Mark Webber, André Lotterer, Lucas Di Grassi, Sebastien Buemi, Loic Duval - più o meno tutti con le stesse possibilità di vittoria.

© Nick Dungan

Escludendo Le Mans, che ha regole d'ingaggio diverse, nel WEC 2015 il parco partenti ha raggiunto una certa stabilità, con circa 30 vetture presenti a ogni appuntamento guidate da equipaggi per la maggioranza full time. Questa particolarità ha portato alla formazione di classifiche molto corte, evitando la parcellizzazione dei sedili che si vede talvolta in altri campionati. E inoltre è d'aiuto anche per il pubblico, così maggiormente in grado di riconoscere i propri beniamini e fidelizzare il proprio interesse. Non sarebbe male nemmeno differenziare le livree delle varie LMP1 - che sono dannatamente identiche - ma questo è un desiderio personale.

Con la campionessa uscente Toyota un po' in sordina sono state Audi e Porsche a combattere per la corona 2015, con numerose battaglie in pista che hanno entusiasmato. Il divario tra le due compagini tedesche è stato ridottissimo per tutta la stagione, ma a trionfare alla fine è stata la Porsche, grazie soprattutto alle quattro vittorie in fila (Nurburgring, Austin, Fuji, Shanghai) del trio Timo Bernhard/Brendon Hartley/Mark Webber. I campioni del mondo 2015 hanno però dovuto faticare non poco per portare a casa l'ambito riconoscimento, per via del rocambolesco round finale in Bahrain.

I vincitori: Hartley, Webber e Bernhard © John Rourke


Tra le dune del deserto la Porsche poi vincitrice della classifica assoluta ha subito numerose noie tecniche (al motore, soprattutto) che hanno quasi fatto pensare a un ritiro dalla gara; un'eventualità che avrebbe portato a una vittoria Audi nel campionato con Fassler/Lotterer/Treluyer. A salvare la leadership di Bernhard/Hartley/Webber (5° in gara) ci sono stati altri due eventi: i guai meccanici dell'Audi di Di Grassi/Duval/Jarvis finiti poi sesti e soprattutto la grande gara della vettura gemella di Dumas/Jani/Lieb vittoriosi sulla linea del traguardo dopo un bel duello tra Lieb e Treluyer. Se nella disfida avesse trionfato Treluyer, l'Audi avrebbe raccolto i punti necessari per chiudere il campionato in testa...

Fassler/Treluyer/Lotterer © John Rourke

La battaglia tra Porsche e Audi si è protratta per tutto il campionato, e anche nella 24 Ore di Le Mans è stata confermata l'incredibile vicinanza tecnica tra le due marche. Mentre Bamber/Hulkenberg/Tandy hanno festeggiato una meritata vittoria - una grande impresa, considerando anche la minor esperienza sul circuito francese - l'Audi ha infranto il record della pista per ben due volte, prima con Albuquerque e poi con Lotterer.




Nella classifica riservata alle vetture GT ha trionfato - con tre successi - Richard Lietz, alfiere del Team Manthey che in sostanza ha portato in pista delle Porsche semiufficiali (come l'AF Corse fa con la Ferrari). Per l'austriaco è il primo titolo WEC che va a impreziosire una carriera di alto livello, avendo lui già vinto a Le Mans per tre volte (sempre con le GT). Per l'AF Corse le soddisfazioni maggiori sono arrivate dagli affiatatissimi Bruni/Vilander, vincitori a Silverstone e al Fuji, e da Rigon/Calado/Beretta, secondi a Le Mans dietro la scatenata Chevrolette Corvette di Gavin/Milner/Taylor. Anche l'Aston Martin ha potuto festeggiare una vittoria grazie alla prestazione di MacDowall/Rees/Stanaway nella 6 ore di Spa.

La LMP2 è stata conquistata dalla G-Drive Racing n°26 di Bird/Canal/Rusinov. Il trio, per altro ben assortito, ha vinto in 4 appuntamenti ma ha concluso la gara più importante - Le Mans, chiaramente - solo al terzo posto, dietro al team KCMG con base a Hong Kong (piloti Bradley, Howson e Lapierre, quest'ultimo finalmente vincitore in una gara nella quale aveva sempre sognato di trionfare).

