venerdì 30 ottobre 2015

Il riassunto della stagione 2015: FIA Euro F3

Un pazzo, pazzo, pazzo campionato. In questa frase è riassunta tutta la stagione del FIA European F3 Championship, serie altresì riconosciuta come Euro F3.

Si tratta di un campionato tra i più completi d'Europa, capace di ospitare oltre 30 vetture in griglia ad ogni occasione e in grado di mettere a disposizione oltre 33 trofei per il vincitore, essendoci 11 appuntamenti da 3 gare ciascuno. Inoltre c'è la presenza di un parco partenti di buon livello, in rappresentanza di team di spessore. Tutto sembra perfetto. Eppure, in questo 2015, il campionato è stato in alcuni momenti una roulette russa.



Il punto di non ritorno è stato raggiunto a Monza, quando i commissari - spaventati per quanto accadeva in pista e fuori pista - decisero di interrompere la seconda gara per le troppe scorrettezze. Non solo: anche la gara 3, fatta partire sotto osservazione e con una tolleranza al massimo di due episodi, venne interrotta per l'incapacità dei piloti di partecipare in modo sano alla competizione.

Del resto, chi non avrebbe alzato almeno un sopracciglio osservando quelle gare? I commissari cosa avrebbero potuto fare di diverso, vista l'enorme quantità di bussate in pieno rettilineo, di capottamenti, di tagli di chicane, di incontrollato utilizzo della pista oltre ogni ragionevole limite, di sorpassi azzardati e di detriti sparsi ovunque?


Una penalità giusta. E l'interruzione immediata della gara è servita per mandare un messaggio: non si tratta di un videogioco o di un libro: l'incidente grave è in agguato e il motorsport è una cosa seria. Lance Stroll, uno dei peggiori di quel giorno, ha infatti rischiato la pelle con un crash alquanto evitabile e stupido.



Monza e Spa, in questo senso, sono stati i peggiori weekend in assoluto. Fortunatamente, però, l'azione in pista - quella corretta e degna di applausi - non è mancata nel resto della stagione. Felix Rosenqvist, svedese classe '91, ha vinto il campionato alla sua quarta stagione grazie a un formidabile finale con 6 vittorie nelle ultime 9 gare. Un vero specialista della serie che probabilmente cambierà aria nel 2016, sperando che Mercedes continui a fornirgli il supporto che merita. Il pilota ha tutte le carte in regola per avere successo in qualsiasi serie nella quale approderà.

Felix Rosenqvist

Come del resto ha le carte in regola anche il nostro Antonio Giovinazzi. Il pugliese è un talento davvero importante per il nostro panorama giovanile e quest'anno lo ha dimostrato ampiamente, con il secondo posto finale in campionato grazie a 6 vittorie. Oltre a questi risultati Giovinazzi ha vinto anche il Masters F3 a Zandvoort (gara non valevole per il campionato) e ha debuttato nel DTM (con Audi). Se nel mondo del motorsport ci fosse un po' più di giustizia - economicamente parlando - Antonio diventerebbe immediatamente uno dei prospetti più interessanti a livello europeo, sia a livello tecnico (è veloce e concreto) sia a livello mentale.

Antonio Giovinazzi

Il titolo di miglior rookie è andato a un altro super talento del panorama giovanile. Parliamo del monegasco Charles Leclerc, proveniente dalla F.Renault 2.0 e capace di conquistare 4 vittorie e 13 podi alla sua prima stagione in F3. Grazie a questi piazzamenti, Leclerc era riuscito addirittura a salire al primo posto in classifica a metà annata. Tuttavia, complice una seconda parte di stagione comunque buona, ma non eccezionale, il monegasco è scivolato indietro, perdendo per un soffio anche la terza posizione in campionato andata invece all'inglese Jake Dennis (5 vittorie).

Charles Leclerc

Lance Stroll, il canadese della Ferrari Driver Academy, ha fatto parlare di sè, come già detto in precedenza, più per i suoi errori che per i risultati. Il figlio di Lawrence Stroll, stabilmente in classifica tra gli uomini più ricchi del Canada, ha rialzato un po' la testa verso il finale di stagione, con la prima vittoria nella serie conquistata in Gara-1 a Hockenheim, ultimo appuntamento stagionale. La sua crescita, oltre che sul piano tecnico, dovrà attuarsi anche sul piano della sportività, al netto delle due squalifiche ottenute in questo 2015.

Piccole citazioni anche per l'inglese del 1998 George Russell, premiato con un test in Mclaren; per il tedesco classe '97 Maximilian Gunther, vittorioso al Norisring; e per l'indiano Arjun Maini, abbastanza anonimo nel corso della stagione ma capace di infilare un 4° e un 5° posto sul difficile circuito di Pau. Per Pietro Fittipaldi, invece, è stata una stagione decisamente deludente rispetto alle aspettative che si erano create sul suo nome. Nel 2016 il nipote di Emerson dovrà rimboccarsi le maniche e correre a un livello differente se vorrà bruciare le tappe come solitamente fanno i piloti dal cognome pesante...

Arjun Maini

Gli altri due italiani della serie, Alessio Lorandi e Michele Beretta, hanno avuto alterne fortune. Lorandi, classe '98, ha comunque esordito in maniera positiva, arrivando a punti in diverse occasioni nonostante fosse questa la sua prima vera esperienza in monoposto. Beretta ha invece ottenuto un solo piazzamento - all'ultima gara a Hockenheim - navigando più o meno stabilmente nella seconda metà della classifica.

