venerdì 28 ottobre 2016

Il riassunto della stagione 2016: GT4 European Series

È divertente, costa relativamente poco e ha quasi sempre una griglia ben fornita: parlo dell'European GT4 Series, che nel 2016 ha corso su 6 circuiti storici (Monza, Pau, Silverstone, Spa, Hungaroring e Zandvoort) per un totale di 10 gare con lunghezza variabile (dai 50 minuti + un giro alle 2 o 3 ore).




Sono state dieci i modelli differenti visti in pista quest'anno: Aston Martin Vantage, BMW M3, Chevrolet Camaro, Ekris M4, Ginetta G55, KTM X-Bow, Maserati Gran Turismo MC, Porsche Cayman e 997 e Sin R1. Come da regolamento, le macchine non sono soggette a modifiche dopo l'omologazione, salvo deroghe permesse dall'organizzatore SRO; la telemetria è vietata, c'è un fornitore unico di pneumatici (Pirelli) e c'è anche l'immancabile balance of performance. Con un mix di piloti professionisti e amatori la serie è senza dubbio una delle più imprevedibili a livello di risultati e di corsa pura.

Dall'anno prossimo ci sarà in ogni caso un grosso cambiamento, perché la serie si sdoppierà. L'attuale campionato prenderà la denominazione "Northern Cup", con gare centro-europee e in Italia, a Misano; la "Southern Cup" sarà invece la serie che sostituirà il defunto campionato francese GT. Gli appuntamenti del calendario delle due serie non saranno sovrapposti, e ciò dovrebbe permettere la partecipazione - volendo - a entrambe le classifiche.




Rimanendo al 2016, nella classifica PRO hanno vinto i tedeschi Peter Terting (pilota di grandissima esperienza, ha corso anche nel DTM e nel WTCC) e Jörg Viebahn, classe '64 e campione AM 2013, che di mestiere fa l'imprenditore come tanti AM presenti nel motorsport. Per i due compagni di squadra del PROsport Performance è in realtà un ex aequo, visto che a Monza avevano corso su vetture diverse e insieme a ad altri piloti; il caso ha voluto che proprio in quell'occasione non conquistassero punti. Statisticamente, per piazzamenti, il titolo andrebbe a Terting, che a Monza arrivò 14° e 17°, in entrambe le occasioni sei posizioni davanti a Viebahn. Al di là di questo, le tre vittorie e i due terzi posti assoluti conquistati rappresentano i migliori risultati del lotto. Solamente il duo olandese Knap/Severs ha portato a casa altrettante coppe, ma di lignaggio inferiore (una vittoria, un secondo e tre terzi posti).

La Porsche n°18 di Terting e Viebahn

Nella lotta per il campionato hanno pesato sia le vittorie (che sono pagate molto bene in termini di punti) sia gli zeri. Infatti la coppia Dreszer/Siljehaug, seconda alla fine, ha dovuto fare i conti con ben 4 battute a vuoto, determinate da due ritiri, un'esclusione a Monza e una non partecipazione a Silverstone. Pure Madsen e Patzelt, alla fine terzi, hanno perso una buona occasione disertando l'apertura stagionale a Monza, considerando che sono in seguito andati a punti in ogni appuntamento.

Proprio a Monza c'è stato uno dei momenti topici della stagione del miglior italiano della serie, vale a dire Luca Anselmi. Il pilota di Belluno, classe '91, ha vinto gara 1 sul circuito brianzolo (insieme a Giorgio Sernagiotto) e in seguito anche gara 2 all'Hungaroring (con Patrick Zamparini) sulla Maserati Trofeo del Villorba Corse. È stata davvero una bella stagione per lui, anche se - opinione personale - con tre diversi compagni (oltre ai citati anche il francese Michael Blanchemain è stato suo co-equipier) può talvolta essere mancato quel fine tuning necessario in una serie dove si condivide il sedile. Ecco comunque le sue parole su questo 2016: «Premesso che è stato il mio primo anno in un campionato GT dopo il trofeo Abarth, devo dire che penso di essermi destreggiato molto bene in mezzo a dei campioni veri del motorsport come Terting e Huisman. Ho colto la vittoria a Monza al mio debutto assoluto e anche in Ungheria, in questo caso con pole e record del circuito. Purtroppo ci sono stati anche momenti di sofferenza: in gara 1 a Budapest ero primo a 10 minuti dalla fine, e ho forato; a Spa si è rotto il cambio e ho perso punti preziosi visto che ero quarto; il campionato sarebbe andato diversamente senza questi zeri, avrei potuto dire la mia fino alla fine. I vincitori hanno meritato per la costanza e per il talento di Terting, che è un pilota eccezionale. Sono comunque contento perché quest'anno non ho commesso particolari errori e all'inizio dell'anno non avevo certo immaginato di ottenere certi risultati in mezzo a tanti mostri sacri del mestiere. Il campionato è stato per altro equilibrato (grazie anche a un BOP ben fatto che comunque la nostra Maserati ha talvolta sofferto per via della mancanza di aiuto come TC e ABS) e l'organizzazione ha dimostrato di essere impeccabile e capace di mettere insieme un calendario con circuiti meravigliosi»


Luca Anselmi


Buona stagione anche per il duo formato da Giuseppe Ghezzi e Alessandro Giovannelli, piloti della Autorlando Sport, 3° nella classifica finale riservata agli AM. Ancor più che le due vittorie di classe va ricordata la straordinaria prestazione in gara 2 a Monza, con un 4° posto assoluto da incorniciare. Questo risultato è in generale il secondo migliore per un equipaggio AM durante questa stagione, battuto solamente dalla eclatante vittoria assoluta a Spa del francese Jerome Demay (vincitore della categoria) e del belga Damien Dupont, in grado di mettere in riga tutti in una gara costellata da ritiri e colpi di scena.


La Porsche n°76 di Ghezzi e Giovannelli


Tra gli italiani vanno citati anche Giuseppe Fascicolo (2° in gara 2 a Budapest in coppia con lo svizzero Mauro Calamia e alla guida di una Maserati dello Swiss Team), Alessandro Fogliani (5° a Monza in gara 1 insieme a Patrick Zamparini - su Maserati della Villorba Corse), Alessandro Iazzetti (anche lui alla guida di una Maserati, due volte a punti nella AM a Monza), Massimiliano Tresoldi (in coppia ovviamente con Paolo Meloni - 3° di classe in gara 1 a Budapest).


