lunedì 30 giugno 2014

Le gare del weekend - 28-29 Giugno 2014

Senza F1, gli altri campionati ballano! Weekend ricco con tantissimi appuntamenti di rilievo. Ecco gli highlights delle gare più importanti corse sabato 28 e domenica 29 giugno.

INDYCAR - HOUSTON

Highlights gara 1



Highlights gara 2



WORLD SERIES BY RENAULT - MOSCA

Highlights gara 1



Highlights gara 2



MOTO GP - ASSEN

Best Actions



DTM  - NORISRING



WRC - POLONIA





domenica 29 giugno 2014

Made It Out Alive - Il film doc di Rupert Keegan

Rupert Keegan è stato uno degli eroi della favolosa e formidabile Formula 1 degli anni '70. Un'epoca fatta di capelli lunghi, sesso, birra, rock'n'roll, incidenti pazzeschi e spirito di cameratismo. L'epoca di James Hunt, delle Hesketh, di Arturo Merzario, Lauda, Regazzoni, di Fittipaldi e delle sue basette, della Wolf e della Shadow, dei piloti una tantum che gareggiavano con i campioni del mondo a Zandvoort, al Fuji, al Nurburgring.

Il nostro eroe, Rupert Keegan, ha gareggiato con Hesketh (una livrea mitica!), Surtees, RAM e March, sponsorizzava preservativi, riviste per adulti, superalcolici e cartine, era circondato da donne stupende e dotato di una capigliatura da far invidia a un hippy.

Rupert Keegan nel 1977...
Ha partecipato a 37 Gran Premi e non ha conquistato nessun punto. Ma questo non interessa. Perché Rupert, nato a Westcliffe-on-Sea (Essex) nel '55, è un simbolo di un periodo straordinario dell'automobilismo. Un'epoca nella quale (quasi) tutto era libero, nella quale i piloti erano - davvero - genuini, non dei robot telecomandati da iper-tecnologici team di ingegneri.

Ora il buon Rupert porta avanti un progetto da pelle d'oca per gli appassionati: un film-documentario, dal titolo Made It Out Alive, sulla F1 anni '70 dove si vede tutto - ma proprio tutto - della vita dei piloti. Una vita spesso appesa a un filo, una vita da vivere a 300 all'ora anche fuori dall'abitacolo. Un biglietto di sola andata per il prossimo circuito, nella speranza di vincere e soprattutto di sopravvivere.

...Rupert Keegan oggi!
Dopo il successo del film Rush, narrante le gesta di Hunt e Lauda nel mondiale '76 e parecchio verosimile alla storia originale (Howard ha messo un po' più di pepe nella rivalità tra i due, in realtà assai rispettosi l'uno dell'altro), questo documentario promette di essere un'opera imperdibile per chi ama le corse e per chi le ha amate allora.

Ecco il trailer ufficiale di Made It Out Alive (titolo direi azzeccatissimo):


Per ulteriori notizie sul film-doc di Rupert Keegan:
- Sito ufficiale
- Pagina Facebook ufficiale
- Canale Youtube
- Pagina Twitter di Rupert

sabato 28 giugno 2014

Le 10 livree più strane della storia della F1

Agli albori della F1 si correva con i colori "nazionali" delle corse: le auto italiane in rosso, le francesi in blu, le inglesi in verde... poi, con l'arrivo degli sponsor, le macchine hanno cominciato ad assumere colorazioni sempre più elaborate e fantasiose. Con dei casi limite, vuoi per la stranezza di uno o più sponsor, vuoi per la celebrazione di un'occasione speciale...

Ecco le 10 livree più strane della storia della F1, con la Red Bull assoluta protagonista...

10° Red Bull 2008 - L'ultima di David Coulthard. Livrea celebrativa per l'ultimo Gran Premio di David Coulthard in F1, in Brasile, nel 2008. Non portò fortuna, con lo scozzese fuori al primo giro per incidente.

9° Ferrari 2001 - Dopo l'11 settembre. L'attentato alle torri gemelle mette a rischio il GP di Italia a Monza. Alla fine si corre, e la Ferrari decide di eliminare tutti gli sponsor e pitturare il muso di nero, in segno di lutto.

