mercoledì 25 novembre 2015

Il riassunto della stagione 2015: WEC

Probabilmente la FIA non si sarebbe aspettata, nel 2012, un così grande successo per la sua neonata serie chiamata World Endurance Championship. Era dal 1992 che non esisteva un campionato mondiale che mettesse insieme prototipi e GT in un calendario composto da gare di durata, e nel corso degli anni questa mancanza era stata a malapena rimpiazzata dalla crescente popolarità della 24 Ore di Le Mans, dietro a una sapiente opera di comunicazione e di marketing dell'ACO.

Eppure, eppure... sembra proprio che la passione per il WEC cresca sempre di più, anche in un paese insospettabile come l'Italia, tralasciando comunque il fatto che basterebbe una vittoria Ferrari in F1 per far girare di nuovo la testa a molti tifosi estemporanei. Al di là di queste guerre di quartiere inutili, c'è un fatto incontestabile che gli abituali appassionati di endurance riconosceranno. Nel WEC, attualmente, ci sono tutti gli elementi per una narrazione epica delle corse, con le grandi marche (Porsche, Audi, Toyota) che si sfidano nella miglior classe (la LMP1) grazie alle gesta di piloti di prestigio quali Mark Webber, André Lotterer, Lucas Di Grassi, Sebastien Buemi, Loic Duval - più o meno tutti con le stesse possibilità di vittoria.

© Nick Dungan

Escludendo Le Mans, che ha regole d'ingaggio diverse, nel WEC 2015 il parco partenti ha raggiunto una certa stabilità, con circa 30 vetture presenti a ogni appuntamento guidate da equipaggi per la maggioranza full time. Questa particolarità ha portato alla formazione di classifiche molto corte, evitando la parcellizzazione dei sedili che si vede talvolta in altri campionati. E inoltre è d'aiuto anche per il pubblico, così maggiormente in grado di riconoscere i propri beniamini e fidelizzare il proprio interesse. Non sarebbe male nemmeno differenziare le livree delle varie LMP1 - che sono dannatamente identiche - ma questo è un desiderio personale.

Con la campionessa uscente Toyota un po' in sordina sono state Audi e Porsche a combattere per la corona 2015, con numerose battaglie in pista che hanno entusiasmato. Il divario tra le due compagini tedesche è stato ridottissimo per tutta la stagione, ma a trionfare alla fine è stata la Porsche, grazie soprattutto alle quattro vittorie in fila (Nurburgring, Austin, Fuji, Shanghai) del trio Timo Bernhard/Brendon Hartley/Mark Webber. I campioni del mondo 2015 hanno però dovuto faticare non poco per portare a casa l'ambito riconoscimento, per via del rocambolesco round finale in Bahrain.

I vincitori: Hartley, Webber e Bernhard © John Rourke


Tra le dune del deserto la Porsche poi vincitrice della classifica assoluta ha subito numerose noie tecniche (al motore, soprattutto) che hanno quasi fatto pensare a un ritiro dalla gara; un'eventualità che avrebbe portato a una vittoria Audi nel campionato con Fassler/Lotterer/Treluyer. A salvare la leadership di Bernhard/Hartley/Webber (5° in gara) ci sono stati altri due eventi: i guai meccanici dell'Audi di Di Grassi/Duval/Jarvis finiti poi sesti e soprattutto la grande gara della vettura gemella di Dumas/Jani/Lieb vittoriosi sulla linea del traguardo dopo un bel duello tra Lieb e Treluyer. Se nella disfida avesse trionfato Treluyer, l'Audi avrebbe raccolto i punti necessari per chiudere il campionato in testa...

Fassler/Treluyer/Lotterer © John Rourke

La battaglia tra Porsche e Audi si è protratta per tutto il campionato, e anche nella 24 Ore di Le Mans è stata confermata l'incredibile vicinanza tecnica tra le due marche. Mentre Bamber/Hulkenberg/Tandy hanno festeggiato una meritata vittoria - una grande impresa, considerando anche la minor esperienza sul circuito francese - l'Audi ha infranto il record della pista per ben due volte, prima con Albuquerque e poi con Lotterer.