La classifica finale PRO (primi venti - tra parentesi il numero di vittorie):
Peter Terting/Jörg Viebahn (GER/GER) PROsport Performance/Porsche Cayman - 141.5 (3)
Maciej Dreszer/Mads Emil Siljehaug (POL/NOR) RYS Team Hohenberg/KTM X-Bow - 112.5 (1)
Nicolaj Møller Madsen/Andreas Patzelt (DEN/GER) Prosport-Performance/Porsche Cayman - 109 (1)
Luca Anselmi (ITA) Villorba Corse/Maserati Trofeo MC - 108 (2)
Ricardo van der Ende (NED) Racing Team Holland/Ekris M4 - 106
Simon Knap/Rob Severs (NED/NED) Racing Team Holland/BMW M4 - 101.5 (1)
Bernhard van Oranje Nassau (NED) Racing Team Holland/Ekris M4 - 95
Luc Braams/Duncan Huisman (NED/NED) V8 Racing/Chevrolet Camaro SS - 84
Lennart Marioneck/Tim Stupple (GER/GER) RYS Team Holinger/KTM X-Bo - 77.5
Mauro Calamia/Giuseppe Fascicolo (SUI/ITA) Swiss Team/Maserati Gran Turismo MC - 69
Giorgio Sernagiotto (ITA) Villorba Corse/Maserati Trofeo MC - 51 (1)
Patrick Zamparini (ITA) Villorba Corse/Maserati Trofeo MC - 49 (1)
Marcel Nooren (NED) V8 Racing/Chevrolet Camaro SS - 39
Hendrick Still (GER) Sofia Car Motorsport/Sin R1 - 28
Jelle Beelen (NED) V8 Racing/Chevrolet Camaro SS - 27
Romain Monti (FRA) Maserati Spa/Maserati Trofeo MC - 25 (1)
Caitlin Wood (AUS) RYS Team KISKA/KTM X-Bow - 20
Laura Kraihamer/Jamie Vandenbalck (AUT/BEL) RYS Team KTM/KTM X-Bow - 19
Andreas Gülden (GER) Sofia Car Motorsport/Sin R1 - 16
Rebecca Jackson/Thomas S. Krebs (GBR/DEN) RYS Team WP/KTM X-Bow - 15


La Maserati n°90 di Anselmi e Zamparini a Budapest


La classifica finale AM (tra parentesi il numero di vittorie):
Jérome Demay (FRA) Street Art Racing/Aston Martin Vantage - 163.5 (1)
Jan Kasperlik (GER) Allied Racing/BMW M3 - 161
Giuseppe Ghezzi/Allessandro Giovanelli (ITA/ITA) Autorlando Sport/Porsche 911 - 133.5
Damien Dupont (BEL) Street Art Racing/Aston Martin Vantage - 115.5 (1)
Dietmar Lackinger (AUT) Allied Racing/BMW M3 - 113
Riki Christodoulou (GBR) Prosport Performance/Porsche Cayman - 101.5
Stephen Liquorish/Graeme Mundy (GBR/GBR) Brookspeed/Porsche Cayman - 99.5
Carsten Struwe (GER) Prosport Performance/Porsche Cayman - 64
Alessandro Fogliani/Patrick Zamparini (ITA/ITA) Villorba Corse/Maserati Trofeo MC - 62
Antoni Chodzen/Piotr Chodzen (POL/POL) Villorba Corse/Maserati Trofeo MC - 53
Liesette Braams (NED) Las Moras Racing Team/BMW M3 - 50
Albert Bloem (BEL) Street Art Racing/Aston Martin Vantage - 48
Mike Hansch (GER) Prosport Performance/Porsche Cayman - 37.5
Eric Cayrolle/Didier Moureu (FRA/FRA) CMR/Ginetta G55 - 36
David Fairbrother/Wayne Marrs (GBR/GBR) Pall Ex Slideport/Porsche Cayman - 29
Alessandro Iazzetti (ITA) Maserati Spa/Maserati Trofeo MC - 20
Pierre-Etienne Bordet/Alexandre Viron (FRA/FRA) Delahaye Racing/Porsche Cayman - 18
Paolo Meloni/Massimilliano Tresoldi (SMR/ITA) Allied Racing/BMW M3 - 15
André Grammatico (FRA) BMW Espace Bienvenue/BMW M3 - 12

giovedì 27 ottobre 2016

Il riassunto della stagione 2016: Nascar Whelen Euro Series

La Nascar Whelen Euro Series 2016 ha preso la via delle Fiandre. Anthony Kumpen, vincitore della Elite 1, e Stienes Longin, capoclassifica della Elite 2, arrivano proprio dalla macro-regione belga, e pure il team PK Carsport, il cui acronimo sta per Paul Kumpen (padre di Anthony), ha sede in quei luoghi - più precisamente nella città di Hasselt.



Il campionato conferma il successo delle passate stagioni, con tanti piloti e team di qualità. A parte il weekend di Tours, gara disertata da alcuni team e quindi disputata con soli 17 piloti per entrambe le classi, ci sono state tra le 23 e le 25 presenze a ogni gara, con 16 programmi full time nella elite 1 e 17 nella elite 2. Come comunque è stato sottolineato più volte, la serie offre molto anche oltre le semplici gare, con dei weekend interamente votati all'intrattenimento del pubblico e incentrati sulla possibilità di avere un contatto diretto con vetture e piloti. In pieno spirito U.S.A. anche il regolamento sportivo, con le semifinali di Adria e le finali a Zolder premiate con il doppio punteggio che ha reso avvincente il finale di campionato.

Dicevamo di Anthony Kumpen: il belga ha vinto il maggior numero di gare in una stagione nella quale non ha comunque dominato. Infatti il francese Gabillon e l'israeliano Day hanno combattuto fino all'ultima gara a Zolder, collezionando ottime statistiche. Gabillon ha vinto quattro gare (una in meno di Kumpen), e ha concluso sempre nella top 5. Un ruolino di marcia invidiabile che non è comunque bastato, anche se per il francese è stata la miglior stagione di sempre nella serie. Alon Day ha invece conquistato lo stesso numero di vittorie rispetto al 2015, ma retrocedendo di una posizione nella classifica finale (da 2° a 3°). Il suo più grande risultato è però l'ingresso nel programma NASCAR Next, che permette ai giovani piloti di avere un accesso facilitato alla tre serie maggiori. Infatti il debutto nella Xfinity e nei truck è già avvenuto nel corso della stagione, con tre gare disputate e un 13° posto come miglior risultato (a Mid-Ohio, nella Xfinity).