La Ligier G-Drive di Bird, Canal e Rusinov © John Rourke

Nella LMGTE AM è arrivato l'unico successo un po' italiano nel WEC, grazie ad Andrea Bertolini e alla "sua" Ferrari 458 Italia. Il pilota nato a Sassuolo ha accompagnato alla vittoria la SMP Racing e i compagni Aleksey Basov e Viktor Shaitar. Un team che si può definire a tutti gli effetti italo-russo! Le tre vittorie ottenute, compresa la classica di Le Mans, sono state fondamentali per la classifica. Che sarebbe potuta essere diversa se Paul Dalla Lana, pilota canadese che veleggia tra gli status silver e bronze della FIA (e quindi eleggibile per la categoria AM), non avesse distrutto la propria Aston Martin mentre era in testa alla 24 Ore di Le Mans, per giunta a soli 45 minuti dalla bandiera a scacchi.


Dalla Lana, Lamy e Mathias Lauda hanno vinto in tre occasioni e concluso altrettante volte al secondo posto nella propria classe, precedendo per ben 5 volte l'equipaggio della SMP Racing alla fine vincitore. Mi piace pensare che il trio possa considerarsi, nel profondo dell'animo, altrettanto campione.

Vanno spese delle parole anche per Patrick Dempsey. La sua carriera da attore si è notevolmente ridotta per fare spazio a un'attività non altrettanto redditizia ma decisamente soddisfacente: le corse di alto livello. Ottima scelta: quest'anno è arrivato il primo adrenalinico podio a Le Mans (2° nella LMGTE AM) e la prima vittoria (al Fuji). La trasformazione da McDreamy a McSpeedy è quasi completa...

Patrick Dempsey © Nick Dungan


Classifica Piloti - primi 10 (tra parentesi il numero di vittorie):
Timo Bernhard/Brendon Hartley/Mark Webber (GER/NZL/AUS - Porsche) 166 (4)
Marcel Fassler/André Lotterer/Benoit Tréluyer (SWI/GER/FRA - Audi) 161 (2)
Romain Dumas/Neel Jani/Marc Lieb (FRA/SWI/GER - Porsche) 138.5 (1)
Lucas Di Grassi/Loic Duval/Oliver Jarvis (BRA/FRA/GBR - Audi) 99
Sebastien Buemi/Anthony Davidson (SWI/GBR - Toyota) 79
Mike Conway/Stéphane Sarrazin/Alex Wurz (GBR/FRA/AUT) 79
Kazuki Nakajima (JAP - Toyota) 75
Nick Tandy (GBR - Porsche & KCMG) 70.5
Earl Bamber/Nico Hulkenberg (NZL/GER - Porsche) 58
Sam Bird/Julien Canal/Roman Rusinov (GBR/FRA/RUS - G-Drive) 33.5
* a punti anche Bonanomi (Audi)

Classifica GT - primi 10 (tra parentesi il numero di vittorie di classe):
Richard Lietz (AUT - Porsche/Manthey) 145 (3)
Gianmaria Bruni/Toni Vilander (ITA/FIN - Ferrari/AF Corse) 131.5 (2)
Michael Christensen (DAN - Porsche/Manthey) 127 (3)
James Calado/Davide Rigon (GBR/ITA - Ferrari/AF Corse) 123
Frédéric Makoviecki (FRA - Porsche/Manthey) 118 (1)
Patrick Pilet (FRA - Porsche/Manthey) 100 (1)
Alex MacDowall/Fernando Rees (GBR/BRA - Aston Martin) 84 (1)
Christoffer Nygaard/Marco Sorensen (DEN/DEN - Aston Martin) 81
Richie Stanaway (NZL - Aston Martin) 78
Darren Turner (GBR - Aston Martin) 67
* a punti anche Bertolini (Ferrari), Fisichella (Ferrari), Cressoni (Ferrari), Gianmaria (Ferrari), Castellacci (Aston Martin), Roda (Chevrolet), Ruberti (Chevrolet), Mapelli (Porsche)

Classifica LMP1 - Privati (tra parentesi il numero di vittorie di classe):
Mathias Beche/Nicolas Prost (SWI/FRA - Rebellion) 134 (2)
Alexandre Imperatori/Dominik Kraihamer (SWI/AUT - Rebellion) 108 (2)
Pierre Kaffer/Simon Trummer (GER/SWI - ByKolles) 104 (2)
Daniel Abt (GER - Rebellion) 83 (1)
Nick Heidfeld (GER - Rebellion) 69
Matheo Tuscher (SWI - Rebellion) 25 (1)