8° Mclaren 1985. La Marlboro sbiadita. Il tentativo cromatico dello sponsor tabaccaio non funzionò e questa colorazione non fu più ripresa (fortunatamente).

7° Red Bull 2007. La F1 di Superman. Livrea e tute in onore al nuovo film di Superman per la Red Bull che corse a Montecarlo.

6° Red Bull 2005. Star Wars in pista. La Red Bull ci aveva già provato nel 2005 con queste fiammate dedicate a Star Wars. Strano, ma bello.

5° Tyrrell 1997. La F1 di Xena. Xena, la Principessa Guerriera, in mostra sul cofano motore della Tyrell di Verstappen e Salo. Un tocco di... esoticità, in una livrea piuttosto triste.

4° Red Bull 2007. I fan in pista. Per il GP del Regno Unito, la Red Bull porta sul tracciato questa livrea nella quale sono raffigurate le facce di migliaia di fan. Strano effetto cromatico!

3° Honda 2008. La F1 ecologica. Con il suo progetto Earthdreams, la Honda voleva dare un messaggio ambientale. La vettura, però, inquinava lo stesso e per giunta andava pure piano. Molta creatività, effetti zero.


2° Bar 1999. Divisa in due. La scuderia di Pollock e Jacques Villeneuve, nata sulle ceneri della Tyrrell, era pronta a scendere in pista con due diverse livree: Blu 555 per Ricardo Zonta e Bianco-rossa Lucky Strike per Jacques Villeneuve. La cosa non fu permessa, e allora fu presa la decisione geniale di tagliare la macchina in due con una cerniera gialla.

1° Hesketh 1977. Gli sponsor proibiti. Rupert Keegan guidò questa Hesketh nel 1977. Penthouse (tutti sappiamo di cosa si occupa) e Rizla (idem) unirono le forze per una splendida livrea che non lasciava spazio a fraintendimenti!


venerdì 27 giugno 2014

Le assurde regole della F1 2015

La FIA ha confermato oggi una serie di nuove regole che entreranno in vigore nel 2015. La reazione degli appassionati è stata subito veemente, con proteste (per ora solo online) che probabilmente supereranno in quantità e vigore le lamentele legate al doppio punteggio della gara finale. Vediamo in sintesi cosa hanno deciso quei volponi della FIA e dei team di F1.

Ripartenza da fermo dopo la Safety Car


Dopo un periodo di Safety Car, la gara ripartirà da fermo. Tutti di nuovo sulla griglia, come se fosse il primo giro. Quest'assurdità, un fatto assolutamente nuovo per la F1 e mai collaudato in nessun'altra serie automobilistica di rilievo, porterà a delle terribili distorsioni dal punto di vista dello spettacolo. La partenza è certo uno dei momenti più emozionanti della F1, ma introducendola anche in mezzo la gara, il suo valore ne verrà sminuito. Allo stesso tempo, è anche uno dei momenti più pericolosi. E se alla nuova partenza ci fosse un incidente? Ci sarebbe un'altra ripartenza. Si può immaginare cosa questo può voler dire in circuiti come Montecarlo, Montreal o Singapore. Questa sarà - azzardo - la regola più STUPIDA della storia della F1.

Pattini antiscivolo in titanio


Le F1 di una volta generavano, al contatto con l'asfalto, una nuvola di scintille dal grande effetto visivo. Ora verranno introdotte delle parti in titanio sul fondo vettura per ricreare quella magia. Questa regola è stata scritta per aumentare lo spettacolo, ma se mancano i sorpassi la gente davanti alla tv si addormenta lo stesso. In sostanza un inutile additivo.

Riduzione dei test

Altro specchio per le allodole. Per ridurre i costi, i test prestagionali passeranno da tre sessioni da 4 giorni a due sessioni da 4 giorni. Mentre i test durante la stagione scenderanno da 4 a 2. Come questo possa ridurre veramente i costi, è un mistero. Nel frattempo, le scuderie portano alle piste motorhome sempre più lussuosi, rivelando poi di non avere abbastanza soldi per portare in pista piloti non paganti. 