Anthony Kumpen

Anche Nicolò Rocca ha corso bene, nonostante non siano state confermate le vittorie e le pole del 2015. Per lui tanti piazzamenti in top 10 e una grande costanza di rendimento. Il pilota pisano, classe '93, è stato il migliore tra gli italiani: dietro di lui Gianmarco Ercoli (8°), Dario Caso (12°), Riccardo Geltrude (16°), Gian Maria Gabbiani (18°), Alex Caffi (19°), Carlo Alberto Forte (21°), Simone Monforte (23°) e Claudio Giudici (33°). Ercoli, che era campione in carica della Elite 2, ha ottenuto 4 piazzamenti nella top 5 ma niente di più, anche a causa di alcuni inconvenienti tecnici occorsi durante la stagione. La parola dell'anno è stata "sfortuna", ma c'è sicuramente voglia di rivincita sia per lui sia per il team Double-T by Nocentini.


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Alon Day... in dolce compagnia (!)


Nella Elite 2 il dominatore è stato Stienes Longin. La sua è una progressione continua dalla prima stagione, e infatti il 27° posto del 2014 si era trasformato in 4° nel 2015 e ora in una tonda vittoria, con 8 successi di tappa e 11 top five. Evidentemente è stato seguito bene dal team PK Carsport, capace di trovare la formula giusta per mettere in pista i propri piloti. La dimostrazione? Il secondo posto di Gabriele Gardel, vittorioso in due occasioni con un ottimo 2° posto finale e un finale in crescendo che ha messo pressione a Longin. Un risultato sicuramente apprezzato dal pilota ticinese che è un grande appassionato del motorsport all'americana.


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Stienes Longin


Il titolo di miglior rookie della Elite 2 è andato a Riccardo Geltrude, del Double-T. Il pilota di Prato ha vinto gara uno a Tours e ha concluso il campionato in 6° posizione a pochissimi punti dalla top five finale. Un grande debutto per un giovanissimo (classe '97) che non ha avuto paura di misurarsi con i più esperti della serie né nella Elite 2 (la serie di elezione) né nella Elite 1 (dove ha colto un piazzamento in top 5).

Gli altri piazzati italiani sono stati Renzo Calcinati (12°), Simone Laureti (16°), Arianna Casoli (19°), Dario Caso (21°), Erika Monforte (23°), Luca Tosini (26°), Marco Spinelli (29°), Giovanni Altoé (30°) e Claudio Giudici (33°). Proprio la famiglia Giudici si è resa protagonista di un brutto episodio a Venray, con l'aggressione all'entourage di Freddie Hunt (dopo un incidente in pista) e la conseguente squalifica a tempo indeterminato con il divieto di frequentare il paddock della NASCAR europea.




La classifica 2016 Elite 1 (tra parentesi il numero di vittorie) - primi 25:
Anthony Kumpen (BEL-PK Carsport/Chevrolet) 657 (5)
Frederic Gabillon (FRA-RDV/Ford) 646 (4)
Alon Day (ISR-CAAL/Chevrolet) 614 (3)
Niccolò Rocca (ITA-CAAL/Chevrolet) 553
Bert Longin (BEL-PK Carsport/Chevrolet) 535
Thomas Ferrando (FRA-Knauf/Ford) 533
Wilfried Boucenna (FRA-Knauf/Ford) 529
Gianmarco Ercoli (ITA-Double T by Nocentini/Ford) 525
Ulysse Delsaux (FRA-RDV/Ford) 496
Freddy Nordstrom (SWE-CAAL/Chevrolet) 494
Borja Garcia (SPA-SPV/Ford) 480
Dario Caso (ITA-Vict Motorsport/Ford) 460
Marconi Abreu (BRA-Brazil Team/Ford) 450
Jerry De Weerdt (BEL-Brass Racing/Ford) 433
Willy Gruber (AUT-Dexwet Renauer/Chevrolet) 413
Riccardo Geltrude (ITA-Double T by Nocentini/Ford) 362
Marc Goossens (BEL-Brass Racing/Ford) 343
Gian Maria Gabbiani (ITA-Double T by Nocentini/Ford) 314
Alex Caffi (ITA-Alex Caffi/Ford) 284
Eric De Doncker (BEL-Motorsport 98/Ford) 262
Carlo Alberto Forte (ITA-Double T by Nocentini/Ford) 260
Martin Doubek (CZE-Dexwet Renauer/Ford) 258
Simone Monforte (ITA-DF1/Chevrolet) 235
Barry Maessen (NED-Raceway Venray/Chevrolet) 204
Florian Renauer (Dexwet Renauer/Ford) 189

La classifica 2016 Elite 2 (tra parentesi il numero di vittorie) - primi 25:
Stienes Longin (BEL-PK Carsport/Chevrolet) 650 (8)
Gabriele Gardel (SUI-PK Carsport/Chevrolet) 604 (2)
Thomas Ferrando (FRA-Knauf/Ford) 590
Salvador Tineo Arroyo (SPA-CAAL/Chevrolet) 571 (1)
Hugo Bec (FRA-RDV/Ford) 539
Riccardo Geltrude (ITA-Double T by Nocentini/Ford) 530 (1)
Guillaume Deflandre (BEL-CAAL/Chevrolet) 504
Martin Doubek (CZE-Dexwet Renauer/Ford) 500
Marconi Abreu (BRA-Brazil Team/Ford) 499
Justin Kunz (GER-CAAL/Chevrolet) 491
Jerry De Weerdt (BEL-Brass Racing/Ford) 486
Renzo Calcinati (ITA-Double T by Nocentini/Ford) 463
Paul Guiod (FRA-Knauf/Ford) 463
Roman Mavlanov (RUS-Dexwet Renauer/Ford) 461
Didier Bec (FRA-RDV/Ford) 457
Simone Laureti (ITA-Double T by Nocentini/Ford) 431
Willy Gruber (AUT-Dexwet Renauer/Chevrolet) 413
Shawn Paul Wakefield (GBR-SPV/Ford) 406
Arianna Casoli (ITA-Vict Motorsport/Ford) 404
Eric De Doncker (BEL-Motorsport 98/Ford) 300
Dario Caso (ITA-Vict Motorsport/Ford) 220
Marko Stipp (GER-Raceway Venray/Chevrolet) 195
Peter Gross (AUT-Dexwet Renauer/Ford) 183
Erika Monforte (ITA-Double T by Nocentini/Ford) 183
Freddie Hunt (GBR-DF1/Chevrolet) 176


Il riassunto delle stagioni precedenti: 2014 - 2015

martedì 25 ottobre 2016

Il riassunto della stagione 2016: Mini Challenge

Il monomarca Mini Challenge è una realtà nel panorama motoristico italiano già dal 2012. Stretto parente del campionato targato UK, non ha ancora trovato quel livello di partecipazione e di seguito che chiaramente è più facile raggiungere dove il sogno Mini è nato. Tuttavia ci sono delle potenzialità già espresse e altre ancora su cui lavorare.



