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domenica 14 giugno 2015

Hulkenberg: il coltello nelle piaghe della F1

La vittoria della Porsche a Le Mans non è un fatto banale, cominciamo con questa verità. Il progetto endurance ha già dato i suoi frutti già al secondo anno, con una doppietta ottenuta (sulle Audi) in modo perentorio ma abbondantemente sudata in un confronto ravvicinatissimo.



L'altra notizia molto importante sfornata dalla 24 Ore è relativa all'equipaggio vincitore. Nick Tandy, Earl Bamber e Nico Hulkenberg hanno corso una gara impeccabile dal primo all'ultimo giro, impressionando gli addetti ai lavori.

Nick Tandy era l'unico dei tre ad aver già partecipato alla gara francese: due prestazioni (dal punto di vista dei risultati) non memorabili a bordo di vetture GT. Sia per lui, sia per il neozelandese Earl Bamber, questo è sicuramente il miglior risultato in carriera.



E lo è anche per Nico Hulkenberg. La sua vittoria è la più splendente dimostrazione di quanto il mondo della F1 sia talvolta sopravvalutato in quanto a meritocrazia. Molti, nell'ambiente, saranno felici di una prestazione che rende giustizia al suo talento; altri storceranno il naso copiosamente.



Mediaticamente, e lo scrivo soprattutto per quelli che il motorsport lo seguono con costanza, la giornata di oggi è funerea per i vertici della F1. Da mesi la serie è sotto attacco per le ragioni più disparate: i costi crescenti, i team in crisi, la troppa politica, la mancanza di ricambio nelle classifiche, le gare troppo ingessate... La F1 è sempre la F1, ma di fronte a una 24 Ore come quella di quest'anno non si può che rimanere scioccati: una lotta pazzesca dal primo all'ultimo minuto, raccontata usando quei toni epici che il glamour del Circus non riesce attualmente a sostenere. 

La vittoria di Hulkenberg darà quindi un ulteriore scossone (in negativo) a un campionato che sta facendo fatica a rimanere nel cuore dei giovani appassionati.

Pensiamoci bene: un pilota dal talento cristallino, vittorioso in quasi tutte le categorie minori nelle quali ha corso, arriva in F1 e si installa a metà classifica. Una metà classifica raggiunta portando a punti auto non eccezionali e costruita battendo spessissimo i propri compagni di team. Una metà classifica mantenuta a suon di gran rifiuti, soprattutto dalla Ferrari - team che non ha mai avuto il coraggio di dargli un sedile nonostante i tanti abboccamenti. Insomma, un grande incompiuto. Eppure, con la vittoria assoluta a Le Mans, entra nella storia alla sua prima partecipazione a una gara di 24 Ore sfoderando una grinta e una precisione degne del miglior Kristensen.

Pensiamoci bene, sì. Ricordando che la F1 non è - ultimamente - il campionato dove viene maggiormente premiato il talento. Anche se Hulkenberg non porta comunque sponsor alla Force India, suo team attuale, la sua presenza sulla griglia non conta molto di più di quella di Ericsson. Ed è un peccato.



Nico dovrebbe presto telefonare ad Arrivabene e dirgli "Sai, se Raikkonen non ti sta bene, io ho appena vinto una 24 Ore di Le Mans". Ma ho l'impressione che neanche un trofeo del genere potrebbe smuovere un posto in un top team in F1. E allora perché non abbandonarla, questa F1 spocchiosa e irriconoscente? Abbandonala, Nico, verso altre 24 Ore, o magari verso la 500 Miglia di Indianapolis.

martedì 10 febbraio 2015

Un reality show per correre a Le Mans

Questa è una delle classiche notizie che creano contemporaneamente disappunto e speranza. Dipende da come la si tratta. Genialità? Scandalo? Follia?

Quest'anno un pilota che correrà alla 24 Ore di Le Mans verrà scelto tramite un reality televisivo. Già, un reality.

Il Morand Team SARD, qualificatosi per la classica francese, ha ideato insieme ai propri sponsor un classico reality a eliminazione chiamato Race To 24, dal quale uscirà vincitore un solo pilota (da affiancare a Oliver Webb e Pierre Ragues) che guiderà la seconda Morgan motorizzata Judd/BMW V8 (classe LMP2) iscritta. Il team boss svizzero Benoit Morand ha riferito di aver ricevuto oltre 100 richieste per partecipare a questa gara a eliminazione, confezionata in 12 puntate. Soprattutto ha rivelato che gli sponsor dietro al progetto hanno firmato un contratto di tre anni, quindi l'esperienza sarà probabilmente ripetuta in futuro.