Nella classifica riservata alle vetture GT ha trionfato - con tre successi - Richard Lietz, alfiere del Team Manthey che in sostanza ha portato in pista delle Porsche semiufficiali (come l'AF Corse fa con la Ferrari). Per l'austriaco è il primo titolo WEC che va a impreziosire una carriera di alto livello, avendo lui già vinto a Le Mans per tre volte (sempre con le GT). Per l'AF Corse le soddisfazioni maggiori sono arrivate dagli affiatatissimi Bruni/Vilander, vincitori a Silverstone e al Fuji, e da Rigon/Calado/Beretta, secondi a Le Mans dietro la scatenata Chevrolette Corvette di Gavin/Milner/Taylor. Anche l'Aston Martin ha potuto festeggiare una vittoria grazie alla prestazione di MacDowall/Rees/Stanaway nella 6 ore di Spa.

La LMP2 è stata conquistata dalla G-Drive Racing n°26 di Bird/Canal/Rusinov. Il trio, per altro ben assortito, ha vinto in 4 appuntamenti ma ha concluso la gara più importante - Le Mans, chiaramente - solo al terzo posto, dietro al team KCMG con base a Hong Kong (piloti Bradley, Howson e Lapierre, quest'ultimo finalmente vincitore in una gara nella quale aveva sempre sognato di trionfare).

La Ligier G-Drive di Bird, Canal e Rusinov © John Rourke

Nella LMGTE AM è arrivato l'unico successo un po' italiano nel WEC, grazie ad Andrea Bertolini e alla "sua" Ferrari 458 Italia. Il pilota nato a Sassuolo ha accompagnato alla vittoria la SMP Racing e i compagni Aleksey Basov e Viktor Shaitar. Un team che si può definire a tutti gli effetti italo-russo! Le tre vittorie ottenute, compresa la classica di Le Mans, sono state fondamentali per la classifica. Che sarebbe potuta essere diversa se Paul Dalla Lana, pilota canadese che veleggia tra gli status silver e bronze della FIA (e quindi eleggibile per la categoria AM), non avesse distrutto la propria Aston Martin mentre era in testa alla 24 Ore di Le Mans, per giunta a soli 45 minuti dalla bandiera a scacchi.


Dalla Lana, Lamy e Mathias Lauda hanno vinto in tre occasioni e concluso altrettante volte al secondo posto nella propria classe, precedendo per ben 5 volte l'equipaggio della SMP Racing alla fine vincitore. Mi piace pensare che il trio possa considerarsi, nel profondo dell'animo, altrettanto campione.

Vanno spese delle parole anche per Patrick Dempsey. La sua carriera da attore si è notevolmente ridotta per fare spazio a un'attività non altrettanto redditizia ma decisamente soddisfacente: le corse di alto livello. Ottima scelta: quest'anno è arrivato il primo adrenalinico podio a Le Mans (2° nella LMGTE AM) e la prima vittoria (al Fuji). La trasformazione da McDreamy a McSpeedy è quasi completa...

Patrick Dempsey © Nick Dungan


Classifica Piloti - primi 10 (tra parentesi il numero di vittorie):
Timo Bernhard/Brendon Hartley/Mark Webber (GER/NZL/AUS - Porsche) 166 (4)
Marcel Fassler/André Lotterer/Benoit Tréluyer (SWI/GER/FRA - Audi) 161 (2)
Romain Dumas/Neel Jani/Marc Lieb (FRA/SWI/GER - Porsche) 138.5 (1)
Lucas Di Grassi/Loic Duval/Oliver Jarvis (BRA/FRA/GBR - Audi) 99
Sebastien Buemi/Anthony Davidson (SWI/GBR - Toyota) 79
Mike Conway/Stéphane Sarrazin/Alex Wurz (GBR/FRA/AUT) 79
Kazuki Nakajima (JAP - Toyota) 75
Nick Tandy (GBR - Porsche & KCMG) 70.5
Earl Bamber/Nico Hulkenberg (NZL/GER - Porsche) 58
Sam Bird/Julien Canal/Roman Rusinov (GBR/FRA/RUS - G-Drive) 33.5
* a punti anche Bonanomi (Audi)