Classifica LMP2 - primi 10 (tra parentesi il numero di vittorie di classe):
Sam Bird/Julien Canal/Roman Rusinov (GBR/FRA/RUS - G-Drive) 178 (4)
Richard Bradley/Matthew Howson (GBR/GBR - KCMG) 155 (2)
Pipo Derani/Ricardo Gonzalez/Hustavo Yacaman (BRA/MEX/COL - G-Drive) 134 (1)
Paul-Loup Chatin/Nelson Panciatici (FRA/FRA - Signatech) 86 (1)
Nicolas Lapierre (FRA - KCMG) 84 (1)
Nick Tandy (GBR - KCMG) 71 (1)
Pierre Ragues/Oliver Webb (FRA/GBR - SARD Morand) 70
Jonny Kane/Nick Leventis/Danny Watts (GBR/GBR/GBR - Strakka) 63
Ryan Dalziel/David Heinemeir Hansson/Scott Sharp (GBR/DEN/USA - Extreme Speed) 62
Ed Brown/Jon Fogarty (USA/USA - Extreme Speed) 62

Classifica LMGTE AM - primi 10 (tra parentesi il numero di vittorie di classe):
Aleksey Basov/Andrea Bertolini/Viktor Shaitar (RUS/ITA/RUS - Ferrari/SMP) 165 (3)
Emmanuel Collard/Francois Perrodo (FRA/FRA - Ferrari/AF Corse) 148 (1)
Paul Dalla Lana/Pedro Lamy/Mathias Lauda (CAN/POR/AUT - Aston Martin) 144 (3)
Rui Aguas (POR - Ferrari/AF Corse) 136 (1)
Patrick Long/Marco Seefried (USA/GER - Porsche/Dempsey) 131 (1)
Patrick Dempsey (USA - Porsche/Dempsey) 116 (1)
Khaled Al Qubaisi (EAU - Porsche/Abu Dhabi) 82
Christian Ried (GER - Porsche/Abu Dhabi & Dempsey) 79
Francesco Castellacci/Stuart Hall (ITA/GBR - Aston Martin) 54
Gianluca Roda/Paolo Ruberti (ITA/ITA - Chevrolet/Larbre) 52
* a punti anche Cressoni (Ferrari), Gianmaria (Ferrari), Mapelli (Porsche)

giovedì 11 dicembre 2014

Il riassunto della stagione 2014: Super GT

La nuova era del campionato giapponese Super GT è cominciata quest'anno. Le vetture della classe GT500 hanno infatti aderito ai nuovi regolamenti tecnici che le equiparano alle macchine del DTM, nell'ambito di un avvicinamento che in futuro potrebbe portare a scambi fruttuosi tra le due categorie.

La classe GT300, originariamente creata per dare spazio a realtà più locali, è invece diventata una categoria irripetibile, visto che corrono assieme le GT3 europee più performanti (BMW Z4, Mercedes SLS, Lamborghini Gallardo) e alcune locali inaspettate come la Subaru BRZ e la Toyota Prius. Proprio la Prius è un miracolo tutto nipponico, visto la trasformazione da macchinina per star di Hollywood attente all'ambiente a una irriconoscibile e aggressiva auto da corsa (comunque ibrida) con un V8 3.4 litri la cui potenza è tagliata per rientrare nei termini per l'omologazione.

La Toyota Prius (!!) GT300 di Nitta/Saga/Nakayama

Il calendario della serie è stato articolato in 8 appuntamenti. La gara corsa in Thailandia, sul circuito di Buriram, è stata l'unica non in territorio giapponese. I due appuntamenti di riferimento sono stati la Fuji GT 1 a maggio (500 km) e la 1000 km di Suzuka, mentre le altre gare sono state sulla distanza di 300 km.

Il campionato delle GT500 è stata una sfida... all'italiana. Quintarelli, sulla Nissan GT-R in compagnia di Tsugio Matsuda, e Caldarelli, alla guida di una Lexus RC F insieme a Daisuke Ito, si sono dati battaglia per tutta la stagione finendo divisi solamente da due punti. Inizialmente era stato l'equipaggio con Caldarelli a prendere il largo in classifica, ma nei due round del Fuji GT 2 e di Suzuka aveva dovuto passare la mano a Quintarelli. Nella penultima gara in Thailandia un altro ribaltamento della situazione, con Caldarelli/Ito 4° e Quintarelli/Matsuda solo 10°: alla vigilia dell'ultimo appuntamento, il distacco a favore di Caldarelli/Ito era quindi di soli 3 punti.

Matsuda e Quintarelli

La vittoria magistrale di Quintarelli/Matsuda a Motegi ha fatto guadagnare ai due i punti necessari per trionfare nel campionato. Il pilota veronese ha così conquistato la sua terza corona nel Super GT.