Alessio Lorandi

Il titolo per il miglior team è andato al sempre più dominante Prema Powerteam (motore Merecedes), grazie al trio Rosenqvist - Dennis - Stroll. Il team di Giovinazzi, lo Jagonya Ayam with Carlin (spinto da un propulsore Volkswagen), è giunto secondo ma quasi con la metà dei punti. E in un monomarca questo è un dato che fa sempre molta impressione.




La classifica finale del campionato (tra parentesi il numero di vittorie):

Felix Rosenqvist (SWE - Prema) 508 (13)
Antonio Giovinazzi (ITA - Jagonya Ayam) 412.5 (6)
Jake Dennis (GBR - Prema) 377 (6)
Charles Leclerc (MCO - Van Amersfoort) 363.5 (4)
Lance Stroll (CAN - Prema) 231 (1)
George Russell (GBR - Carlin) 203 (1)
Alexander Albon (THA - Signature) 187
Maximilian Gunther (DEU - Mucke/Prema) 152 (1)
Mikkel Jensen (DEN - Mucke) 117.5
Markus Pommer (DEU - Motopark) 116.5 (1)
Santino Ferrucci (USA - Mucke) 91
Callum Ilott (GBR - Carlin) 65.5
Gustavo Menezes (USA - Jagonya Ayam) 65
Sergio Sette Camara (BRA - Motopark) 57.5
Brandon Maisano (FRA - Prema) 53
Nick Cassidy (NZL - Prema) 43
Pietro Fittipaldi (BRA - Fortec) 32
Arjun Maini (IND - Van Amersfoort) 27
Dorian Boccolacci (FRA - Signature) 27
Alessio Lorandi (ITA - Van Amersfoort) 26
Raoul Hyman (SAF - West-Tec) 14.5
Michele Beretta (ITA - Mucke) 4
Ryan Tveter (USA - Jagonya Ayam) 2
Sam MacLeod (GBR - Motopark) 2
Fabian Schiller (DEU - West-Tec) 2
Nabil Jeffri (MAL - Motopark) 2

venerdì 23 ottobre 2015

Il riassunto della stagione 2015: Formula Renault 3.5

Per anni la Formula Renault 3.5 è stata un valido trampolino di lancio per la F1. Con prestazioni simili a quelle della GP2, la serie ha dato modo a molti piloti di farsi le ossa con potenze interessanti, servendosi dei mezzi del motorista di riferimento, cioè Renault. Proprio quest'anno, tuttavia, la casa francese ha annunciato il suo disimpegno verso la serie, chiudendo un'era.

Quando (nel 2016) l'organizzazione catalana RPM Racing - capitanata da Jaime Alguersuari Sr. - prenderà totale possesso della serie, rinominandola Formula 3.5 V8, forse cambierà qualcosa a livello di marketing e certamente andrà potenziata l'esposizione mediatica; ma le potenze rimarranno le stesse e anche l'appeal generale.



Il 2015 è stato largamente dominato dal talento inglese Oliver Rowland. Il pilota di Sheffield, classe '92, ha nettamente migliorato il 4° posto del 2014... Vincendo il campionato con 73 punti di vantaggio sul francese Matthieu Vaxiviere. Rowland ha vinto 8 delle 17 gare disputate, conquistando inoltre altri 5 podi e concludendo sempre a punti; nel suo ruolino di marcia anche sette pole position e quattro giri veloci. L'incoronamento è giunto già al penultimo weekend, a Le Mans (circuito Bugatti), a dimostrazione della velocità del ragazzo, ma sul futuro di Rowland c'è la pesante mancanza di un Academy alle sue spalle. Racing Steps Foundation non ha risorse sufficienti a garantirgli un posto in F1, bruciando le tappe come fecero in passato altri vincitori della serie come Kubica, Magnussen e Sainz. A meno che qualcuno non decida a investire su di lui durante l'inverno.

Oliver Rowland

Matthieu Vaxiviere è stato lo sfidante più pericoloso di Rowland. Il francese ha vinto tre gare e ha spesso battagliato guadagnandosi il rispetto del collega vincitore:


Dietro di loro altri 4 piloti sono riusciti a conquistare almeno una vittoria di tappa. Nyck De Vries, l'olandese sotto contratto Mclaren, ha conquistato gara-2 a Jerez, l'ultima della stagione. Il suo processo di avvicinamento alla F1 sta avanzando con ottima qualità, anche se talvolta l'inesperienza lo ha trascinato a centro gruppo. Il cipriota Tio Ellinas ha vinto due gare, lasciando definitivamente alle spalle la pessima esperienza vissuta in GP2 nel 2014. Anche il russo Egor Orudzhev ha messo a segno due vittorie; la sua buona stagione è in linea con quelle di Sirotkin e Markelov in GP2, a dimostrazione che Daniil Kvyat potrebbe non essere un caso isolato.

Nyck De Vries

Una vittoria anche per il malese Jazeman Jaafar, in quel di Montecarlo. La gara monegasca è stata pazza, è vero; ma Jaafar ha meritato. Al suo terzo anno nella serie ha sempre migliorato e il feeling con la gara cittadina è un'abitudine. Infatti la vittoria del 2015 è accompagnata dai due terzi posti del biennio precedente. I risultati di Jaafar - 8° in classifica alla fine, ma poteva andare meglio senza il pessimo weekend a Le Mans - hanno permesso al team Fortec di conquistare con largo vantaggio il titolo a squadre, gli unici ad aver avuto entrambi i piloti vittoriosi nel 2015.