I numeri non sono ancora sufficienti, visto che la griglia è stata composta per tutta la stagione dalle 12 alle 14 macchine. Però si è molto vicini a un obiettivo ampiamente raggiungibile, cioè le 15-16 vetture a ogni appuntamento che danno un ritorno di immagine sicuramente maggiore. Le macchine che possono partecipare al campionato sono la Mini John Cooper Works F56 e la Cooper S R56; hanno un'anima corsaiola e sono - secondo gli addetti ai lavori - molto divertenti. Tuttavia, rispetto alle sorelle del campionato inglese, mancano in aggressività per quanto riguarda le livree.

Guardando alla presentazione prestagionale, era stata promessa una gara fuori dal territorio italiano, ma alla fine è stata scelta Monza come sede del 5° appuntamento. Meglio così, in questo caso: spesso le trasferte sono una spesa non da poco per i team e per i piloti. Ottima invece la copertura media: Italia 2 è stata la televisione ufficiale del campionato e questo accordo è stato certamente positivo per la serie.

Tramontozzi davanti a tutti a Imola

Ivan Tramontozzi, classe 1989, è diventato il campione 2016 con una stagione sostanzialmente da incorniciare. Nel quadro da lui "guidato" ci sono 4 pole position su 6 appuntamenti e 6 gare vinte su 12, la perfetta metà. Questo significa che, al di là dei punteggi, è stato sicuramente uno dei piloti meglio posizionati in pista, con un feeling che lo ha reso protagonista anche quando non ha vinto.

Ivan Tramontozzi

Il duo composto da Gianluca Calcagni e da Filippo Maria Zanin ha avuto il ruolo del rivale principale, che ha interpretato bene con due pole conquistate e quattro vittorie equamente divise. Calcagni e Tramontozzi sono degli habitué della serie fin dal 2012, anno nel quale per altro Calcagni scrisse il proprio nome sull'albo d'oro. Calcagni e Tramontozzi sono ora appaiati per quanto riguarda il numero di titoli, con 2 trofei finali a testa.

Vittorie anche per Alessio Alcidi e Diego Mercurio, capaci rispettivamente a Misano e a Magione di avvantaggiarsi sulle disavventure di Tramontozzi, in Romagna penalizzato di 10 secondi per un contatto e in Umbria ritirato per un guasto tecnico.

Nella classifica riservata alle Cooper S invece si parla al femminile, perché la vittoria finale è andata a Rachele Somaschini. La milanese classe '94 ha conquistato il titolo con la costanza di risultati. Ha concluso ogni gara e nonostante sia stata prima di classe in una sola occasione ha distanziato di 24 punti gli inseguitori Franzoso/Manganelli. Il discorso sarebbe stato forse diverso con una full season di Fabrizio Ongaretto, pilota che ha vinto la sua classe in tutte le gare che ha disputato nella stagione (le prime 4, per la precisione). Purtroppo rimane un classico: nel frammentato panorama delle corse nazionali, i piloti che partecipano a programmi part-time sono tantissimi e rendere il giusto tributo a chi va forte, seppur una tantum, è a volte complesso.

Rachele Somaschini

La Somaschini, affetta da fibrosi cistica e impegnata in tal senso nella promozione della ricerca scientifica, ha in ogni caso corso una grande stagione con questo titolo che va a sommarsi alla corona del CIVM nella categoria Racing Plus 1.6 Turbo, altro campionato quasi del tutto a trazione Mini.


L'ottimo servizio realizzato da Quattroruote sul Mini Challenge


La classifica (John Cooper Works F56, tra parentesi il numero di vittorie) - primi dieci:
Ivan Tramontozzi 190 (6)
Gianluca Calcagni/Filippo Maria Zanin 167 (2/2)
Alessio Alcidi 141 (1)
Andrea Nember 86
Luca Gori 75
Diego Mercurio 66 (1)
Tobia Zarpellon 46
Nicola Novaglio 37
Nicola Ferrato 34
Alessandro Sebasti Scalera 33

La classifica (Cooper S R56):
Rachele Somaschini 80
Nicola Franzoso/Yuri Manganelli 56
Alessandro Suerzi Stefanin 44
Fabrizio Ongaretto 40
Marco Santamaria 38
Alberto Cioffi 34
Luca Rossetti 22
Alessandro Alcidi 20



venerdì 21 ottobre 2016

Il riassunto della stagione 2016: ETRC



Jochen Hahn ha finalmente centrato il poker nell'European Truck Racing Championship! Dopo una lotta serrata con il ceco Adam Lacko, il tedesco ha interrotto la serie positiva dell'ungherese Norbert Kiss, vincitore degli ultimi due titoli europei. Hahn ha vinto quattordici gare, ben dieci in più rispetto allo scorso anno. E a Le Mans ha tagliato il traguardo delle cento vittorie in carriera! Un successo meritato per un pilota figlio d'arte (il padre Konrad aveva esordito nell'ETRC nel 1997) e per una marca (MAN) che ha letteralmente dominato le ultime sette stagioni. L'anno prossimo, tuttavia, Hahn andrà incontro a un compito difficile: rendere subito competitiva la motrice Iveco!


Jochen Hahn


Per Norbert Kiss è stata una stagione difficile. Le statistiche lo evidenziano in modo netto: una vittoria soltanto contro le diciannove del 2015, con la differenza comunque sostanziale del mezzo a disposizione, ora un Mercedes. Lui e il team MB Motorsport hanno sofferto la maggiore competitività di MAN e Freightliner, ma è comunque arrivato un successo in gara 1 a Nogaro. Chissà se il talento ungherese, famosissimo nel suo paese, saprà riportare in alto il marchio tedesco.


Norbert Kiss dietro a Jochen Hahn, scena vista spesso durante la stagione


Questa stagione, più delle precedenti, è stata anche a trazione femminile. Steffi Halm ha vinto ben 4 gare e ha concluso al 4° posto finale con un buonissimo ruolino di marcia soprattutto a Le Mans, circuito nel quale ha trionfato in due gare su quattro. Nonostante abbia vinto due gare in più del compagno di squadra Rene Reinert (imprenditore nel settore logistica), la Halm ha pagato un paio di risultati mancati che le hanno precluso una prestigiosa medaglia di bronzo. L'altra donna della serie, vale a dire la mitica Ellen Lohr, ha concluso il campionato al 9° posto confermando sostanzialmente il passo avuto nel 2015.