Caldarelli, nonostante abbia colto risultati in modo più regolare rispetto a Quintarelli, ha vinto una volta in meno; una differenza minima che però ha pesato tantissimo. In famiglia è stato però il migliore, essendo lui il cognato di Vitantonio Liuzzi, esordiente nella serie quest'anno. Vitantonio ha colto un ottimo 4° posto a Suzuka in compagnia dell'ex Indycar Kosuke Matsuura, ma nel resto della stagione la sua Honda NSX non ha mai oltrepassato il traguardo nella top 5.

Caldarelli e Ito

La 1000 km di Suzuka è stata vinta da Kazuki Nakajima e James Rossiter, decisamente tra i migliori sul giro secco ma in questo caso grandi protagonisti anche sulla distanza. La presenza di questi due grandi piloti, con la loro esperienza in F1, ha dato ancor più lustro a una GT500 davvero colma di manici parecchio conosciuti dentro e fuori il giappone. Hanno corso infatti anche Joao Paulo De Oliveira, Hirate, lo specialista delle GT Makowiecki, Krumm, Motoyama, Jarvis, Mutoh, Baguette, Izawa, Sekiguchi e Vernay.

Le tre marche che hanno partecipato alla GT500 del 2014: Lexus, Honda, Nissan

Ecco la classifica finale della GT500:
Tsugio Matsuda/Ronnie Quintarelli (JAP/ITA - Nissan GT-R) 81
Andrea Caldarelli/Daisuke Ito (ITA/JAP - Lexus RC F) 79
James Rossiter (UK - Lexus RC F) 68
Naoki Yamamoto (JAP - Honda NSX-GT) 64
Kazuki Nakajima (JAP - Lexus RC F) 60
João Paulo de Oliveira/Hironobu Yasuda (BRA/JAP - Nissan GT-R) 60
Yuji Kunimoto/Kazuya Oshima (JAP/JAP - Lexus RC F) 44
Kohei Hirate/Yuji Tachikawa (JAP/JAP - Lexus RC F) 43
Frédéric Makowiecki (FRA - Honda NSX-GT) 42
Michael Krumm/Daiki Sasaki (GER/JAP - Nissan GT-R) 35
Satoshi Motoyama/Masataka Yanagida (JAP/JAP - Nissan GT-R) 31
Toshihiro Kaneishi/Koudai Tsukakoshi (JAP/JAP - Honda NSX-GT) 24
Hiroaki Ishiura/Oliver Jarvis (JAP/UK - Lexus RC F) 24
Takashi Kogure/Hideki Mutoh (JAP/JAP - Honda NSX-GT) 23
Yuhi Sekiguchi/Juichi Wakisaka (JAP/JAP - Lexus RC F) 17
Vitantonio Liuzzi/Kosuke Matsuura (ITA/JAP - Honda NSX-GT) 14
Bertrand Baguette/Daisuke Nakajima (BEL/JAP - Honda NSX-GT) 12
Takuya Izawa (JAP - Honda NSX-GT) 11
Jean-Karl Vernay (FRA - Honda NSX-GT) 11
Ryo Hirakawa (JAP - Lexus RC F) 8

Nella GT300 il campionato si è concluso con un incredibile pari merito. A quota 78 punti sono arrivati infatti sia la coppia Kataoka/Taniguchi (BMW) sia Hiranaka/Wirdheim (Mercedes). Kataoka e Taniguchi hanno però vinto due gare (le prime in calendario, Okayama e Fuji), rendendo vane le migliori prestazioni complessive di Hiranaka e Wirdheim. Wirdheim, dopo aver vinto la F3000 nel 2003, aveva seguito le lontane sirene della F1, sperando in un approdo veloce. Come Ulisse, invece, ha vagato per il mondo alla ricerca di una stabilità poi trovata in Giappone. Da due anni arriva secondo nel Super GT, e
continua a dimostrare di essere uno dei piloti più veloci in circolazione.

La Mercedes SLS si Hiranaka e Wirdheim

Taniguchi ha invece un background piuttosto differente, essendo lui anche un drifter professionista. Nobuteru ha infatti vinto il prestigioso campionato D1 giapponese nel 2001, prima di passare quasi a tempo pieno alle corse automobilistiche "classiche".

La Z4 di Taniguchi e Kataoka

I terzi classificati sono due ex superstar di Le Mans, Ara e Jorg Muller. Ara ha vinto la classica francese nel 2004, mentre Jorg arrivò secondo nel lontano 1998. I due hanno preceduto la coppia Nissan Hoshino/Ordonez. Kazuki Hoshino è figlio di Kazuyoshi Hoshino, il quale disputò due gran premi di F1 nel biennio 1976-77; Ordonez è invece il primo vincitore della GT Academy. Era il 2008 e Lucas fu premiato insieme al tedesco Lars Schlömer (poi sparito dalla circolazione). Dopo due podi di classe a Le Mans, il pilota ufficiale Nissan ha deciso di continuare la propria carriera in Giappone.