Buona stagione anche per i due rookies Gustav Malja (svedese) e Roy Nissany (israeliano). Entrambi sono saliti sul podio - Malja per due volte, con un secondo e un terzo posto - facendo vedere ottime cose. Diverso il discorso invece per Roberto Merhi. Il pilota spagnolo della Manor Marussia F1 aveva cominciato la stagione con l'ambizioso obbiettivo di correre in F1 e lottare per questo campionato, ma a parte un secondo posto in Ungheria non si è praticamente mai visto ai vertici. Si è fatto più che altro notare per i guai combinati in Gara-1 al Red Bull Ring, con conseguente esclusione da Gara-2. Alla fine del weekend austriaco Merhi ha lasciato il sedile del Pons Racing ad altri piloti.



Il Draco Racing, unico team con licenza italiana della serie, ha concluso la stagione al 7° posto nella classifica a squadre, grazie soprattutto alle prestazioni del brasiliano Pietro Fantin (un podio). L'ex team della famiglia Morini, poi acquisito dalla famiglia Negrao, ha annunciato la sua chiusura per problemi economici. Questa è stata dunque l'ultima stagione per una squadra che ha fatto la storia della Formula Renault 3.5, della F3000 italiana e di altre serie minori, avendo lanciato nel firmamento dell'automobilismo i brasiliani Rubens Barrichello, Felipe Massa e Augusto Farfus, oltre a Pedro Lamy e Nicky Pastorelli. Hanno corso con loro anche Pastor Maldonado, Milos Pavlovic, Bertrand Baguette, Markus Winkelhock e Nathanael Berthon.

Rubens Barrichello ai tempi della Draco, nel 1990

Una bella favola si chiude, quindi. Speriamo che quella della Formula Renault 3.5 V8 continui, invece, ancora a lungo.


La classifica finale (tra parentesi il numero di vittorie):

Oliver Rowland (GBR - Fortec) 307 (8)
Mathieu Vaxiviere (FRA - Lotus) 234 (3)
Nyck de Vries (NED - DAMS) 160 (1)
Tio Ellinas (CYP - Strakka) 135 (2)
Egor Orudzhev (RUS - Arden) 133 (2)
Dean Stoneman (GBR - DAMS) 130
Tom Dillmann (FRA - Carlin) 122
Jazeman Jaafar (MAL - Fortec) 118 (1)
Gustav Malja (SWE - Strakka) 79
Pietro Fantin (BRA - Draco) 61
Nicholas Latifi (CAN - Arden) 55
Aurélien Panis (FRA - Tech 1) 42
Roy Nissany (ISR - Tech 1) 27
Roberto Merhi (SPA - Pons) 26
Meindert van Buuren, Jr. (NED - Lotus) 20
Alfonso Celis Jr. (MEX - AVF) 17
Marlon Stockinger (PHI - Pons) 14
Yu Kanamaru (JAP - Pons) 9
Sean Gelael (INA - Carlin) 7
Nick Yelloly (GBR - Lotus) 6
André Negrão (BRA - Draco) 4
Renè Binder (AUT - Pons) 4
Beitske Visser (NED - AVF) 3
Alex Fontana (SWI - Pons) 2
Bruno Bonifacio (BRA - Draco) 1
Philo Paz Patrick Armand (INA - Pons) 1

Il casco di Giacomo Agostini

Un casco iconico per un super campione. Giacomo Agostini ha vinto 15 titoli mondiali e conquistato 122 vittorie e 117 giri veloci dal 1963 al 1977. Una carriera motociclistica pazzesca che non potrà mai più ripetersi soprattutto nel contesto in cui essa si è svolta. Le dieci vittorie al TT sono il fiore all'occhiello di un'epoca che Agostini ha vissuto da assoluto mattatore. Prima del ritiro dalle competizioni, Ago ha saggiato pure le gare di F1, anche se non nel Mondiale. Conquistò infatti un secondo posto e sei terzi posti nel biennio 1979-80 della F1 inglese, a bordo di una Williams FW06. Nelle moto, invece, il pilota del Lago d'Iseo ha corso con Moto Morini e soprattutto con MV Agusta e con Yamaha, due marchi ai quali è ancora strettamente legato.

Già, perché Agostini - classe '42 - è sempre nel giro del motomondiale, per questa passione viscerale che lo porta ancora ai circuiti, nei paddock, nei talk sui motori. Capita spesso di vederlo in testa a rievocazioni storiche e come testimonial è assolutamente credibile. Come se la sua carriera non fosse davvero finita nel 1977.

In ogni caso c'è un altro marchio legato indissolubilmente con Agostini. Si tratta della AGV, casa costruttrice di caschi da sempre utilizzata nel corso della carriera motociclistica. Mentre per quanto riguarda la F1, Ago usò i caschi Nava, con un disegno completamente diverso. Ma andiamo con ordine... nella foto sotto siamo nel 1974. Agostini indossa il disegno classico con la bandiera italiana.


Ecco un dettaglio del casco visto da dietro - in pratica, come lo vedevano gli avversari! Si nota bene anche la fascia dorata sotto la bandiera.


La parte destra, con la parte rossa.


Il logo AGV era visibile anche sulla parte anteriore del casco, come si vede da questa foto di Agostini alla 200 Miglia di Daytona del 1974.


Agostini impegnato nella F1 britannica. Il disegno, completamente rinnovato rispetto agli anni delle moto, presenta una singola riga rossa tra due bianche. Qua siamo nel 1980.