Le due hanno siglato a Le Mans un record senza precedenti per la storia del campionato. In gara 4 hanno concluso la gara al 1° e al 2° posto. Un risultato che si è ripetuto pochissime volte nell'intero panorama motorsport per motivi squisitamente statistici: le donne che corrono non sono molte e quindi capita raramente di vederne più di una competere nello stesso campionato per le posizioni di vertice. La speranza, comunque, è che questo risultato sia solo il primo di una lunga serie.


Da sinistra: Ellen Lohr, Steffi Halm e Rene Rienert

In mezzo alla lunga serie di camion marchiati MAN nelle prime posizioni si trova l'unico vero antagonista di Hahn in questa stagione. Adam Lacko, a bordo di un Freightliner, ha vinto tredici volte nel 2016 e ha concluso relativamente a poca distanza dal primo posto. Il campionato è sfuggito nella parte finale della stagione, quando Hahn ha vinto quattro delle ultime sette gare. Lacko invece aveva dato il meglio di sé nella prima parte del 2016, scatenandosi soprattutto nell'unica tappa italiana del campionato, disputata a Misano (3 successi su 4 gare in quella occasione).

Va ricordato anche che secondo il particolare regolamento del campionato i vincitori di gara 1 e 3 sono premiati con 20 punti, mentre per gara 2 e 4 sono solamente dieci. Infatti le gare pari presentano una griglia di partenza invertita, con il vincitore di gara 1 all'ottavo posto e così via. Hahn è stato in grado di sfruttare questa differenza di punteggio, vincendo undici volte le gare dispari (quasi il doppio rispetto a Lacko).


Adam Lacko

Hanno vinto una gara anche il francese Anthony Janiec, a Jarama (gara 4) con una prestazione... alla Gilles Villeneuve grazie alla quale ha resistito a Reinert, Lacko e Hahn. A Most (gara 2) è stato invece Ryan Smith a scrivere per la prima volta il proprio nome nella tabella dei vittoriosi ETRC, conquistando la vittoria con un solo decimo di vantaggio su Reinert. Smith ha tra l'altro vinto il British Truck Racing Championship 2016, tra i più importanti campionati nazionali della categoria.


Il classico caos del dopo partenza


Il campionato ha confermato le sue grandi potenzialità (enormi, visto che parliamo di camion...) dal punto di vista scenico e delle location. Red Bull Ring, Misano, Nogaro, Nurburgring, Hungaroring, Most, Zolder, Jarama e Le Mans sono circuiti storici e con un ottimo pubblico, soprattutto in Europa Centrale. In griglia si sono presentati mediamente tra i 15 e i 20 camion a weekend, salvo la brutta eccezione di Nogaro, weekend nel quale hanno corso solamente 11 motrici (nonostante gli iscritti fossero 14). Sebbene quella dei camion sia una nicchia, non si tratta di motorsport minore: le gare sono molto combattute e i team adeguatamente attrezzati. Le motrici ospitano motori da 1200 cavalli con una coppia di 5,500 N/m. Queste bestie da corsa vanno dai 30 ai 160 km/h in soli 7 secondi, e potrebbero andare molto più forte non fosse per la limitazione di velocità imposta dal regolamento.




La classifica finale (tra parentesi il numero di vittorie):
Jochen Hahn (GER/MAN) 462 (14)
Adam Lacko (CZE/Freightliner) 407 (13)
Rene Reinert (GER/MAN) 260 (2)
Steffi Halm (GER/MAN) 239 (4)
Norbert Kiss (HUN/Mercedes) 216 (1)
Anthony Janiec (FRA/MAN) 196 (1)
Sascha Lenz (GER/MAN) 128
Gerd Körber (GER/Iveco) 123
Ellen Lohr (GER/MAN) 102
Jiri Forman (Freightliner) 93
Ryan Smith (GBR/MAN) 64 (1)
Markus Altenstrasser (AUT/Iveco) 27
Frankie Vojtisek (CZE/MAN) 27
Andre Kursim (GER/Mercedes) 27
Erwin Kleinnagelvoort (NED/Scania) 22
Eduardo Rodrigues (POR/MAN) 17
Jeremy Robineau (FRA/MAN) 13
Shane Brereton (GBR/MAN) 11
Thomas Robineau (FRA/MAN) 7

Il riassunto delle stagioni precedenti: 2015

giovedì 20 ottobre 2016

Il riassunto della stagione 2016: DTM



Marco Wittmann ha conquistato il suo secondo titolo nel DTM, in una stagione aperta fino all'ultima gara a Hockenheim. Il pilota BMW non ha vinto grazie alle tre vittorie e altrettanti piazzamenti a podio, bensì tramite una lunga serie di piazzamenti in top 5 e in top 10 che gli hanno permesso di costruire un buon bottino di punti. Nessuno ha fatto meglio, nelle 18 gare disputate quest'anno: solo in tre occasioni non ha conquistato punti, e una di queste per via di una controversa squalifica per eccessivo consumo dei pattini nella parte inferiore della sua M4.





Edo Mortara è stato il suo fiero avversario, con una sfida diventata caldissima soprattutto sul finale della stagione. Il pilota Audi nato a Ginevra ha vinto più di tutti quest'anno ed è salito sul podio più degli altri (8 volte complessivamente), ma ha pagato pesantemente le cinque battute a vuoto accumulate nel corso della stagione. L'italiano ha più volte spiegato che c'è rammarico per aver perso il titolo a causa di alcuni episodi evitabili. A Zandvoort in gara 1 fu infatti penalizzato per un eccesso di velocità poi rivelatosi un errore di telemetria; in Austria ci fu il contatto con Da Costa (costato tre posizioni in griglia di penalità nella successiva gara al Lausitzring) e in Ungheria la foratura rimediata durante la partenza. Va detto, comunque sia, che salvo Zandvoort parte della responsabilità su quegli incidenti è anche di Mortara.

Titolo meritato dunque per Wittmann, che ha sbagliato meno, e a bordo di una BMW che per altro non è stata la vettura più vittoriosa. Il tedesco ha vinto 3 gare su 4 per la casa bavarese, con il solo Glock in grado di salire sul gradino più alto del podio. Pure Mercedes ha vinto 4 volte, con tre piloti diversi. Non fosse per il titolo piloti perduto, per Audi questa stagione è invece da incorniciare: dieci vittorie (metà delle quali ottenute da Mortara) e primato anche nei giri veloci, a dimostrazione di una superiorità in configurazione gara. Il miglior piazzato Audi dopo Mortara è il terzo classificato finale Jamie Green, l'anno scorso vice-campione; per lui quest'anno una sola vittoria e la matematica possibilità di lottare per il titolo fino a gara 1 a Hockenheim, con punti preziosi persi soprattutto con il ritiro in gara 2 a Budapest.