Inizialmente i concorrenti si sottoporranno a test psico-attitudinali, prima di passare alle prove su strada. Le prime puntate saranno visionabili solamente online, mentre le ultime due saranno mandate in onda su un canale televisivo ancora da decidere.

Lo show partirà il 26 marzo e ovviamente si avvarrà di giudici competenti in materia di motorsport. Benoit Morand sarà lui stesso tra la giuria (ha corso senza molto successo anche in F3000 alla fine degli anni ottanta), accompagnato da Christian Klien. L'austriaco sarà alla guida dell'altra Morgan iscritta a Le Mans. A seconda della prova il duo sarà affiancato una tantum da ulteriori esperti.

Christian Klien

Fortunatamente i piloti in lizza non sono proprio degli sconosciuti e molti di loro hanno un background di tutto rispetto. Sono rappresentati quasi tutti i continenti, con un australiano, 4 nordamericani, 3 sudamericani, 3 asiatici, 1 mediorientale (Raffii, del Bahrain). L'Europa è la più rappresentata con 12 piloti, 3 dei quali sono donne (Kraihamer, Piria e Taittinger). Sono 3 i figli di ex piloti di F1: Conor Daly, Sam Brabham e Jules Gounon.

Vicky Piria sarà l'unica italiana in lizza. Il suo vantaggio è di saper conoscere già le dinamiche televisive avendo partecipato al talent Make It Your Race, legato ad Abarth.

A leggere la lista, salta all'occhio soprattutto la presenza di Christopher Haase, pilota espertissimo nelle gare di media e lunga durata. A curriculum fermo, di sicuro uno come lui avrebbe meritato il sedile senza dover partecipare a questo show.

Ecco la lista completa dei 24, con a fianco qualche spunto sulla carriera:

Sam Brabham - Regno Unito, '94 - 2 vittorie nella Formula Ford inglese nel '14
Hong Wei Cao - Cina, '93 - 1° nella F3 inglese nel '14
Conor Daly - Stati Uniti, '91 - 3° in GP3 nel '13, una partecipazione alla Indy 500 (22° nel '13)
Advait Deodhar - India, classe '90 - pilota nel MRF Challenge indiano
Marvin Dienst - Germania, '97 - 3 vittorie in F.ADAC nel '14
Mitchell Gilbert - Australia, '94 - Ha disputato la sua ultima stagione nel FIA Euro F3
Esteban Guerrieri - Argentina, '85 - Esperto formulista, due volte 2° in Indy Lights e 3° nelle World Series
Jules Gounon - Francia, '94 - 2° nella F4 francese '13
Christopher Haase - Germania, '87 - Uno dei favoriti, ha vinto la 24 Ore del Nurburgring nel '14 e nel '12
Laura Kraihamer - Austria, '91 - pilota nella serie KTM dedicata alle X-Bow nel '14
Gustavo Lima - Brasile, '96 - 1 vittoria nella F4 inglese nel '14
Melville McKee - Regno Unito, '94 - Una vittoria in GP3 nel '13
Shinya Michimi - Giappone, '93 - 1 vittoria in Auto GP nel '14
Lukas Moraes - Brasile, '96 - 1 vittoria nel campionato brasiliano di F3 nel '14
Brandon Newey - Stati Uniti, '92 - 2° nella F1600 americana nel '12
Armando Parente - Portogallo, '89 - specialista nei kart, vincitore della F.ADAC '08
Vicky Piria - Italia, '93 - Ha corso per una stagione in GP3, nel '12
Raed Raffii - Bahrain, '89 - Ha corso due stagioni nella Porsche GT3 Cup Middle-East (un podio)
Stefan Rzadzinski - Canada, '93 - Nel 2014 ha corso 4 gare nel campionato Nascar canadese
Max Snegirev - Russia, '87 - Due volte 13° in Auto GP
Jonathan Summerton - Stati Uniti, '88 - A 19 anni vincitore di una gara in A1GP
Ines Taittinger - Francia, '90 - Ottimi piazzamenti nel V de V francese
Fabien Thuner - Svizzera, '88 - Discreta esperienza nelle GT con Porsche
Dino Zamparelli - Regno Unito, '92 - 7° in GP3 nel '14


Sito Internet di Race To 24: http://www.raceto24.com/

martedì 6 gennaio 2015

La prima 24 ore dell'anno scatta a Dubai



Un campionato dedicato solamente alle gare di lunghissima durata. Tre 24 ore (Dubai, Paul Ricard, Barcellona) e tre 12 ore (Mugello, Zandvoort e Brno). Quasi un centinaio di vetture iscritte per il primo appuntamento di Dubai. Piloti, auto e team di ottimo livello.