...Ma le linee di un tempo non possono essere dimenticate. Così, insieme a una particolare tuta recante i colori dell'iride, Ago torna di nuovo a sfoggiare i colori che hanno reso famoso il suo casco durante le esibizioni storiche al TT e a Goodwood.





mercoledì 21 ottobre 2015

Il riassunto della stagione 2015: DTM

Si è chiusa con la solita grande festa di Hockenheim una delle stagioni in realtà più particolari e controverse della storia del DTM. L'ormai celebre team radio di Wolfgang Ullrich - "Push him out!" - gridato a Scheider per fare in modo che le Mercedes di Wickens e Wehrlein andassero fuori pista (in quel del Red Bull Ring) è stato uno dei momenti più strani e imbarazzanti della stagione 2015.


Una stagione che, per altro, non ha avuto alcun mattatore. Con tredici piloti vittoriosi e diciotto a podio in 18 gare non si può certo sostenere che ci siano sostanziali divari. Il vincitore del campionato Pascal Wehrlein, per altro il più giovane della storia del DTM (è un classe '94), ha vinto la metà delle gare del più diretto inseguitore Jamie Green, e ha conquistato un numero di podi praticamente identico a quello dei principali avversari.

Pascal Wehrlein

La Mercedes ha trionfato nel campionato piloti ma ha invece dovuto soccombere a BMW e Audi nel costruttori, con il marchio bavarese primo in classifica. Per entrambi i titoli è stata la regolarità a premiare i vincitori. Soprattutto Wehrlein ha costruito un bel bottino di punti concludendo nella top ten ben quindici gare. In una serie nella quale tutti hanno avuto la loro opportunità di vittoria, lui ha gestito piuttosto bene i suoi sforzi nonostante guidasse una vettura quasi sempre tra le più pesanti in pista.



Già, perché in questo 2015 anche la zavorra ha giocato un ruolo nella definizione dei valori in campo. Mentre invece l'altra rivoluzione della serie rispetto alla tradizione, cioè l'opportunità di correre due gare a ogni weekend, ha dato modo a tanti piloti di giocarsi qualche chances in più.

Ottima la stagione di Edoardo Mortara, impreziosita da una vittoria al Red Bull Ring. Il pilota italiano nato a Ginevra è diventato ormai un veterano della serie e quest'anno ha colto il miglior piazzamento finale in classifica da quando corre nella categoria. C'è stato spazio anche per un altro "emigrato in Germania", cioé Antonio Giovinazzi. Il pilota di Martina Franca è stato chiamato da Audi per sostituire lo squalificato Scheider per le gare di Mosca, dopo il famigerato scandalo accennato nel primo paragrafo di questo post. Non è andato a punti ma è stata, per Antonio, un'esperienza certamente gradita, la ciliegina su una torta stagionale davvero gustosa visti i successi nella F3 Europea.

Edoardo Mortara

Tra gli ex F1 Di Resta è stato il migliore, pur senza cogliere la vittoria. I fasti del 2010 sono ancora lontani. Timo Glock è risultato essere ancora più indietro in classifica, ma nel suo ruolino di marcia compare almeno una vittoria, colta a Oschersleben. Proprio Glock, in un'intervista per Autosport, aveva ammesso di aver avuto difficoltà ad abbandonare lo stile di guida tipico della F1, soprattutto riguardo gli spazi di frenata e il peso (le vetture DTM pesano almeno il doppio).

Stagione difficile anche per il vincitore della Blancpain Sprint Series 2014 Maximilian Götz. Il pilota tedesco, che l'anno scorso guidava una GT3, ha patito non solo problemi di ambientamento ma anche qualche difficoltà di messa a punto per le vetture del team Mücke; infatti anche Daniel Juncadella è rimasto indietro in classifica, con solo un punto di vantaggio sul collega.

Wehrlein precede in questa foto la n°22 (Lucas Auer) e la n°1 di Wittmann, il campione '14 quest'anno non altrettanto in palla. Si riconoscono anche Tomczyk (n°77), Juncadella (n°12) e Glock (n°16) con la sempre bellissima livrea della Deutsche Post

La stagione 2015 è stata quindi una delle più combattute degli ultimi anni, e grazie anche alle polemiche a seguito dello scandalo Audi è stata anche una delle più mediaticamente in vista. Lo spettacolo in pista non è comunque mancato, e questo è il miglior modo per assicurare alla serie il futuro che merita.


La classifica finale piloti (tra parentesi il numero di vittorie):

Pascal Wehrlein (GER - HWA/Mercedes) 169 (2)
Jamie Green (GBR - Rosberg/Audi) 150 (4)
Mattias Ekström (SWE - Abt/Audi) 147 (2)
Edoardo Mortara (ITA - Abt/Audi) 143 (1)
Bruno Spengler (CAN - MTEK/BMW) 123
Marco Wittmann (GER - RMG/BMW) 112 (1)
Maxime Martin (BEL - RMG/BMW) 94 (1)
Paul Di Resta (GBR - HWA/Mercedes) 90
Gary Paffett (GBR - Art/Mercedes) 89
Mike Rockenfeller (GER - Phoenix/Audi) 83 (1)
Antonio Felix da Costa (POR - Schnitzer/BMW) 79 (1)
Augusto Farfus (BRA - RBM/BMW) 77
Robert Wickens (CAN - HWA/Mercedes) 61 (1)
Tom Blomqvist (GBR - RBM/BMW) 59 (1)
Timo Glock (GER - MTEK/BMW) 56 (1)
Christian Vietoris (GER - HWA/Mercedes) 56
Miguel Molina (SPA - Abt/Audi) 54 (1)
Timo Scheider (GER - Phoenix/Audi) 51 (1)
Martin Tomczyk (GER - Schnitzer/BMW) 27
Daniel Juncadella (SPA - Mücke/Mercedes) 26
Nico Müller (SWI - Rosberg/Audi) 26
Maximilian Götz (GER - Mücke/Mercedes) 25
Lucas Auer (AUT - Art/Mercedes) 18
Adrien Tambay (FRA - Abt/Audi) 3