Lucas Ordonez e Kazuki Hoshino hanno guidato questa Nissan durante il 2014

Tra le marche, sono da segnalare la vittoria a sugo della Lamborghini Gallardo GT3, grazie all'equipaggio Aoki/Orido, e anche il successo della Suburu BRZ di Iguchi/Sasaki alla seconda gara disputata al Fuji durante il mese di agosto.

La Subaru BRZ di Iguchi/Sasaki

Ecco i primi 20 classificati nel trofeo GT300:
Tatsuya Kataoka/Nobuteru Taniguchi (JAP/JAP - BMW Z4 GT3) 78
Katsuyuki Hiranaka/Björn Wirdheim (JAP/SVE - Mercedes SLS AMG GT3) 78
Seiji Ara/Jörg Müller (JAP/GER - BMW Z4 GT3) 62
Kazuki Hoshino/Lucas Ordóñez (JAP/SPA - Nissan GT-R GT3) 48
Takuto Iguchi/Kota Sasaki (JAP/JAP - Subaru BRZ) 44
Hiroki Yoshimoto/Akira Iida (JAP - BMW Z4 GT3) 44
Morio Nitta/Koki Saga (JAP/JAP - Toyota Prius) 43
Haruki Kurosawa (JAP - Mercedes SLS AMG GT3) 33
Yuhki Nakayama/Tomoki Nojiri (JAP/JAP - Honda CR-Z) 26
Takashi Kobayashi/Shinichi Takagi (JAP/JAP - Honda CR-Z) 25
Shinya Hosokawa/Koji Yamanishi (JAP/JAP - Lamborghini Gallardo GT3) 25
Tsubasa Kurosawa (JAP - Lamborghini Gallardo GT3) 22
Tomonobu Fujii/Richard Lyons (JAP/UK - Audi R8 LMS Ultra) 22
Takayuki Aoki/Manabu Orido (JAP/JAP - Lamborghini Gallardo GT3) 20
Masayuki Ueda/Hideki Yamauchi (JAP/JAP - Mercedes SLS AMG GT3) 18
Yuichi Nakayama (JAP - Toyota Prius) 18
Masaki Kano (JAP - Aston Martin V12 Vantage GT3) 17
Augusto Farfus (BRA - BMW Z4 GT3) 13
Hideto Yasuoka (JAP - Aston Martin V12 Vantage GT3) 12
Shogo Mitsuyama/Naoki Yokomizo (JAP/JAP - Nissan GT-R GT3) 10


Gli altri riassunti della stagione 2014 by Piloti e Motori:
WEC - WTCC - WRC - World RX - GP2 - GP3 - Auto GP/FA1 - Super Formula - F3 European Championship - Euroformula Open - DTM - BTCC - V8 Supercars - Euro V8 - Stock Car Brasil - Turismo Carretera - Nascar Sprint Cup - Nascar Nationwide Series - Nascar Camping World Truck Series - Nascar Whelen Euro Series - F.Renault 3.5 (WSR) - F.Renault 2.0 Eurocup - F.Renault 2.0 NEC - F.Renault 2.0 Alps - F.Renault 2.0 UK - United Sportscar Championship (USC) - ELMS - Asian Le Mans Series - Blancpain Endurance Series - Blancpain GT Sprint - International GT Open - Indycar - Indy Lights - Pro Mazda - US F2000 - Mobil 1 Porsche Supercup - Super Trofeo Lamborghini Europe - Trofeo Maserati - Eurocup Clio - European Rally Championship (ERC) - African Rally Championship (ARC) - Middle East Rally Championship (MERC) - Asia-Pacific Rally Championship (APRC) - Codasur South America Rally Championship - North America and Central America Rally Championship (NACAM) - CIVM - CITE - Campionato Italiano Prototipi - Campionato Italiano Rally - F4 Italia - Carrera Cup Italia - Lotus Cup Italia - Clio Cup Italia - Green Hybrid Cup

sabato 6 dicembre 2014

Il riassunto della stagione 2014: Super Formula

Ora si chiama Super Formula, ma dietro questo nome piuttosto altisonante c'è tutta la gloriosa storia della Formula Nippon. Una serie nata prima come una sorta di F2 nazionale, poi passata ai telai da F3000 e infine diventata un mondo a parte con auto ad hoc. L'ambizione è sempre stata quella di avere un campionato che fosse sempre un livello sottostante la F1, una particolarità che ha sempre attratto i piloti europei e sudamericani che volevano misurarsi con monoposto competitive. Molti di loro, grazie a questa vetrina, sono arrivati in F1: Pirro, Barilla, Apicella, Barbazza, Irvine, Salo, Ratzenberger, Frentzen, Ralf Schumacher, Norberto Fontana, De La Rosa, Firman, Tuero.