Parco chiuso fin dal venerdì

Altra regola incomprensibile che ammazzerà l'inventiva dei team. Le auto non potranno più essere modificate dopo la fine delle prove libere del venerdì. In questo modo, i piloti e i team in difficoltà al venerdì non avranno praticamente più l'opportunità di ribaltare la situazione. Rendendo inoltre inutile la prova libera del sabato mattina.

Riduzione prove aerodinamiche

Le prove in galleria del vento subiranno una riduzione in termini di ore e i team potranno nominare una sola galleria del vento utilizzabile a inizio anno. I team non potranno più confrontare i dati di diverse gallerie del vento, in sostanza. Avevamo veramente bisogno di una regola del genere?

Queste regole, oltre ad essere decisamente fuori luogo e fuori dal tempo, non cambieranno una virgola nei budget messi in piedi dalle squadre. Se Red Bull, Ferrari o Mercedes vorranno spendere di più degli altri, saranno sempre in grado di farlo. Chi può controllare il budget reale speso da queste scuderie? Nessuno.

Inoltre, è ormai palese che la questione dello "spettacolo" è parecchio sopravvalutata. Sono ormai 20 anni, personalmente, che guardo la F1 e ne leggo notizie e reportage. Non mi è mai capitato di seguire una stagione senza sentire parlare di questo problema. Ma il mondiale 2014 assomiglia molto a quello 1988. E i turbo hanno più o meno lo stesso rumore oggi come nel 1985... 

In conclusione... Cara FIA (e cari team), perché non provate DAVVERO ad ascoltare chi paga il biglietto per le corse e chi compra cappellini, magliette? Forse potremmo avere ottime idee da offrire. Sicuramente migliori di queste.

giovedì 26 giugno 2014

Nascar Whelen Euro Series, la Nascar...all'italiana

Sei appassionato delle corse americane ma non hai abbastanza soldi per andarle a vedere laggiù? Sei stufo delle monoposto e vuoi vedere delle macchine dal chiaro retaggio U.S.A.? Sei un accanito sostenitore dei piloti italiani e hai perso ogni speranza di vederli in F1?

Allora c'è un campionato che fa per te: la Nascar Whelen Euro Series. In pratica una Nascar in salsa europea, corsa su circuiti all'europea: Valencia (il Ricardo Tormo), Brands Hatch, Nurburgring, Magione e Bugatti/Le Mans. In aggiunta, un ovale a D situato a Tours, in Francia. Le auto hanno le classiche specifiche Nascar: ci sono le Mustang, le Camaro, le Toyota Camry.


Oltre alla tappa di Magione, che sarà disputata il 20 e 21 settembre (ad ogni weekend, infatti, ci sono due gare), l'Italia è assai ben rappresentata, con nomi di spicco.

La CAAL Racing, nelle gare del 7-8 giugno sul tracciato corto di Brands Hatch, ha portato in pista Eddie Cheever Jr., Fabrizio Armetta, Nicolò Rocca (per la divisione I) oltre a Luca Pirri, Simone Laureti e Gianmarco Ercoli. Corrono nella divisione 1 anche Andrea Larini (OverDrive Buffalo) e Simone Monforte (Euro Kart Racing), mentre nella divisione 2 ci sono Erika Monforte (Euro Kart Racing), Francesca Linossi e Marsilio Canuti (entrambi per il DF-1 Racing by B66).

Oltre agli italiani, ci sono vecchie conoscenze del motorsport europeo: Christophe Bouchut, Anthony Kumpen, Mathias Lauda, Borja Garcia, Bas Leinders, Bert Longin. Ma il protagonista della serie è lo spagnolo Ander Vilariño, sempre nella top ten.

Il potenziale per diventare una serie di grande livello, magari con un maggior numero di weekend e con qualche contratto televisivo di spicco, c'è tutto. Il massimo sarebbe invitare qualche pilota ancor più famoso, magari della serie madre - quella statunitense - in una sorta di match USA vs Europa...

mercoledì 25 giugno 2014

Simona De Silvestro e la F1, che sia una farsa?