La classifica finale costruttori (tra parentesi il numero di vittorie):

BMW 602 (4)
Audi 595 (7)
Mercedes 534 (7)

domenica 18 ottobre 2015

Il riassunto della stagione 2015: NASCAR Whelen Euro Series

Ormai non è più solo una questione americana. La NASCAR è anche, finalmente, un prodotto ben visto dagli europei. Lo dimostra la quarta stagione della NASCAR Whelen Euro Series, campionato continentale che continua a offrire grande spettacolo e a generare un ottimo seguito di pubblico. L'urlo roco delle Chevrolet SS e Camaro, delle Toyota Camry e delle Ford Mustang è entrato di diritto nella cultura motoristica nostrana, e pure italiana grazie alla presenza in calendario della tappa di Magione.



La straordinaria cornice di pubblico, in weekend nei quali la parola d'ordine è "sogno americano", è il fiore all'occhiello di una serie che riesce a calamitare molto interesse sui media online e soprattutto sulla propria dimensione live. C'è invece ancora molto da lavorare per rendere migliore la serie a livello dei media tradizionali. Riguardo allo spettacolo in pista non c'è invece bisogno di molti cambiamenti: i piloti sono contenti di correre nella categoria e alcuni, come i nostri Gianmarco Ercoli, Eddie Cheever Jr e Francesca Linossi, sono pronti a vivere questa esperienza anche oltreoceano, dove è nato tutto.

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Non ci sono i numeri delle serie maggiori, dove è stato imposto un tetto massimo di 43 vetture; ma con un'oscillazione tra i 20 e i 25 iscritti per classe (di media) a ogni appuntamento si tratta di cifre di assoluto rispetto per un campionato che cinque anni fa avremmo definito come minimo "alieno".

Come da tradizione, la Whelen Euro Series propone due classifiche distinte per i piloti della classe Elite 1 e per quelli della Elite 2. Nella Elite 1 lo spagnolo Ander Vilarino, specialista della serie, ha vinto per la terza volta il campionato; discorso diverso per la Elite 2 dove il romano Gianmarco Ercoli ha battuto tutti in modo convincente, conquistando due pole e due vittorie nel weekend conclusivo a Zolder. Il bottino conclusivo della Camaro numero nove è di quattro vittorie, tre pole e due giri veloci. Nel 2016 Ercoli potrà anche lui sfidare gli States, grazie a una wild card data in premio per la vittoria nel campionato.

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Ander Vilarino

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Gianmarco Ercoli

La Whelen Euro Series, oltre a un'anima francese - lingua degli organizzatori - parla anche un ottimo italiano. Già, perché Ercoli ha vinto con una vettura schierata dal team MRT - by Nocentini, e entrambi i titoli riservati ai team sono stati conquistati dal GDL Racing. Ottimo il campionato per Eddie Cheever Jr (5° nella Elite 1, 1 vittoria) e Nicolò Rocca (9° in Elite 1 ma a lungo tra i pretendenti al titolo grazie anche a 3 vittorie). Gettoni di presenza anche per Giovanni Altoè, Fabrizio Armetta, Leonardo Baccarelli, Vittorio Bagnasco, Cesare Balistreri, Roberto Benedetti, Renzo Calcinati, Michela Cerruti, Gianluca De Lorenzi, Simone Laureti, Ruggero Melgrati, Erika Monforte, Simone Monforte, Domenico Schiattarella,



Francesca Linossi ha conquistato il titolo riservato alle donne con soli cinque punti di vantaggio sulla francese Carole Perrin. In questa lotta al femminile (tutta in Elite 2) si sono inserite anche la brasiliana Gabriela Arantes Prado e Erika Monforte, che però a differenza delle colleghe non ha partecipato a tutti e sei gli appuntamenti in calendario.



Ecco la classifica finale per la Elite 1 (primi 20 - tra parentesi il numero di vittorie)

Ander Vilarino (SPA) 662 (3)
Alon Day (ISR) 627 (3)
Romain Iannetta (FRA) 614 (1)
Anthony Kumpen (BEL) 610 (1)
Eddie Cheever III (ITA) 599 (1)
Frederic Gabillon (FRA) 587
Philipp Lietz (AUT) 575
Florian Renauer (AUT) 571
Nicolò Rocca (ITA) 561 (3)
Wilfried Boucenna (FRA) 545
Hugo Bec (FRA) 519
Bert Longin (BEL) 509
Dominic Tiroch (AUT) 491
William Ayer (BRA) 457
Eric De Doncker (BEL) 452
Freddy Nordström (SWE) 394
Jerry De Weerdt (BEL) 365
Fabrizio Armetta (ITA) 344
Martin Doubek (CZE) 227
Gianmarco Ercoli (ITA) 207

Qui il ranking completo 2015 per la Elite 1

La classifica finale per la Elite 2 (primi 20 - tra parentesi il numero di vittorie):

Gianmarco Ercoli (ITA) 663 (4)
Philipp Lietz Philipp (AUT) 643 (2)
Thomas Ferrando (FRA) 639 (3)
Stienes Longin (BEL) 621 (1)
Salvador Tineo Arroyo (SPA) 620 (1)
Florian Renauer (AUT) 589 (1)
Ulysse Delsaux (FRA) 572
Eric De Doncker (BEL) 537
Francesca Linossi (ITA) 524
Carole Perrin (FRA) 519
Didier Bec (FRA) 490
Leonard Vernet (SWI) 486
Guillaume Deflandre (BEL) 440
Jerry De Weerdt (BEL) 438
Gabriela Arantes Prado (BRA) 429
Martin Doubek (CZE) 415
Christian Malcharek (SVK) 402
Maxime Dumarey (BEL) 319
Nicki Petersen (DEN) 273
Roberto Benedetti (ITA) 266

Qui il ranking completo 2015 per la Elite 2

giovedì 15 ottobre 2015

Tutti i caschi di Michael Schumacher

Una carriera incredibile per un pilota considerato tra i più forti della storia della F1. Parliamo di Michael Schumacher, asso tedesco vincitore di sette mondiali tra il 1991 e il 2012.