Paul Di Resta è tornato a vincere dopo due stagioni a secco. L'adattamento al DTM dopo anni di F1 è sempre molto complesso, ma lo scozzese sta risalendo in classifica. Nel 2016 ha eguagliato la posizione ottenuta nella sua prima stagione (nel 2007), e considerando che all'epoca seguirono un titolo, un 2° e un 3° posto c'è da aspettarsi un ulteriore innalzamento dei suoi livelli di competitività. Anche se la serie andrà sempre più verso i giovani.




Questa è infatti stata l'ultima stagione per Timo Scheider e Martin Tomczyk. Scheider ha combinato pochissimo durante questo 2016, ma non si possono dimenticare i grandi risultati ottenuti precedentemente, con due titoli consecutivi vinti nel biennio 2008-09. Il suo debutto nella serie avvenne nel 2000 quando Ocon, il più giovane a partecipare al campionato di quest'anno, non aveva ancora compiuto quattro anni. Pure Tomczyk non è andato bene nel 2016, ma pure lui ha fatto la storia con la conquista del titolo 2011. A questo punto la carica di senatore passa a Mathias Ekström, lo svedese in forza all'Audi che ha debuttato nel DTM nel 2001 (in squadra proprio con Tomczyk).

Tra i piloti risaliti maggiormente in classifica rispetto al 2015, vanno citati Wickens (per la Mercedes), Blomqvist (per la BMW) e Müller (per l'Audi). Il canadese ha vinto due gare e in generale ha dimostrato di essere competitivo lungo tutta la stagione. Blomqvist è invece arrivato vicinissimo alla vittoria in ben quattro occasioni, tre delle quali dietro a Wittmann (un gioco di squadra forse involontario che alla fine è servito). Müller ha decisamente cambiato passo rispetto al passato e lo ha fatto vedere fin da subito con la pole position al primo appuntamento stagionale.




Premio "tutto o niente", infine, a Miguel Molina: tra i suoi 4 piazzamenti a punti può annoverare due vittorie e un terzo posto. Oltre a quelli, solamente una serie di gare concluse lontano dal vertice con preponderanza di risultati oltre la top 15.




La classifica finale (tra parentesi il numero di vittorie):
Marco Wittmann (GER/RMG) #11 BMW M4 - 206 (3)
Edoardo Mortara (ITA/Abt Sportsline) #48 Audi RS5 - 202 (5)
Jamie Green (GBR/Rosberg) #53 Audi RS5 - 145 (1)
Robert Wickens (CAN/HWA I) #6 Mercedes C63 - 124 (2)
Paul Di Resta (GBR/HWA II) #3 Mercedes C63 - 116 (1)
Tom Blomqvist (GBR/RBM) #31 BMW M4 - 113
Mattias Ekström (SWE/Abt Sportsline) #5 Audi RS5 - 107 (1)
Maxime Martin (BEL/RBM) #36 BMW M4 - 90
Nico Müller (SUI/Abt) #51 Audi RS5 - 88 (1)
Timo Glock (GER/RMG) #16 BMW M4 - 84 (1)
Gary Paffett (GBR/ART) #2 Mercedes C63 - 73
Lucas Auer (AUT/Mücke) #22 Mercedes C63 - 68 (1)
Miguel Molina (SPA/Abt) #17 Audi RS5 - 66 (2)
Christian Vietoris (GER/Mücke) #8 Mercedes C63 - 60
Bruno Spengler (CAN/MTEK) #7 BMW M4 - 51
Augusto Farfus (BRA/MTEK) #18 BMW M4 - 44
António Félix da Costa (POR/Schnitzer) #13 BMW M4 - 43
Adrien Tambay (FRA/Rosberg) #27 Audi RS5 - 40
Mike Rockenfeller (GER/Phoenix) #99 Audi RS5 - 31
Maximilian Götz (GER/HWA II) #84 Mercedes C63 - 17
Martin Tomczyk (GER/Schnitzer) #100 BMW M4 - 16
Timo Scheider (GER/Phoenix) #10 Audi RS5 - 13
René Rast (GER/Rosberg) #72 Audi RS5 - 8
Daniel Juncadella (SPA/HWA I) #12 Mercedes C63 - 6
Felix Rosenqvist (SWE/ART) #88 Mercedes C63 - 5
Esteban Ocon (FRA/ART) #34 Mercedes C63 - 2

Il riassunto delle stagioni precedenti: 2015 - 2014

mercoledì 19 ottobre 2016

Il riassunto della stagione 2016: Boss GP

La Toro Rosso attuale, in F1, guarderà a questo 2016 con un po' di amarezza viste le premesse iniziali e il potenziale strozzato da una motorizzazione vecchia. Una delle Toro Rosso del passato ha invece vissuto un ritorno alla giovinezza grazie alla Boss GP e all'austriaco Ingo Gerstl, fiero conduttore della prima vettura della storia del team, quella STR1 guidata all'epoca da Liuzzi e Speed.


La Toro Rosso di Gerstl

Gerstl ha vinto otto delle dodici gare in calendario, e la sua predominanza non rispecchia la classifica finale, nella quale ha concluso con soli dieci punti di vantaggio sul connazionale Peter Milavec. Quest'ultimo ha infatti gareggiato in undici gare su dodici, a differenza di Gerstl presente in soli 9 appuntamenti. Milavec non ha vinto nessuna gara con la sua Panoz DP01 ex Champ Car, ma ha comunque conquistato sei podi dimostrando di essere uno dei piloti più consistenti. C'è da dire che forse il duello sarebbe finito diversamente senza l'incidente di Monza occorso a Milavec. La sfida fra i due non ha avuto... età: Gerstl è nato nel 1967, Milavec quattro anni prima.




I due olandesi Frits Van Eerd e Klaas Zwart hanno portato a casa complessivamente tre vittorie. L'eterno Zwart ha portato in pista la sua fedele Jaguar R5, vincendo solamente gara 1 a Hockenheim e saltando gli ultimi 2 appuntamenti di Brno e Imola. Le due di Van Eerd sono invece arrivate con una Minardi PS04B, decisamente più colma di sponsor rispetto a quando correva in F1. Una Minardi curiosamente sponsorizzata da... Tyrrell's, marchio inglese del settore snack e patatine.