Anche Michael Schumacher aveva corso in F.Nippon: nel 1991 arrivò secondo sulla pista di Sugo dietro a Ross Cheever, fratello di Eddy. Mentre il re di Le Mans Tom Kristensen riuscì a vincere una gara al Mine Circuit.

Schumacher con il compagno di squadra Herbert ai tempi della F3000 giapponese (1991)

Dopo il momento più basso, raggiunto nel 2009 con sole 13 auto in pista, il campionato si è ripreso bene. Nel 2014 è stata la onnipresente Dallara a costruire i telai delle Super Formula, partendo da una visibilissima base GP2 (all'anteriore quasi non si distinguono) mentre sul posteriore è stata presentata una linea leggermente più creativa. A differenza della GP2, però, la Super Formula corre con due motorizzazioni: Honda e Toyota.

La Dallara Super Formula di Karthikeyan (Lenovo Team Impul)

19-20 auto in pista in tutte le gare sono un buon segno, considerando che è un campionato nazionale. Come sempre, infatti, la maggioranza dei piloti è autoctono, e proprio uno di questi ha vinto il titolo. Si tratta di Kazuki Nakajima, l'ex pilota di F1 e attuale pilota Toyota nel WEC. Per lui si tratta del secondo titolo nella serie, anche questo ottenuto con il Petronas Team TOM'S. In famiglia, tuttavia, ha una scomoda pietra di paragone: il padre Satoru, 5 volte campione. Anche il fratello minore di Kazuki, Daisuke, corre da anni qui, per altro nel team del padre.

Daisuke e Kazuki Nakajima

La pattuglia dei piloti non giapponesi è di ottimo livello. Il brasiliano Joao Paulo de Oliveira (campione nel 2010) è arrivato secondo, precedendo i piloti WEC Lotterer e Duval. L'inglese James Rossiter si è classificato 6°, mentre Il nostro Andrea Caldarelli (12°) ha corso solo due gare, conquistando per altro un podio. L'ex duo HRT Karthikeyan-Liuzzi ha deluso: l'indiano si è piazzato 13°, mentre Vitantonio ha brillato ancora meno: 16°.

Andrea Caldarelli (Petronas Team TOM'S)

Tra i giapponesi, il pilota che è cresciuto di più è senz'altro Ryo Hirakawa. Nato a Kure nel 1994, Ryo ha stupito tutti nel 2012, vincendo sia il campionato di F3 locale, sia la Porsche Carrera Cup nipponica. nel 2013 ha debuttato in Super Formula realizzando due giri veloci. Il piazzamento finale di quest'anno, ottavo, non è decisivo per valutare la sua crescita, ma bensì il secondo posto ottenuto al Fuji e le doti velocistiche mostrate nell'arco di tutta la stagione.

Ryo Hirakawa (Kygnus Sunoco Team LeMans)

Dal punto di vista dei motori, Toyota ha surclassato Honda, lasciando solo le briciole. Honda, infatti, ha vinto una sola volta con Nojiri (a Sugo), mentre Toyota ha occupato le prime 8 posizioni in classifica.

Ecco la classifica finale (tra parentesi il numero di vittorie):
Kazuki Nakajima (JAP) 46 (2)
João Paulo de Oliveira (BRA) 39.5 (3)
André Lotterer (GER) 34.5 (2)
Loïc Duval (FRA) 29.5 (1)
Hiroaki Ishiura (JAP) 26
James Rossiter  (UK) 22
Yuji Kunimoto (JAP) 19.5
Ryō Hirakawa (JAP) 16.5
Naoki Yamamoto (JAP) 14.5
Tomoki Nojiri (JAP) 10 (1)
Koudai Tsukakoshi (JAP) 8.5
Andrea Caldarelli (ITA) 7
Narain Karthikeyan (IND) 5
Daisuke Nakajima (JAP) 4
Hideki Mutoh (JAP) 4
Vitantonio Liuzzi (ITA) 1.5