Sono questi gli elementi del campionato 24H Series, organizzato dall'agenzia olandese Creventic. Gli stessi olandesi che crearono nel 2006 la 24 ore di Dubai, rendendola subito una gara di successo e di richiamo, essendo una delle prime del calendario solare. Nella prima edizione, ed è bello ricordarlo, vinse l'equipaggio di veterani Dieter Quester, Hans Joachim Stuck, Philipp Peter, accompagnati da... Toto Wolff.

I vincitori 2006: Stuck, Wolff, Quester, Peter

La gara è stata inoltre vinta per ben due volte consecutive dal compianto pilota inglese Sean Edwards, la cui fondazione continua a operare. Giusto citare anche lui nel novero dei campionissimi a vincere questa competizione, assieme a Farfus, Jeroen Bleekemolen, Schneider e Campbell-Walter.

Si prospetta una 24H di Dubai molto interessante. A cominciare dai piloti e dai team italiani, numerosi e con buone possibilità di fare bene. Andando in ordine di numero di gara troviamo il n°4 Matteo Malucelli, desideroso di cancellare una stagione 2014 in chiaroscuro. Guiderà una Ferrari 458 Italia GT3 della Scuderia Praha (in squadra per altro con l'espertissimo olandese Peter Kox). Ci sarà Matteo Cairoli, giovanissimo pilota Porsche, inserito nel team tutto svizzero Fach Auto Tech (Porsche 997 GT3 R) e per la prima volta di fronte a una gara di durata. Rino Mastronardi e Gabriele Lancieri saranno in pista con una 458 Italia del team elvetico Glorax Racing. Questi quattro piloti nostrani si sfideranno per la leadership della classe A6, riservata alle GT3, e probabilmente per la vittoria assoluta.

Matteo Cairoli
Nella classe 997 (riservata alle Porsche 997 Cup e alle 991 Cup) saranno in pista Massimo Vignali (con il team francese Le Duigou); il team italiano Dinamic Motorsport (con Tiziano Cappelletti, Tiziano Frazza, Mario Cordoni, Piero Foglio, Roberto Rayneri; Gianluca De Lorenzi con il team sanmarinese GDL.

La livrea della GDL Racing alla 12H di Abu Dhabi '14

La classe SP3, nella quale correranno delle GT4, vedrà al via Marco Maranelli (Niedertscheider Motorsport, Ginetta G50) e due equipaggi del team reggiano Nova Race (sempre Ginetta G50) con Alberto Vescovi, Roberto Ferri, Roberto Gentili (numero 167) e Luca Magnoni, Luis Scarpaccio, Fabio Ghizzi, Matteo Cressoni (numero 205).

La simpatica locandina della Nova Race

Nella gara ci sarà spazio anche per tante altre classi: 6 equipaggi in lizza con le BMW M235i Racing Cup per la classe CUP1; alcune A5 (vetture turismo tra i 3000cc e i 3500cc); alcune A3T (sovralimentate oltre i 2000cc); parecchie A2 (tra i 1600cc e i 2000cc) e una manciata di SP2, categoria che riassume tutte le vetture non classificabili singolarmente come ad esempio le V8 da oltre 5000cc.

Molti i nomi noti in griglia. Il tedesco Christian Engelhart e gli svizzeri Mark Ineichen, Rolf Ineichen, Adrian Amstutz (Stadler Motorsport) si ripresenteranno con il numero 1 essendo stati loro i vincitori dell'edizione 2014; lo svedese Simonsen, l'olandese Yelmer Buurman e il saudita Al Faisal correranno con le Mercedes SLS AMG del team Black Falcon (insieme ai già vincitori Schneider, Bleekemolen e Al Qubaisi); i proprietari del team Lotus F1 Eric Lux e Gerard Lopez correranno con le Mercedes SLS AMG del Gravity Motorsport (insieme a Loris De Sordi, manager del team); Marko Asmer e Kevin Korjus, estoni, saranno i piloti di punta del team GTRussian.