Schumi si è subito fatto vedere, sin dagli esordi, per una spiccata attenzione ai dettagli e ai simboli. In questo post vedremo come negli anni il pilota tedesco ha usato il proprio casco per manifestare all'esterno i propri amori e i suoi punti cardinali.

Ai tempi del kart Michael Schumacher aveva scelto un casco bianco, sul quale aveva fatto apporre la bandiera tedesca. Negli anni il suo attaccamento ai colori della Germania è andato scemando, ma è grazie ad essi che il suo casco è diventato un classico.

La foto che segue apre una finestra sul presente. Siamo davvero sicuri che Sebastian Vettel sia andato in crisi una volta imposta la regola sul congelamento del design dei caschi? Schumacher è stato il suo idolo, e scegliere questo casco in suo onore ha permesso a Sebastian di ricongiungersi anche con i colori della sua nazione natìa.


Dal 1990 al 1990 Michael Schumacher ha portato sulle piste questa colorazione, molto riconoscibile, alla quale ha apportato pochissime modifiche. Il casco, così progettato, andava incontro anche alle esigenze dei numerosi sponsor personali e dei team, che potevano avere spazio a disposizione senza danneggiare l'estetica.


Schumacher portò nel 2000 la maggiore innovazione della sua carriera (sempre di caschi parlando). L'attaccamento per il rosso Ferrari lo convinse ad abbandonare definitivamente le due strisce bianche che passavano sopra e sotto la bandiera tedesca. La tinta unita fece scomparire anche il blu della parte superiore. Questa colorazione è diventata un classico quanto quella del decennio precedente, e non venne abbandonata nemmeno al ritorno alle competizioni nel 2010, quando Schumi corse per le frecce d'argento Mercedes.


In Mercedes Schumi ha comunque dato spazio a un paio di variazioni sul tema. La più simbolica riguarda quella relativa al casco scelto per celebrare il 300esimo Gran Premio della sua carriera, corso a Spa nel 2012. Oltre ai ricorsi storici legati alla pista nella quale ha debuttato in F1 e dove ha colto il primo successo, ci sono altre considerazioni molto interessanti relative al casco scelto. Il colore abbinato all'argento, prima di tutto: l'amato rosso; il suo logo, con la M e la S che insieme formano la silhouette di una F1; il drago, con un valore personale molto alto, posizionato dove in passato si stagliava la bandiera tedesca: tre dettagli che determinano il suo passaggio dall'essere un idolo dei tedeschi ad essere un mito internazionale, libero quindi di mostrare sul suo casco la propria personalità.



Ecco infine la gallery con 16 caschi di Michael Schumacher, in ordine strettamente cronologico. Per dare il là a questo post, resta solo una cosa da scrivere: #KeepFightingMichael.


Nel 1985 Schumacher indossava un casco bianco con una striscia orizzontale recante i colori della bandiera tedesca
1985 (orizzontale)
Sempre nel 1985 ci fu questa versione con bandella verticale, ora più nota grazie al disegno 2015 scelto da Sebastian Vettel
1985 (verticale)
Ecco la prima versione del casco
1990
Nel 1992 viene introdotto un motivo a quadretti all'interno delle parti colorate del casco
1992
Il casco forse meno riuscito di Schumi, usato nel 1993. La striscia tedesca si interrompe e scende con il nero sotto la visiera
1993
Ritorno al disegno originale nel 1994, con il motivip a quadretti che rimane solo nella parte superiore
1994
L'arrivo in Ferrari nel 1996 porta l'aggiunta di due riche rosse tra la bandiera tedesca e il blu nella parte superiore
1996
Lo sfortunato casco cromato di Suzuka '98
1998
Durante il 2000 scompare il bianco a favore di un rosso decisamente ferrarista. Ma la bandiera tedesca rimane
2000
Il casco di Monza 2001, senza scritte, a ricordo dell'attentato alle Torri Gemelle
2001
Lo strano casco sfoggiato a Barcellona nel 2002, a scopo di collaudo
2002
Viva l'Italia! La bandiera tedesca scompare per far posto ai colori della bandiera italiana, in quel di Monza, nel 2004
2004
Interlagos 2006: per l'ultimo GP con la Ferrari, Schumi mette sul casco una data per ogni vittoria e adorna il rosso con dettagli dorati. Compare anche il drago, simbolo a cui il pilota tedesco tiene molto
2006
Al ritorno in F1 nel 2010, con Mercedes, Schumi mantiene la predominanza del rosso
2010
Casco celebrativo a Spa per i vent'anni in F1
2011
Con l'argento - molto Mercedes - Schumi festeggia a Spa il suo 300esimo Gran Premio
2012

Il riassunto della stagione 2015: Formula 4 Italia

Tatuus e Abarth hanno vinto la scommessa. Già, perché i campionati di Formula 4 spopolano in tutta Europa e attirano tantissimi giovani piloti, offrendo griglie di partenza numerose e di gran livello. La soddisfazione è ancora maggiore se si parla della serie italiana che, rispetto ad altri campionati, ha presentato nel 2015 un parco partenti ancora più elevato della stagione di lancio (nel 2014).