Gli altri riassunti della stagione 2014 by Piloti e Motori:
WEC - WTCC - WRC - World RX - GP2 - GP3 - Auto GP/FA1 - F3 European Championship - Euroformula Open - DTM - BTCC - V8 Supercars - Euro V8 - Super GT - Stock Car Brasil - Turismo Carretera - Nascar Sprint Cup - Nascar Nationwide Series - Nascar Camping World Truck Series - Nascar Whelen Euro Series - F.Renault 3.5 (WSR) - F.Renault 2.0 Eurocup - F.Renault 2.0 NEC - F.Renault 2.0 Alps - F.Renault 2.0 UK - United Sportscar Championship (USC) - ELMS - Asian Le Mans Series - Blancpain Endurance Series - Blancpain GT Sprint - International GT Open - Indycar - Indy Lights - Pro Mazda - US F2000 - Mobil 1 Porsche Supercup - Super Trofeo Lamborghini Europe - Trofeo Maserati - Eurocup Clio - European Rally Championship (ERC) - African Rally Championship (ARC) - Middle East Rally Championship (MERC) - Asia-Pacific Rally Championship (APRC) - Codasur South America Rally Championship - North America and Central America Rally Championship (NACAM) - CIVM - CITE - Campionato Italiano Prototipi - Campionato Italiano Rally - F4 Italia - Carrera Cup Italia - Lotus Cup Italia - Clio Cup Italia - Green Hybrid Cup

venerdì 5 dicembre 2014

Il riassunto della stagione 2014: WEC

C'è profumo di rivincita nell'aria, per chi ama l'endurance. Il 2015 sarà un'annata fondamentale per il WEC - alias World Endurance Championship - perché avrà tutte le carte in regola per diventare uno dei campionati più combattuti di sempre. Gli organizzatori, FIA e ACO, dovranno definitivamente far saltare il banco per ricreare, finalmente, le stesse epiche condizioni che a cavallo degli anni '60-'70 avevano fatto sì che l'endurance attirasse più attenzione della F1.

Nel 2015 avremo infatti due Audi, due Toyota, due Porsche e due Nissan LMP1 pronte a darsi battaglia per conquistare il campionato, con l'aggiunta probabile di una Audi e sicura di una Porsche per la 24 Ore di Le Mans. I migliori piloti al mondo cominciano a guardare alla serie non più come a un ripiego ma come a un'alternativa alla F1. Lotterer, che nel 2014 ha guidato la Caterham F1 e la Audi R18 e-tron quattro, ha fatto sapere a tutti che l'Audi è decisamente più divertente da guidare, e per certi versi, anche più performante. Oddio, era la Caterham, e non la Mercedes. Ma fa comunque pensare...

Lotterer, Fassler, Treluyer nel loro cortile di casa: Le Mans...

La stagione appena conclusa (con il botto, visto la gran legnata che hanno preso Webber e Cressoni nelle ultime battute della 6 ore di Interlagos) ha dimostrato che, comunque vada, c'è tanto lavoro da fare per raggiungere la F1. Il numero di partecipanti, sempre superiore alle 25 unità, è buono, ma superabile: nella LMP2 sono state solo 4 le vetture iscritte, decisamente poco visto che nell'ELMS la griglia era di tutt'altra consistenza. Se verranno confermate le LMP1 prima descritte, potrebbe esserci lo spazio per una griglia di 40 unità, considerando almeno 10 vetture per categoria: è un obiettivo assolutamente fattibile.

Il matrimonio tra Hulkenberg e Porsche è stato sorprendente. Altri piloti di F1 sarebbero interessati a correre a Le Mans, Nico potrebbe essere solamente il primo di una bella lista

La LMP1-H, classe regina, è andata alla Toyota con 5 vittorie su 8 appuntamenti. La casa nipponica ha però mancato la vittoria a Le Mans, andata all'Audi dopo una tiratissima battaglia. La Porsche è in crescita e a Interlagos, ultima gara annuale, ha centrato la sua prima vittoria nell'anno del debutto. Nella LMP1-L, classe che comprende le LMP1 non dotate di una motorizzazione ibrida, il solo Rebellion (con le Lola-Toyota) ha corso tutta la stagione.

Il titolo piloti è andato alla coppia Toyota Davidson-Buemi, due ex F1 che hanno trovato l'eldorado fuori dal Circus. Soprattutto Buemi ha potuto tappare la bocca a chi pensava di avere a che fare solo con uno scarto dello Junior Team Red Bull. I due hanno vinto 4 gare, con l'aiuto di Nicolas Lapierre per le sole vittorie di Silverstone e Spa. Il trio delle meraviglie Audi, ovvero Lotterer-Treluyer-Fassler, ha portato a casa il trofeo di Le Mans e la gara di Austin, ma nel resto della stagione non ha in realtà convinto del tutto.