Classifica GT - primi 10 (tra parentesi il numero di vittorie di classe):
Richard Lietz (AUT - Porsche/Manthey) 145 (3)
Gianmaria Bruni/Toni Vilander (ITA/FIN - Ferrari/AF Corse) 131.5 (2)
Michael Christensen (DAN - Porsche/Manthey) 127 (3)
James Calado/Davide Rigon (GBR/ITA - Ferrari/AF Corse) 123
Frédéric Makoviecki (FRA - Porsche/Manthey) 118 (1)
Patrick Pilet (FRA - Porsche/Manthey) 100 (1)
Alex MacDowall/Fernando Rees (GBR/BRA - Aston Martin) 84 (1)
Christoffer Nygaard/Marco Sorensen (DEN/DEN - Aston Martin) 81
Richie Stanaway (NZL - Aston Martin) 78
Darren Turner (GBR - Aston Martin) 67
* a punti anche Bertolini (Ferrari), Fisichella (Ferrari), Cressoni (Ferrari), Gianmaria (Ferrari), Castellacci (Aston Martin), Roda (Chevrolet), Ruberti (Chevrolet), Mapelli (Porsche)

Classifica LMP1 - Privati (tra parentesi il numero di vittorie di classe):
Mathias Beche/Nicolas Prost (SWI/FRA - Rebellion) 134 (2)
Alexandre Imperatori/Dominik Kraihamer (SWI/AUT - Rebellion) 108 (2)
Pierre Kaffer/Simon Trummer (GER/SWI - ByKolles) 104 (2)
Daniel Abt (GER - Rebellion) 83 (1)
Nick Heidfeld (GER - Rebellion) 69
Matheo Tuscher (SWI - Rebellion) 25 (1)

Classifica LMP2 - primi 10 (tra parentesi il numero di vittorie di classe):
Sam Bird/Julien Canal/Roman Rusinov (GBR/FRA/RUS - G-Drive) 178 (4)
Richard Bradley/Matthew Howson (GBR/GBR - KCMG) 155 (2)
Pipo Derani/Ricardo Gonzalez/Hustavo Yacaman (BRA/MEX/COL - G-Drive) 134 (1)
Paul-Loup Chatin/Nelson Panciatici (FRA/FRA - Signatech) 86 (1)
Nicolas Lapierre (FRA - KCMG) 84 (1)
Nick Tandy (GBR - KCMG) 71 (1)
Pierre Ragues/Oliver Webb (FRA/GBR - SARD Morand) 70
Jonny Kane/Nick Leventis/Danny Watts (GBR/GBR/GBR - Strakka) 63
Ryan Dalziel/David Heinemeir Hansson/Scott Sharp (GBR/DEN/USA - Extreme Speed) 62
Ed Brown/Jon Fogarty (USA/USA - Extreme Speed) 62

Classifica LMGTE AM - primi 10 (tra parentesi il numero di vittorie di classe):
Aleksey Basov/Andrea Bertolini/Viktor Shaitar (RUS/ITA/RUS - Ferrari/SMP) 165 (3)
Emmanuel Collard/Francois Perrodo (FRA/FRA - Ferrari/AF Corse) 148 (1)
Paul Dalla Lana/Pedro Lamy/Mathias Lauda (CAN/POR/AUT - Aston Martin) 144 (3)
Rui Aguas (POR - Ferrari/AF Corse) 136 (1)
Patrick Long/Marco Seefried (USA/GER - Porsche/Dempsey) 131 (1)
Patrick Dempsey (USA - Porsche/Dempsey) 116 (1)
Khaled Al Qubaisi (EAU - Porsche/Abu Dhabi) 82
Christian Ried (GER - Porsche/Abu Dhabi & Dempsey) 79
Francesco Castellacci/Stuart Hall (ITA/GBR - Aston Martin) 54
Gianluca Roda/Paolo Ruberti (ITA/ITA - Chevrolet/Larbre) 52
* a punti anche Cressoni (Ferrari), Gianmaria (Ferrari), Mapelli (Porsche)

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