Balza subito all'occhio un dato inconfutabile: 18 dei 28 piloti andati a punti sono saliti almeno una volta sul gradino del podio durante questa stagione. Sei di loro hanno conquistato almeno una vittoria. L'equilibrio nella serie è fenomenale, anche se tuttavia non può non essere citato il vero mattatore della serie, cioè l'estone Ralf Aron.




Aron, che è sceso in pista con i colori del Prema Powerteam, ha conquistato ben 9 vittorie su 21 gare disputate dimostrandosi decisamente una spanna sopra al resto del gruppo. L'estone classe '98 ha curiosamente totalizzato lo stesso numero di punti del vincitore dell'anno scorso, il canadese Lance Stroll. Rispetto a Stroll, Aron ha comunque conquistato più vittorie e nonostante qualche battuta a vuoto ha conquistato il titolo con largo anticipo, precedendo per altro il compagno di squadra Guan Yu Zhou, pilota della Ferrari Driver Academy. L'obbiettivo di Aron è di diventare il primo pilota estone a correre in F1, un traguardo che darebbe alla piccola nazione una nuova prospettiva del motorsport visto che da anni i suoi migliori talenti sono maggiormente legati ai rally.

Ralf Aron e Guan Yu Zhou

Oltre a Shwartzman e Beckmann, alfieri del team Mucke e protagonisti anche nella F4 tedesca, si sono fatti notare anche molti altri piloti. Ad esempio l'argentino classe '96 Marcos Siebert ha conquistato due vittorie (al Mugello e a Misano - l'ultima in calendario), collezionando una striscia positiva di nove risultati in top 10 consecutivi, un piccolo record condiviso solo con Shwartzman.

Marcos Siebert

L'israeliano Bar Baruch ha invece concluso la sua seconda stagione nella serie mostrando netti miglioramenti, culminati in due podi e altri quattro piazzamenti nella top 5. Con Yarin Stern e Alon Day forma un trio che può davvero portare in alto il movimento motoristico israeliano.

Bar Baruch 

Anche il colombiano Kevin Kanayet ha avuto un momento di gloria, a Imola, quando ha vinto la gara partendo dalla pole position. Nonostante una partenza non felice, il pilota della Campos Driver Academy ha ripreso la testa della gara sfruttando poi a proprio vantaggio una lunga permanenza in pista della safety car.

Per quanto riguarda gli italiani, Diego Bertonelli è stato di gran lunga il più competitivo. La sua stagione ha subito una bella accelerazione all'ultimo appuntamento stagionale, nel quale è andato vicino alla vittoria in tutte e tre le manches. Matteo Desideri e Simone Cunati hanno conquistato entrambi un arrivo a podio, e il non essere stati presenti a tutti gli appuntamenti ha privato loro di una migliore posizione in classifica. Riccardo Ponzio ha invece gareggiato per quasi tutta la stagione nella parte bassa della classifica, salvo poi centrare l'obiettivo punti andando a conquistare un bel sesto posto nell'ultimo appuntamento di Misano Adriatico. 

Diego Bertonelli

Tra gli altri, Kikko Galbiati ha conquistato un solo punto, mentre Mattia Ferrari, Federico Malvestiti e Riccardo Pollastri non sono mai riusciti ad entrare nella top 10. Diverso il discorso per l'australiano di origine italiana Alex Peroni, in grado di conquistare due secondi posti in una stagione comunque contrassegnata da diversi alti e bassi.

La classifica finale (tra parentesi il numero di vittorie):

Ralf Aron (EST - Prema) 331 (9)
Guan Yu Zhou (CHN - Prema) 223 (3)
Robert Shwartzman (RUS - Mucke) 212 (3)
David Beckmann (GER - Mucke) 176 (3)
Marcos Siebert (ARG - Jenzer) 112 (2)
Diego Bertonelli (ITA - RB Racing) 83
Bar Baruch (ISR - Israel F4) 83
Joao Vieira (BRA - Antonelli) 81
Nico Rindlisbacher (SWI - Jenzer) 69
Marino Sato (JAP - Sospiri) 62
Lando Norris (GBR - Mucke) 51
Mauricio Baiz (VEN - Sospiri) 48
Giuliano Raucci (BRA - Prema) 45
Alex Peroni (AUS - Torino Squadra Corse) 43
Kevin Kanayet (COL - Malta Formula Racing) 41 (1)
Lucas Mauron (SWI - Jenzer) 37
Raul Guzman (MEX - Malta Formula Racing) 30
Matteo Desideri (ITA - Antonelli) 29
Simone Cunati (ITA - Sospiri) 18
Mike Ortmann (GER - Mucke) 16
Ye Yifei (CHN - RB Racing) 10
Riccardo Ponzio (ITA - Teramo Racing Team) 8
Yan Leon Shlom (RUS - Mucke) 7
Arlind Hoti (GER - Jenzer) 4
Moritz Muller-Crepon (SWI - Jenzer) 4
Tim Zimmermann (GER - Prema) 2
Kikko Galbiati (ITA - Antonelli) 1

martedì 13 ottobre 2015

Il riassunto della stagione 2015: Pro Mazda & US F2000

Mentre la Indy Lights fatica a trovare una propria dimensione, le altre serie del percorso "Mazda Road to Indy" sembrano godere di una migliore salute complessiva. Il Pro Mazda Championship e la US F2000 non hanno dei numeri da capogiro, ma le loro griglie sono certamente più affollate e piene di prospetti interessanti.