Appuntamento quindi all'8 gennaio per le prove di qualificazione e al giorno successivo per l'inizio della gara sul circuito di Dubai, per l'occasione utilizzato nella versione Grand Prix.

Elenco degli iscritti
Informazioni

venerdì 5 dicembre 2014

Il riassunto della stagione 2014: WEC

C'è profumo di rivincita nell'aria, per chi ama l'endurance. Il 2015 sarà un'annata fondamentale per il WEC - alias World Endurance Championship - perché avrà tutte le carte in regola per diventare uno dei campionati più combattuti di sempre. Gli organizzatori, FIA e ACO, dovranno definitivamente far saltare il banco per ricreare, finalmente, le stesse epiche condizioni che a cavallo degli anni '60-'70 avevano fatto sì che l'endurance attirasse più attenzione della F1.

Nel 2015 avremo infatti due Audi, due Toyota, due Porsche e due Nissan LMP1 pronte a darsi battaglia per conquistare il campionato, con l'aggiunta probabile di una Audi e sicura di una Porsche per la 24 Ore di Le Mans. I migliori piloti al mondo cominciano a guardare alla serie non più come a un ripiego ma come a un'alternativa alla F1. Lotterer, che nel 2014 ha guidato la Caterham F1 e la Audi R18 e-tron quattro, ha fatto sapere a tutti che l'Audi è decisamente più divertente da guidare, e per certi versi, anche più performante. Oddio, era la Caterham, e non la Mercedes. Ma fa comunque pensare...

Lotterer, Fassler, Treluyer nel loro cortile di casa: Le Mans...

La stagione appena conclusa (con il botto, visto la gran legnata che hanno preso Webber e Cressoni nelle ultime battute della 6 ore di Interlagos) ha dimostrato che, comunque vada, c'è tanto lavoro da fare per raggiungere la F1. Il numero di partecipanti, sempre superiore alle 25 unità, è buono, ma superabile: nella LMP2 sono state solo 4 le vetture iscritte, decisamente poco visto che nell'ELMS la griglia era di tutt'altra consistenza. Se verranno confermate le LMP1 prima descritte, potrebbe esserci lo spazio per una griglia di 40 unità, considerando almeno 10 vetture per categoria: è un obiettivo assolutamente fattibile.

Il matrimonio tra Hulkenberg e Porsche è stato sorprendente. Altri piloti di F1 sarebbero interessati a correre a Le Mans, Nico potrebbe essere solamente il primo di una bella lista

La LMP1-H, classe regina, è andata alla Toyota con 5 vittorie su 8 appuntamenti. La casa nipponica ha però mancato la vittoria a Le Mans, andata all'Audi dopo una tiratissima battaglia. La Porsche è in crescita e a Interlagos, ultima gara annuale, ha centrato la sua prima vittoria nell'anno del debutto. Nella LMP1-L, classe che comprende le LMP1 non dotate di una motorizzazione ibrida, il solo Rebellion (con le Lola-Toyota) ha corso tutta la stagione.

Il titolo piloti è andato alla coppia Toyota Davidson-Buemi, due ex F1 che hanno trovato l'eldorado fuori dal Circus. Soprattutto Buemi ha potuto tappare la bocca a chi pensava di avere a che fare solo con uno scarto dello Junior Team Red Bull. I due hanno vinto 4 gare, con l'aiuto di Nicolas Lapierre per le sole vittorie di Silverstone e Spa. Il trio delle meraviglie Audi, ovvero Lotterer-Treluyer-Fassler, ha portato a casa il trofeo di Le Mans e la gara di Austin, ma nel resto della stagione non ha in realtà convinto del tutto.

I campioni, Davidson e Buemi. Non bellissimi, ma piuttosto veloci...

Dietro di loro, ecco l'equipaggio Porsche Lieb-Dumas-Jani, che nelle ultime 4 gare ha davvero scalato la classifica: 4° al Fuji, 3° a Shanghai, 2° in Bahrain, 1° a Interlagos. A pari punti con loro si sono classificati i portacolori dell'Audi Di Grassi e Kristensen. Per il danese questa è stata l'ultima stagione; una carriera spettacolare con ben 9 successi a Le Mans! Buona la prima stagione per Mark Webber sull'altra Porsche, con tre podi all'attivo, mentre Kazuki Nakajima si è tolto anche lui qualche sassolino dalla scarpa cogliendo tre 2° posti.