Simona De Silvestro, 25 anni, ha corso per 4 anni in Indycar dove ha conquistato come miglior risultato un 2° posto e altri 12 piazzamenti nella top ten.

Questo curriculum non è esattamente il migliore sulla piazza; ci sono piloti assai più competitivi in termini di risultati. Tuttavia, Simona è diventata "pilota affiliata" della Sauber.

Simona De Silvestro

Lei è molto veloce, niente da dire. E anche molto seria nel suo lavoro. Però ha una caratteristica che nel mondo delle corse la rende, purtroppo, più speciale di altri colleghi: è donna.

In un mondo decisamente al maschile, poche donne sono riuscite a sfondare veramente. Lella Lombardi, ad esempio, negli anni '70 fu parecchio competitiva anche in F1. Maria Teresa De Filippis gareggiò in F1 negli anni '50. La sudafricana Desiré Wilson vinse addirittura un GP non valido per il campionato nel 1980, sul circuito di Brands Hatch.

Lella Lombardi

Altre, invece, non hanno avuto la stessa competitività. Giovanna Amati non riuscì mai a qualificarsi nel 1992, soprattutto per via della sua sgangherata Brabham. Katherine Legge fece un test con la Minardi, poi più nulla. Maria De Villota ebbe un grave incidente collaudando la Marussia nel 2012, morendo poi l'anno dopo per arresto cardiaco.

Con lo stringersi dei budget propri e le richieste esorbitanti dei team, anche le donne al volante affrontano il problema di trovare nuovi sponsor. Nel caso della De Silvestro la faccenda è però più complessa.

Simona ha trovato, in effetti, uno sponsor munifico che non solo le sta pagando i test con la Sauber, ma ne ha anche colorato la livrea, cosa raramente accaduta nella storia della F1. In Sauber dicono che il suo percorso di avvicinamento alla serie sarà graduale, prima con i test, poi con i venerdì ai gran premi e infine, chissà, le corse vere.

Màh. In Sauber, oltre ai titolari Sutil e Gutierrez (piloti paganti), Giedo Van Der Garde (terzo pilota pagante), c'è anche Sergey Sirotkin. Anche lui è lì grazie al lasciapassare dei finanziatori che avrebbero salvato il team (anche se molti dicono che ci sia lo zampino di Ecclestone). In un'intervista a f1news.ru, il pilota russo ha dichiarato che la volontà di farlo scendere in pista nel venerdì dei GP è per ora... solo una promessa. Ma soprattutto che la presenza della De Silvestro è puro marketing.

Sergey Sirotkin

Fosse confermato, sarebbe una brutta figura per il team Sauber. Ancor più perché l'attuale manager, Monisha Kalterborn, è donna tanto quanto la De Silvestro. Forse sono troppo "romantico" per questo mondo di squali, ma l'idea di sfruttare l'immagine di una donna per battere cassa è riprorevole.

Spero di sbagliarmi. Spero che Simona riesca a salire sulla macchina al venerdì della F1 e di stracciare i rivali. Così non sarà più solo un'operazione di marketing...

martedì 24 giugno 2014

Perché il mondiale F1 2014 è uno dei più appassionanti di sempre


Con i critici della Formula Uno che vedono il dominio Mercedes come un ostacolo allo “spettacolo”, e i rassegnati che esclamano “Bèh, almeno non vince Vettel con un giro di distacco sugli altri”, la massima serie dell'automobilismo sportivo non ha attualmente un grande numero di estimatori.

C'è però una piccola verità che mi fa pensare a questa come una delle stagioni più spettacolari della storia del Mondiale. Mi riferisco alla sempre più straordinaria somiglianza con l'anno di apertura del periodo d'oro del Circus, il 1988.

Anche allora, un team dominava la scena. Era la Mclaren. Con il turbo Honda e alla guida Ayrton Senna e Alain Prost, la macchina bianco-rossa spazzava via gli avversari già dalle prime prove cronometrate, solitamente con il mago delle pole position, ovvero Senna.