La Pro Mazda a Indy per la gara nel road course

L'uruguaiano Santiago Urrutia (Team Pelfrey) è stato il vincitore del Pro Mazda Championship di quest'anno, successo arrivato con merito e soprattutto con la costanza di rendimento. Il sudamericano ex GP3 ha colto tre vittorie, una in meno dello statunitense Alberico e del malese Tan; ma i suoi piazzamenti non sono stati replicati da nessuno, con ben quindici top 10 in sedici gare e in totale dieci arrivi a podio. Per Urrutia è stato un salto di qualità niente male, considerando che in GP3 aveva corso praticamente sempre nelle retrovie.

Santiago Urrutia

Il californiano Neil Alberico (Cape Motorsports/Wayne Taylor Racing) ha colto i frutti della già positiva stagione 2014, migliorando il piazzamento finale (l'anno scorso 3°, nel 2015 2°) e soprattutto cogliendo 4 vittorie tra le quali le prime due del campionato a St.Petersburg. Dietro di lui il canadese Garett Grist (Juncos) e il malese Weiron Tan (Andretti) hanno mostrato grandi doti, e non sono stati gli unici visto l'equilibrio delle forze in campo; un fattore che ha permesso a 6 piloti diversi di vincere e a 11 di salire almeno una volta sul podio.

Weiron Tan

Per i piloti americani c'è stato poco spazio. Oltre ad Alberico, solo Will Owen (Juncos) ha colto risultati di rilievo con due secondi posti nella parte centrale della stagione. Per il Canada è andata meglio, con il già citato Grist e con Kellett e Burkett, entrambi a podio nel corso dell'anno.

Stagione tra alti e bassi, invece, per il vincitore della US F2000 dell'anno scorso Florian Latorre (Cape Motorsports/Wayne Taylor Racing). Il francese è comunque riuscito a togliersi la soddisfazione della vittoria (in gara-1 a Toronto), ma senza brillare nella maggioranza delle altre occasioni, tant'è che Will Owen è riuscito a sopravanzarlo nella classifica generale (quando invece l'anno prima aveva concluso in 12° posizione nel campionato vinto appunto da Latorre).


La classifica del Pro Mazda Championship (tra parentesi il numero di vittorie):

Santiago Urrutia (URU) - 355 (3)
Neil Alberico (USA) - 302 (4)
Garett Grist (CAN) - 294 (3)
Weiron Tan (MAL) - 282 (4)
Timothé Buret (FRA) - 281 (1)
Patricio O'Ward (MEX) - 250
Will Owen (USA) - 243
Florian Latorre (FRA) - 222 (1)
Josè Gutierrez (MEX) - 216
Dalton Kellett (CAN) - 187
Daniel Burkett (CAN) - 176
Raoul Owens (GBR) - 166
Alessandro Latif (GBR) - 140
Kyle Connery (USA) - 122
Bobby Eberle (USA) - 101
Victor Franzoni (BRA) - 91
Parker Nicklin (USA) - 78
Jay Horak (USA) - 58
Michael Johnson (USA) - 31
Scott Hargrove (CAN) - 21
Bryson Schutte (CAN) - 21
Bob Kaminsky (USA) - 12
Kevin Davis (USA) - 6
Carlos Conde (PRI) - 2

Nella US F2000, al contrario di quanto accaduto per la serie superiore, le posizioni da podio sono state occupate per quasi tutto il campionato da soli tre piloti. Si tratta del francese Nico Jamin, autentico mattatore in quanto a vittorie (10 su 16 appuntamenti), e degli statunitensi Jake Eidson (4 vittorie e secondo in campionato - migliorandosi rispetto al 2014 quando concluse 3°) e Aaron Telitz (1 vittoria).

Nico Jamin

Oltre a loro ci sono stati solamente altri tre piloti in grado di salire sul podio: gli australiani Anthony Martin e Luke Gabin e soprattutto il brasiliano Victor Franzoni. L'alfiere del team Afterburner Autosport ha corso solo le prime sei gare (vincendone una), prima di passare al Pro Mazda Championship.

La US F2000 a Laguna Seca

In generale la serie ha avuto buoni numeri in griglia, anche se non a livello dei campionati di F.Renault 2,0 organizzati in Europa. Questi campionati - nei quali corrono praticamente le stesse cilindrate - non hanno nulla a che vedere gli uni con gli altri, e a livello europeo le griglie sono raddoppiate. L'elemento più interessante della serie americana è la possibilità di imparare a guidare sugli ovali, una skill che può tornare utile nella carriera di un giovane pilota.


La classifica della US F2000 (tra parentesi il numero di vittorie):

Nico Jamin (FRA) - 457 (10)
Jake Eidson (USA) - 385 (4)
Aaron Telitz (USA) - 348 (1)
Anthony Martin (AUS) - 300
Parker Thompson (CAN) - 221
Luke Gabin (AUS) - 194
Yufeng Luo (CHN) - 193
Nikita Lastochkin (RUS) - 193
Garth Richards (USA) - 186
Ayla Agren (NOR) - 186
Keyvan Andres Soori (GER) - 177
Max Hanratty (USA) - 151
James Dayson (CAN) - 116
Victor Franzoni (BRA) - 98 (1)
Augie Lerch (USA) - 69
Jordan Lloyd (AUS) - 62
Sennan Fielding (GBR) - 38
Andrew List (USA) - 32
Jack Mitchell (USA) - 30
Peter Portante (USA) - 26
Sam Chastain (USA) - 25
Bill Abel (USA) - 23
Tyler Hunter (USA) - 20
Alex Mayer (USA) - 19
Robert Alon (USA) - 18
Clint McMahan (USA) - 15