La F1 spesso non rende giustizia alle doti velocistiche dei piloti, come dimostrato da Kazuki Nakajima.
Il pilota giapponese è stato velocissimo per tutta la stagione.


In LMP2 la griglia è stata piuttosto ristretta per tutto l'anno. Sono stati decisivi i ritiri, e a vincere infatti è stato l'unico pilota a ritirarsi solo una volta, ovvero il russo Sergey Zlobin del team connazionale SMP Racing (Oreca-Nissan). Il russo ha vinto una sola gara (Le Mans, insieme a Ladygin e Mika Salo), ma è salito sul podio altre cinque volte. Destino beffardo per il G-Drive Racing di Pla, Canal e Rusinov: 4 vittorie e due 3° posti non sono bastati per conquistare il titolo. Stesso discorso per il KMCG di Howson e Bradley, vincitore di tre gare (con l'aiuto di Imperatori e Matsuda). La categoria, quasi un campionato russo più che mondiale, ha bisogno di nuovi competitor per tornare davvero entusiasmante.

Sergey Zlobin, Anton Ladygin e Mika Salo, vincitori a Le Mans nella LMP2

Nella LMGTE Pro, dove corrono piloti professionisti con le GT più performanti, è stata la AF Corse a dettare il ritmo, grazie alla super coppia Bruni-Vilander. Ormai non ci sono più parole per descrivere l'enorme bravura di questi due piloti, affiatati e poco inclini agli errori. Bruni è considerato nell'ambiente come uno dei migliori piloti in assoluto, e anche quest'anno ha dimostrato di meritare queste attenzioni: insieme al compagno finlandese ha vinto a Spa, a Le Mans (terzo pilota Fisichella), al Fuji e in Bahrain. Dietro di loro altri specialisti: Makowiecki, Lietz e Pilet, in forza al Team Manthey (Porsche) vincitore di due gare; Stefan Mucke e Darren Turner, piloti ufficiali Aston Martin (mattatori nelle americhe, con le vittorie di Austin e Interlagos). I successi di Bruni e Vilander sono stati decisivi per la conquista del titolo costruttori GT da parte di Ferrari, davanti a Porsche e Aston Martin.

La Ferrari n°51 di Bruni-Vilander

Nella LMGTE Am il campionato è stato un assolo del team Aston Martin, con 7 vittorie totali. Lamy, Nygaard e Dalla Lana si sono aggiudicati tre gare, una in più invece per il trio danese Thiim, Poulsen e David Heinemeier Hansson, un programmatore informatico di primissimo livello! Solo Spa non è stata conquistata dalle Aston, per via della vittoria AF Corse di Cioci-Venturi-Perez Companc.

Pedro Lamy e il suo inconfondibile casco
Per finire, una parola sugli italiani del WEC. Oltre ai già citati Bruni e Fisichella, il team AF Corse ha portato in pista anche Rigon (vincitore del premio "rivelazione dell'anno"), Gianmaria, Casè, Cioci, Venturi, Pier Guidi, Rugolo e Bertolini. Hanno corso con delle 458 Italia anche Federico Leo, Gianluca Roda, Paolo Ruberti e Matteo Cressoni. In LMP2 la SMP Racing ha schierato Maurizio Mediani, mentre nella LMP1 Andrea Belicchi ha corso per il 5° anno consecutivo nel Rebellion Racing. Apparizione anche per Marco Bonanomi a Spa e a Le Mans, con buone prestazioni. La speranza è che Audi possa promuoverlo presto in uno dei due equipaggi a tempo pieno nel WEC, chiudendo quel vuoto lasciato da Emanuele Pirro e Dindo Capello.

Per tutte le classifiche, ecco qui il link.