In gara la situazione si equilibrava, con Prost che sfruttava la propria intelligenza tattica per tenere testa al velocissimo ma ancora irruento Senna. Le auto non erano ancora così affidabili come oggi (nonostante la fragilità delle attuali power unit) quindi i due alfieri Mclaren erano costretti qualche volta al ritiro, mettendo pepe alla lotta per il titolo.

Infatti alla penultima gara del mondiale, nella fatal Suzuka, Senna e Prost avevano entrambi le possibilità matematiche di aggiudicarsi il titolo. Che vinse Senna, compiendo sul circuito di casa della Honda una gara magistrale in rimonta.

Oggi Rosberg è Prost, mentre Hamilton è Senna. Rosberg sembra utilizzare meglio i freni ed è in grado di sfruttare in gara una grande abilità tattica. Hamilton è velocissimo sul giro secco e nonostante questo consuma meno carburante del compagno. Con queste caratteristiche complementari, in ogni gara da loro disputata e portata al termine i due sono sempre arrivati in scia l'uno all'altro, dopo duelli emotivamente intensi e talvolta anche parecchio rudi.

Lo spettacolo è già assicurato da questo incredibile equilibrio. Ora, con Hamilton costretto ad inseguire dopo lo stop rimediato in Canada e la prestazione sotto le attese in Austria, si attende una lotta davvero pazzesca. Soprattutto grazie alla gara di Abu Dhabi.

Fu molto criticata la scelta di attribuire doppio punteggio alla gara finale del campionato. Sia dagli addetti ai lavori sia dai tifosi più assidui. Proprio questa regola sta condizionando il campionato in positivo. Rosberg non può permettersi di rallentare il proprio ritmo. Per essere al sicuro deve avere un vantaggio di almeno 51 punti sul rivale all'ultima gara, e per questo motivo cerca sempre di arrivare al traguardo anche se afflitto da problemi tecnici. Ogni punto è assolutamente fondamentale, soprattutto se la lotta è in casa. Inoltre è essenziale per lui mettere sotto pressione Hamilton ponendolo in condizione di commettere (altri) errori.


Lewis, dal canto suo, è costretto a vincere ogni gara, per rosicchiare punti e riguadagnare confidenza: non può permettere a Nico di scappare ancora.

E gli altri? Come nel 1988 si prendono solo le briciole. Allora le Mclaren lasciarono solo una gara a disposizione delle altre scuderie, quella di Monza. Le Ferrari fecero doppietta con Berger e Alboreto. Quest'anno la Red Bull si è già aggiudicata un Gran Premio, e in diversi circuiti (Singapore, Ungheria ad esempio) le Mercedes potrebbero essere meno in forma.

sabato 21 giugno 2014

Dallo spazio all'inferno verde: Felix Baumgartner

Il 14 ottobre 2012 un paracadutista austriaco, Felix Baumgartner, diventò l'uomo dei record lanciandosi da un pallone aerostatico fatto elevare sino alla stratosfera terrestre. In un sol colpo conseguì tre primati:
- L'altezza massima raggiunta da un pallone aerostatico con equipaggio (a oltre 38 km dalla Terra)
- L'altezza maggiore di un lancio da pallone aerostatico
- La velocità massima raggiunta da un uomo in caduta libera (Felix superò il muro del suono)


L'evento fu seguito in tutto il mondo, rendendo Felix una vera e propria celebrità. Dopo tante imprese come questa, fatte di pericoli e di rischi, qualche mese dopo abbandonò gli sport estremi.

Più o meno.

Felix sarà al via della 24 ore del Nurburgring, con una Audi condivisa con tre super piloti: Marco Werner, Frank Biela e Pierre Kaffer. Non è esattamente come stare a casa a guardare la tv!


Baumgartner, come per ogni impresa che ha compiuto nella sua straordinaria carriera, ha preso l'impegno seriamente, avvicinandosi passo dopo passo con dedizione a quello che in realtà era il suo sogno: guidare una macchina da corsa. Nello spazio era da solo, seppur con un team alle spalle. Qui correrà circondato da oltre 160 avversari... Buona fortuna!



venerdì 20 giugno 2014

A Le Mans tornerà un mito delle corse: la Viper!