Anche l'ex pilota di F1 Tarso Marques ha provato l'ebbrezza della vittoria. Il brasiliano ha conquistato un primo e un secondo posto a Imola, a bordo di una Benetton B197 con i colori originali. Un netto miglioramento rispetto alla monoposto che portò in pista proprio nel 1997, una Minardi M197 motorizzata Hart con la quale ottenne un 10° posto come miglior risultato.




Da non dimenticare anche la presenza della Forti FG03 ancora con livrea Shannon, portata in pista dal tedesco Hans Laub (due terzi posti stagionali).




Nella classifica Formula, decisamente più popolata, ha trionfato Christopher Brenier, che con una Panoz DP09B ex Superleague Formula non ha lasciato spazio ai rivali che hanno partecipato a tutto il campionato. L'italiano Salvatore De Plano, il padre di Christopher, Gilles, e il tedesco Becker sono stati gli unici nella top ten presenti a tutte le gare, con De Plano che ha conquistato tre piazzamenti a podio e la miglior posizione finale tra i piloti scesi in pista con le Dallara GP2.

In realtà i due piloti più "pericolosi" per Brenier sono stati il messicano Dorrbecker e il lussemburghese Gary Hauser. Se entrambi avessero corso in tutte le gare ci sarebbe stata senz'altro una lotta più serrata. Hauser ha vinto tutte e 4 le gare a cui ha preso parte, a bordo di una GP2, dominando sia a Hockenheim sia a Brno. Dorrbecker ha vinto le ultime tre gare della serie, ma la matematica lo aveva già condannato avendo perso i primi due appuntamenti stagionali. Il messicano, alla guida della mitica Lola B05/52 ex A1GP, è stato proclamato per altro campione Auto GP, serie anche quest'anno arenatasi nelle secche e difficilmente resuscitabile visto il minimo interesse e i costi da sostenere. Il campionato Boss GP è il luogo ideale per far correre anche queste vetture che altrimenti saranno costrette a rimanere ferme in capannone.




Riguardo agli italiani, oltre al già citato De Plano, si sono classificati nella Formula anche Armando Mangini e Emanuele Romani. Mangini è ormai un habitué della serie e anche quest'anno non ha saltato nessun appuntamento, andando a punti sovente. Romani, classe '77 nato a Colleferro, ha quest'anno approfondito la conoscenza con la serie dopo tanti anni ininterrotti di corse GT. Il debutto, anche lui con la Lola B05/52, è avvenuto a Imola con un incoraggiante 4° posto di classe.





Per chi volesse partecipare al campionato, ecco la sezione del sito Boss GP con alcune offerte. La serie non si occupa direttamente della vendita o dell'acquisto di auto o componenti, che avviene sempre in formula privata.




La classifica (tra parentesi il numero di vittorie assolute):

Open Class

Ingo Gerstl (AUT) 222 (8)
Peter Milavec (AUT) 212
Frits Van Eerd (NED) 168 (2)
Klaas Zwart (NED) 121 (1)
Hans Laub (GER) 90
Wolfgang Jaksch (GER) 80
Wolfgang Jordan (GER) 76
Bernd Herndlhofer (AUT) 60
Tarso Marques (BRA) 47 (1)

Formula Class

Christopher Brenier (FRA) 223 (3)

Luis Michael Dorrbecker (MEX) 169 (3)
Salvatore De Plano (ITA) 152
Gilles Brenier (FRA) 119
Mahaveer Raghunathan (IND) 118
Philippe Haezebrouck (FRA) 108
Gary Hauser (NED) 100 (4)
Jens Renstrup (DEN) 99
Karl-Heinz Becker (GER) 90
Henk de Boer (NED) 79
Christof Von Grunigen (SUI) 74
Walter Steding (GER) 73
Peter Gollner (SUI) 73
Chris Hoher (AUT) 72 (2)
Roy Glaser (SUI) 65

Riassunti precedenti: 2015

domenica 16 ottobre 2016

Il riassunto della stagione 2016: BTCC

E sono tre per Gordon Shedden! Il pilota scozzese ha bissato il successo del 2015 con un altro finale di stagione assolutamente da incorniciare. Questa volta il pilota della Halfords Yuasa Racing (il team il cui nome originale è Team Dynamics, titolati a portare in pista le Honda Civic semiufficiali) ha battuto la concorrenza del più giovane Sam Tordoff di soli due punti, grazie a uno splendido weekend finale a Brands Hatch. Tordoff non è riuscito a concludere nessuna delle tre corse davanti al rivale, perdendo così l'occasione di conquistare il suo primo titolo. Può comunque consolarsi con il miglior risultato di sempre in carriera, visto che fino all'anno scorso non aveva mai fatto meglio del 6° posto finale. Shedden ha poi reso onore al rivale, sostenendo che la sua guida è stata ottima per tutta la stagione nonostante il ballast assegnato dal regolamento, fattore certamente importante in una serie dove i maggiori protagonisti sono raccolti in pochi decimi.



Alla vigilia delle ultime gare a Brands Hatch, Tordoff guidava la classifica con 11 punti di vantaggio su Shedden. Ma non erano gli unici pretendenti. Anche Neal, Collard, Jackson, Jordan, Turkington e Plato avevano ancora matematiche possibilità di balzare in testa. È stato il campione 2014 Colin Turkington, con la nuova Subaru Levorg del team BMR, a fare il balzo più grande in classifica con due vittorie su tre nel saliscendi del circuito del Kent. All'ultima gara, tuttavia, a lottare erano rimasti soltanto in due, cioé Tordoff e Shedden, con Turkington imbottigliato nelle retrovie e Neal costretto a saltare la corsa per via di una concussione rimediata in gara 2. Alla fine il trionfo di Shedden è stato figlio della costanza e della speranza mai repressa, visto che sostanzialmente ha guidato la classifica solo in due occasioni su trenta gare...


Turkington e Jackson hanno condiviso il record di vittorie stagionali, ben cinque a testa. Jackson è riuscito a cogliere il terzo posto finale con la Ford Focus del team Motorbase, ma non è stata comunque una stagione da incorniciare. Infatti il compagno di squadra Andrew Jordan gli ha scippato il titolo degli indipendenti per soli tre punti, pur considerando che nella classifica assoluta il divario è stato più ampio a favore di Jackson.