Gli altri riassunti della stagione 2014 by Piloti e Motori:
WTCC - WRC - World RX - GP2 - GP3 - Auto GP/FA1 - Super Formula - F3 European Championship - Euroformula Open - DTM - BTCC - V8 Supercars - Euro V8 - Super GT - Stock Car Brasil - Turismo Carretera - Nascar Sprint Cup - Nascar Nationwide Series - Nascar Camping World Truck Series - Nascar Whelen Euro Series - F.Renault 3.5 (WSR) - F.Renault 2.0 Eurocup - F.Renault 2.0 NEC - F.Renault 2.0 Alps - F.Renault 2.0 UK - United Sportscar Championship (USC) - ELMS - Asian Le Mans Series - Blancpain Endurance Series - Blancpain GT Sprint - International GT Open - Indycar - Indy Lights - Pro Mazda - US F2000 - Mobil 1 Porsche Supercup - Super Trofeo Lamborghini Europe - Trofeo Maserati - Eurocup Clio - European Rally Championship (ERC) - African Rally Championship (ARC) - Middle East Rally Championship (MERC) - Asia-Pacific Rally Championship (APRC) - Codasur South America Rally Championship - North America and Central America Rally Championship (NACAM) - CIVM - CITE - Campionato Italiano Prototipi - Campionato Italiano Rally - F4 Italia - Carrera Cup Italia - Lotus Cup Italia - Clio Cup Italia - Green Hybrid Cup


mercoledì 13 agosto 2014

Se io fossi un pilota...

Se io fossi un pilota... un sogno innocente che nasce in tenera età, per poi far spazio alla realtà. No, non sono diventato un pilota. Probabilmente mio padre non avrebbe mai appoggiato la mia decisione. Ma soprattutto io stesso non avrei permesso alla mia famiglia di spendere più denaro del normale.

La passione però rimane. Rimarrà sempre. E ogni tanto questa passione mi fa pensare: cosa farei se fossi un pilota?

Probabilmente seguirei un percorso che nessuno fino ad oggi ha mai tentato di portare a termine.

La maggioranza dei piloti europei sogna di vincere il Mondiale di F1. La maggioranza di quelli americani, invece, sogna di vincere il campionato Nascar o la 500 miglia di Indianapolis. I francesi bramano la 24 Ore di Le Mans. I tedeschi la 24 del Nurburgring. E via dicendo.

Nessuno, però, hai mai provato a vincere tutte le gare più importanti nell'arco della propria carriera. Gare, non campionati. Non che i campionati facciano schifo, però...

Ecco cosa farei... Proverei a vincerne 10:

- La 500 Miglia di Indianapolis. Perché è una gara tosta, pericolosa, ha un contorno speciale e una coppa da far girare la testa. Una centrifuga di emozioni sempre a tavoletta.


- La 24 Ore di Le Mans. Chi gareggia lì assomiglia a una trottola che concentra in un giorno tutta la fatica di un anno. A velocità folli.


- La 24 Ore del Nurburgring. Mi accomunerebbe ai grandi del passato, in un circuito dalla difficoltà estrema.


- La 24 Ore di Daytona. Imprevedibile. Rustica. Appassionante. Su un nastro di asfalto strettissimo.


- Il GP di Montecarlo. Due guardrail insidiosi ai lati della macchina, nel circuito nel quale la precisione è un fattore fondamentale.


- La Daytona 500 Nascar. La gara più prestigiosa della serie, nella quale servono palle d'acciaio e strategie geniali.


- La Bathurst 1000. Nel regno delle V8 australiane, con i canguri a pochi metri e un saliscendi tortuoso e complicato dove l'aderenza è precaria.


- La 1000 Km di Suzuka. Qui i piloti giapponesi diventano leoni. La difficoltà del campionato Super GT giapponese è sempre alta, data l'estrema competitività di tutti i team.


- La F3 a Macao. La gara più pazza del mondo nel circuito più strano e caotico in assoluto.


- La salita al Pikes Peak. 156 curve fino a 4300 metri d'altezza, per un totale di 16 km da brivido, senza parapetti né vie di fuga.



Avrei anche voluto aggiungere anche il Rally di Finlandia, ma la versione attuale non è esattamente come quella dei pionieri. Infatti quel rally si chiamava 1000 Laghi...

Forse i piloti veri potrebbero dirmi: impossibile, alcune gare sono troppo per specialisti e alcune altre hanno dietro una preparazione talmente lunga da rendere impossibile l'approccio ad altre faccende. Però io penso a Kristensen e dico che la carriera di un pilota può durare dai 16 ai 50 anni. E dico anche che per alcuni piloti che hanno difficoltà a trovare gli stimoli giusti questa sarebbe la soluzione migliore.

Diventare il miglior pilota di sempre.

Bello, eh?