Alla 24 Ore di Le Mans 2015 potremmo vedere nuovamente in gara una delle auto da corsa più iconiche e pazzesche della storia: la Dodge Viper.

Lo ha annunciato la direttrice marketing di SRT, aggiungendo però che sono ancora molti i dettagli da decifrare riguardo la partecipazione alla corsa francese. La speranza è che questo programma non ci riservi sorprese negative...

Perché la Viper è un mito della storia recente dell'automobilismo? Essenzialmente per il look aggressivo! Nella prossima carrellata di immagini ripercorrerò la storia della Viper, dal suo debutto nel 1996 all'attuale impegno nel Tudor United Sportscar Championship. Occhio alle didascalie!

La Viper debutta a Le Mans nel 1996. Il team è il Canaska Southwind.
Il team Chamberlain nel 1998 mantiene la livrea con le due strisce al centro.
Lo squadrone Oreca alla Le Mans 1999. Una livrea mitica!
Aggressiva... e i colori rendono onore sia agli USA sia alla Francia.
Nel 2000 (sempre Oreca) la livrea è rossa con strisce bianche.
La Viper è davvero unica, anche di profilo.
La Viper gestita alla Le Mans 2001 da Paul Belmondo.
Nel 2002 a Le Mans è schierata dal Larbre Competition.
La Viper torna nel 2013 con una combinazione grigio-gialla.
E nel 2014 corre alla 24 di Daytona.
Nel 2015 tornerà a Le Mans con questa livrea? Il cuore dice di sì!



Il WTCC al vecchio Nürburgring, una scelta coraggiosa

Nürburgring Nordschleife. Due parole che, accostate assieme, mettono i brividi a tutti i veri piloti da corsa. Ogni anno si corre laggiù una delle gare più pazze e mitiche dell'anno, la 24 Ore, aperta a un variegato miscuglio di GT e Touring Car. Dal 2015, però, avremo un evento davvero speciale.

Grazie agli organizzatori del WTCC, ovvero il mondiale turismo, l'inferno verde tornerà ad ospitare una gara valida per un campionato del mondo. I piloti sono già in fibrillazione (come si vede nel video qui sotto), anche se uno dei senatori della serie, James Thompson, mette le mani avanti sul guaio maggiore: la sicurezza del circuito.



La combinazione Sudschleife+Nordschleife configura un tracciato da quasi 26 km, con la parte vecchia a corto di vie di fuga e certo meno gestibile di un tracciato classico da 4 km o poco più. Le postazioni dei commissari dovranno essere ben posizionate, per evitare di avere parti di circuito scoperte. Inoltre dovrà essere ripensato il format della gara, perché non potrà essere utilizzata l'attuale scomposizione in due gare da 60 km ciascuna.

Il WTCC aveva già corso al "nuovo" Nürburgring nel 1987, con la vittoria di Ludwig e Niedzwiedz su Ford Sierra Cosworth, davanti alla coppia Ivan Capelli - Roberto Ravaglia su BMW M3. Terzi arrivarono Markus Oestreich e Roland Ratzenberger, sempre su BMW M3. In quella gara corsero anche Sala, Grouillard, Van De Poele, Laffite, Barilla, Schlesser, Giacomelli, Brancatelli, Johnny Cecotto Sr., Giorgio Francia, Tom Walkinshaw e un giovanissimo Gabriele Tarquini.

La Ford Sierra vincitrice nella gara del 1987
L'ultima gara mondiale corsa sul Nordschleife, relativa al Campionato del Mondo Sport-Prototipi, fu corsa nel 1983 con la 1000 km. Nella configurazione da 20 km, Stefan Bellof (Rothmans Porsche 956) stabilì quello che è tuttora un record sul giro stratosferico: 6'11". In quella gara corsero i mostri sacri della categoria. Con le 956 gareggiarono (oltre a Bellof) Ickx, Mass, Keke Rosberg, Johansson, Wollek, Lammers, Palmer, Bell. Con le Lancia LC1 scesero in pista Sigala e Larrauri, mentre con le LC2 corsero Alboreto, Patrese, Francia, Ghinzani e Barilla. Il mitico Norbert Haug, invece, arrivò 16° a bordo di una Porsche 928 S.