I campioni, Davidson e Buemi. Non bellissimi, ma piuttosto veloci...

Dietro di loro, ecco l'equipaggio Porsche Lieb-Dumas-Jani, che nelle ultime 4 gare ha davvero scalato la classifica: 4° al Fuji, 3° a Shanghai, 2° in Bahrain, 1° a Interlagos. A pari punti con loro si sono classificati i portacolori dell'Audi Di Grassi e Kristensen. Per il danese questa è stata l'ultima stagione; una carriera spettacolare con ben 9 successi a Le Mans! Buona la prima stagione per Mark Webber sull'altra Porsche, con tre podi all'attivo, mentre Kazuki Nakajima si è tolto anche lui qualche sassolino dalla scarpa cogliendo tre 2° posti.

La F1 spesso non rende giustizia alle doti velocistiche dei piloti, come dimostrato da Kazuki Nakajima.
Il pilota giapponese è stato velocissimo per tutta la stagione.


In LMP2 la griglia è stata piuttosto ristretta per tutto l'anno. Sono stati decisivi i ritiri, e a vincere infatti è stato l'unico pilota a ritirarsi solo una volta, ovvero il russo Sergey Zlobin del team connazionale SMP Racing (Oreca-Nissan). Il russo ha vinto una sola gara (Le Mans, insieme a Ladygin e Mika Salo), ma è salito sul podio altre cinque volte. Destino beffardo per il G-Drive Racing di Pla, Canal e Rusinov: 4 vittorie e due 3° posti non sono bastati per conquistare il titolo. Stesso discorso per il KMCG di Howson e Bradley, vincitore di tre gare (con l'aiuto di Imperatori e Matsuda). La categoria, quasi un campionato russo più che mondiale, ha bisogno di nuovi competitor per tornare davvero entusiasmante.

Sergey Zlobin, Anton Ladygin e Mika Salo, vincitori a Le Mans nella LMP2

Nella LMGTE Pro, dove corrono piloti professionisti con le GT più performanti, è stata la AF Corse a dettare il ritmo, grazie alla super coppia Bruni-Vilander. Ormai non ci sono più parole per descrivere l'enorme bravura di questi due piloti, affiatati e poco inclini agli errori. Bruni è considerato nell'ambiente come uno dei migliori piloti in assoluto, e anche quest'anno ha dimostrato di meritare queste attenzioni: insieme al compagno finlandese ha vinto a Spa, a Le Mans (terzo pilota Fisichella), al Fuji e in Bahrain. Dietro di loro altri specialisti: Makowiecki, Lietz e Pilet, in forza al Team Manthey (Porsche) vincitore di due gare; Stefan Mucke e Darren Turner, piloti ufficiali Aston Martin (mattatori nelle americhe, con le vittorie di Austin e Interlagos). I successi di Bruni e Vilander sono stati decisivi per la conquista del titolo costruttori GT da parte di Ferrari, davanti a Porsche e Aston Martin.

La Ferrari n°51 di Bruni-Vilander

Nella LMGTE Am il campionato è stato un assolo del team Aston Martin, con 7 vittorie totali. Lamy, Nygaard e Dalla Lana si sono aggiudicati tre gare, una in più invece per il trio danese Thiim, Poulsen e David Heinemeier Hansson, un programmatore informatico di primissimo livello! Solo Spa non è stata conquistata dalle Aston, per via della vittoria AF Corse di Cioci-Venturi-Perez Companc.

Pedro Lamy e il suo inconfondibile casco
Per finire, una parola sugli italiani del WEC. Oltre ai già citati Bruni e Fisichella, il team AF Corse ha portato in pista anche Rigon (vincitore del premio "rivelazione dell'anno"), Gianmaria, Casè, Cioci, Venturi, Pier Guidi, Rugolo e Bertolini. Hanno corso con delle 458 Italia anche Federico Leo, Gianluca Roda, Paolo Ruberti e Matteo Cressoni. In LMP2 la SMP Racing ha schierato Maurizio Mediani, mentre nella LMP1 Andrea Belicchi ha corso per il 5° anno consecutivo nel Rebellion Racing. Apparizione anche per Marco Bonanomi a Spa e a Le Mans, con buone prestazioni. La speranza è che Audi possa promuoverlo presto in uno dei due equipaggi a tempo pieno nel WEC, chiudendo quel vuoto lasciato da Emanuele Pirro e Dindo Capello.

Per tutte le classifiche, ecco qui il link.

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