Stefan Bellof sul Karoussel
Il compagno di squadra di Bellof, Derek Bell, ospitò questo cameracar per un giro da 6'37". Pazzesco:


In definitiva, quella degli organizzatori del WTCC è una scelta coraggiosissima. Gli spettatori presenti saranno certamente moltissimi, e le possibilità di far fruttare l'evento dal punto di vista del marketing saranno infinite. Se tutto il weekend filerà liscio, sarà una grande festa per l'automobilismo.

giovedì 19 giugno 2014

Il circuito di Morano sul Po: dalla gloria all'abbandono

Un tempo, sulle rive del Po, a qualche chilometro da Casale Monferrato, sorgeva un autodromo da sogno: il circuito di Morano sul Po. Un tracciato semplice, immerso in un contesto naturale incantevole, non molto lontano dalle industrie monferrine e crocevia tra la Torino della Fiat e la Milano dell'editoria di settore (qui Quattroruote faceva parecchi test drive). L'inaugurazione avviene il 19 marzo 1973, con un battesimo niente male... Arturo Merzario porta qui la Ferrari 312 B2 di Formula 1, girando in 1'01"100 (alla media di 145 km/h). 

Chiamato "Circuito di Casale Monferrato", visto la maggiore importanza che quel centro storico rivestiva (e riveste tutt'oggi) nella zona, il tracciato tocca due comuni, Morano sul Po e Pontestura. La pista è lunga 2460 metri, è larga 11 e ha 8 curve (6 a destra), e si percorre in senso orario. Qui gareggiano la F.3 Italiana, il Challenge Ford Escort Mexico, il Giro d'Italia automobilistico e numerose serie a titolazione italiana e svizzera. Sullo stupendo album Flickr di bgiuliano ci sono molte foto di quelle gare...



Nel 1974, con 17 competizioni, 2151 piloti e 100000 spettatori totali l'attività in pista raggiunge l'apice. Visti i numeri si pensa di allungare la pista portandola a 4 chilometri, per aprirla a campionati internazionali. Vari progetti si susseguono, ma purtroppo nessuno di questi si realizza: in realtà il circuito rappresenta per molti un problema. 

Gli abitanti di Coniolo e Pontestura si lamentano per il rumore: qui si gira quasi tutti i giorni e non sono ancora i tempi dei turbo silenziosi. L'amministrazione comunale di Morano è invece favorevole al proseguimento dell'avventura, ma il sindaco di Pontestura non vuole più sentir ruggire motori da corsa. Il 18 agosto 1977 una ruspa entra sul circuito (la cui attività era già stata ridotta) e ara 500 metri di pista. Sembra la fine, ma c'è un bagliore di speranza. La pista viene riasfaltata nel 1980, la riapertura sembra vicina. 

Purtroppo, però, nessuno ci crede fino in fondo. Nessuno porta sul tavolo della discussione i vantaggi a lungo termine per il territorio, per il turismo, per l'occupazione. La pista chiude ed entra nella sua fase decadente. Il Po, nelle sue frequenti esondazioni, rimane l'unico a entrare in pista con regolarità. Crescono le erbacce e le complicazioni: l'area diventa Parco Fluviale e ogni tentativo di riqualificare il circuito viene stritolato da insormontabili ostacoli burocratici.

Questa foto è stata scattata nel 2012. Il tempo è tiranno.


Qui hanno girato, oltre a Merzario, Lella Lombardi, Nelson Piquet, Vittorio Brambilla e Riccardo Patrese. Su queste curve molti hanno giurato una utopica rivincita, molti hanno raccolto firme e promesse. Nulla di fatto. Dell'epoca che fu rimangono solo ruderi e speranze. Chi entra qui non può fare a meno di scattare delle foto, di pensare a cosa si sarebbe potuto fare, di cercare di trovare una soluzione a un'opera che è la classica incompiuta. Ogni volta che rivedo, grazie alle immagini satellitari, il disegno del tracciato, mi viene in mente il circuito di Top Gear, ovvero una pista prove in mezzo alla campagna diventata improvvisamente un'icona.


Sul circuito di Morano le informazioni online sono pochine, ma di qualità. Il bellissimo sito gdecarli.it, un vero e proprio archivio di tracciati da tutto il mondo, riassume tutta la storia progettuale del circuito. Su Facebook esiste un gruppo "Riapriamo la pista di Morano", mentre la grafica Annapi ospita sul suo sito una fantastica (e malinconica) raccolta fotografica. Queste qui di seguito, invece, sono le mie foto... Come vorrei che auto e moto rombassero di nuovo su queste strade!
 

Se il Mondiale di F1 fosse per nazioni...

La Coppa del Mondo di Calcio impazza in tv, sul web e sui giornali. Ogni quattro anni arriva questa doccia di pallone, con giocatori nuovi da scoprire, con squadre qualificate e non qualificate, scandali arbitrali vari e soprattutto, tanto tifo e tante speranze.

Mi chiedo come potrebbe essere una Coppa del Mondo di F1 organizzata per nazionali. E se il 2014 fosse l'anno in cui, a gara unica, si assegnasse questo titolo?

Potrebbe essere questa la Coppa del Mondo di F1?
Le nazionali sarebbero 16, con 32 auto in pista. Con questo criterio di qualificazione: almeno 1 pilota nella F1 attuale (quest'anno sono 13 nazioni); i posti rimanenti in base al quantità di piloti nella storia del Circus (Stati Uniti, Italia e Argentina sono le nazioni storiche rimaste senza rappresentanti in F1). Con queste regole il parterre è sicuramente di tutto rispetto. ;)

Di conseguenza, ecco come potrebbe comporsi questa fantomatica griglia:
Germania: Vettel + Rosberg
Francia: Bianchi + Grosjean
Regno Unito: Button + Hamilton
Finlandia: Raikkonen + Bottas
Messico: Gutierrez + Perez
Venezuela: Maldonado + Cecotto (fa il bello e il cattivo tempo in GP2)
Spagna: Alonso + M. Gené (ha stupito ancora tutti alla 24 Ore di Le Mans)
Giappone: Kobayashi + Nakajima (ufficiale Toyota a Le Mans)
Danimarca: K. Magnussen + Kristensen (ha vinto più di tutti a Le Mans)
Svezia: Ericsson + Eriksson (Jimmy Eriksson corre in GP3)
Brasile: Massa + Castroneves (plurivincitore alla Indy 500)
Russia: Kvyat + Aleshin (ha dimostrato in Indycar di non essere un fermo)
Australia: Ricciardo + Webber (non ha sfigurato a Le Mans)
Stati Uniti: Hunter-Reay + Johnson (il primo ha vinto la Indy 500 nel 2014, il secondo è un campionissimo della Nascar)
Italia: Mortara + Bruni (Edoardo si fa valere nel DTM, mentre Gimmi è imprendibile nelle GT)
Argentina: Lopez + Regalia (Josè Maria è protagonista nel WTCC, mentre Facundo corre in GP2)

Chi potrebbe essere il vincitore? Esiste un algoritmo che aiuterebbe senz'altro a scoprire quale nazionale ha la coppia migliore, ed è quello sul quale si basa il ranking del celebre settimanale britannico Autosport. Ecco quale sarebbe la classifica (al 19 giugno):

1° Germania (46880 punti - miglior pilota Vettel)
2° Regno Unito (34491)
3° Stati Uniti (27372)
A seguire Australia (26400), Brasile (25147), Finlandia (22493), Messico (19444), Spagna (19103), Francia (19024), Danimarca (16903), Giappone (14134), Russia (12970), Venezuela (12164), Argentina (9265), Svezia (9041) e Italia (8967).

Vettel e Rosberg sarebbero la migliore coppia della Coppa
Germania vincitrice e Italia fanalino di coda. Ma è solo ranking. A parità di macchina, probabilmente, la classifica non sarebbe così ovvia. Perché ogni gara è un racconto a parte.