Dodici piloti e otto marche diverse hanno colto almeno una vittoria durante la stagione, ma questo non è stato sufficiente a placare le polemiche di metà stagione, quando è stato contestato il sistema dell'equalizzazione (relativamente ai motori). La TOCA ha infatti da tempo messo a punto un regolamento che mette sullo stesso piano i motori a livello di potenza, ma lascia liberi i team in altre aree. Molti piloti hanno esternato opinioni negative su questo bilanciamento dei valori, ma è anche vero che in alcuni circuiti addirittura le prime venti vetture rimanevano entro il secondo di distacco nel tempo sul giro. Tra i motori infatti Honda e Ford hanno vinto sette gare, ma Subaru e BMW non sono state lontane, con 6 e 4 vittorie rispettivamente.



L'altra polemica che ha tenuto banco è stata quella sulle qualità dei piloti, soprattutto dopo il grave incidente di Snetterton che ha messo in pericolo la vita di un cameraman. In quell'occasione Mark Howard e Alex Martin si sono accusati vicendevolmente di aver provocato l'incidente, con i commissari in grado solamente di tenerli sotto osservazione. La reazione degli organizzatori non si è fatta attendere, visto che comunque è stata ripristinata la regola della squalifica per una gara per i casi più estremi. A Knockhill Ian Harrison, del Triple Eight Racing (MG) ha apertamente criticato i piloti (degli altri) per i loro "bassi standard di pilotaggio", chiamando all'azione i commissari. In realtà le minacce di squalifica sono rimaste tali nella maggioranza dei casi, in una serie dove l'arbitraggio all'inglese è appunto di casa. Mark Howard è andato vicinissimo alla sospensione a Rockingham, con conseguenze ben visibili in classifica visto che ha concluso ultimo a... meno 3 punti!




Il titolo di miglior rookie è andato ad Ashley Sutton, capace di vincere pure una gara in quel di Croft. Sutton, classe '94, aveva vinto nel 2015 la Clio Cup britannica e quest'anno ha degnamente combattuto contro il compagno di squadra Josh Cook (il precedente miglior esordiente, per altro). Sono stati in totale sette gli esordienti stagionali, con una menzione speciale per Kelvin Fletcher, classe '84 e attore e modello di professione. Il passaggio dalle fiction romantiche alle corse deve ancora essere perfezionato, visto che Kelvin non si è mai davvero avvicinato alla zona punti.



Classifica finale (primi venti - tra parentesi il numero di vittorie)
Gordon Shedden (Halfords Yuasa Racing/Honda Civic Type R) 308 (4)
Sam Tordoff (Team JCT600 with GardX/BMW 125i M Sport) 306 (2)
Mat Jackson (Motorbase Performance/Ford Focus) 292 (5)
Colin Turkington (Subaru Team BMR/Subaru Levorg GT) 289 (5)
Robert Collard (Team JCT600 with GardX BMW 125i M Sport) 278 (2)
Matt Neal (Halfords Yuasa Racing/Honda Civic Type R) 275 (3)
Jason Plato (Subaru Team BMR/Subaru Levorg GT) 256 (1)
Andrew Jordan (Motorbase Performance/Ford Focus) 255 (2)
Adam Morgan (WIX Racing/Mercedes A-Class) 241 (2)
Tom Ingram (Speedworks Motorsport/Toyota Avensis) 219 (2)
Jack Goff (Team IHG Rewards Club/BMW 125i M Sport) 193
Josh Cook (MG Racing RCIB Insurance/MG6GT) 175
Ashley Sutton (MG Racing RCIB Insurance/MG6GT) 162 (1)
Aiden Moffat (Laser Tools Racing/Mercedes A-Class) 138
Árón Smith (BKR/Volkswagen CC) 132 (1)
Rob Austin (Handy Motorsport/Toyota Avensis) 129
Jake Hill (RCIB Insurance Racing/Toyota Avensis) 83
Jeff Smith (Eurotech Racing/Honda Civic Type R) 55
Hunter Abbott (Power Maxed Racing/Chevrolet Cruze) 38
Daniel Lloyd (Eurotech Racing/Honda Civic Type R) 36

Titolo costruttori: BMW / West Surrey Racing
Titolo team: Team JCT600 with GardX (West Surrey Racing) Tordoff/Collard
Titolo indipendenti: Andrew Jordan
Titolo team indipendenti: Motorbase Performance
Jack Sears Trophy: Ashley Sutton




Riassunti delle stagioni precedenti: 2014 - 2015

venerdì 14 ottobre 2016

Sharon Is Back: Episodio 7, Le Mans

La stagione 2016 della Lotus Cup Europe si è conclusa con il decisivo ultimo round a Le Mans. Cornice di pubblico splendida (56mila spettatori nell'arco del weekend) per salutare il vincitore assoluto Tamas Vizin (ungherese, classe PRO) e rendere omaggio a tutti gli altri piloti, tra i quali la protagonista di questo diario: Sharon Scolari (#177).




Questa è stata una stagione da incorniciare, per tanti motivi. Prima di tutto va ricordato che è stato un ritorno non facile, dopo un anno di stop. La vettura non era la più veloce del lotto, nonostante le buone doti sul misto. Inoltre, c'era da scoprire un mondo totalmente inesplorato, con avversari da tutta Europa, e con tracciati blasonati. Sharon ha saputo adattarsi, aiutata dal clima amichevole del paddock e da un ottimo stato di forma, cogliendo fin da Hockenheim risultati e conferme.

Alla fine è arrivata pure la vittoria, dopo tanti secondi e terzi posti. Si può dire che Le Mans, la pista che Sharon ha sempre indicato come preferita, ha ricambiato questo sentimento. Il campionato, alla fine, l'ha vinto Chris Laroche. Ma Sharon ha la soddisfazione di aver lottato fino all'ultimo giro, in crescendo.

Settimo Round, Le Mans, 8-10 ottobre 2016.

Gara 1 - 2° posto classe Open
Gara 2 - 3° posto classe Open
Gara 3 - 1° posto classe Open

Classifica Finale Open

1° posto: Chris Laroche
2° posto: Sharon Scolari

Il contatto

«Sono arrivata a Le Mans e ho sentito subito un buon feeling. Ho siglato la pole position tra le Open, ed era la cosa giusta da fare: per avere possibilità di vincere il titolo dovevo essere sempre davanti, perché solo in quel modo la matematica mi avrebbe aiutato. Tuttavia dopo la partenza di gara 1 c'è stato un contatto davanti a me che mi ha fatto perdere un po' del vantaggio. Ho cominciato a battagliare con Laroche, con una serie di sorpassi e contro-sorpassi. È stato divertente e combattuto finché, a 3 giri dalla fine, Chris mi ha colpito all'ultima curva. Sostanzialmente mi ha buttata nella ghiaia ma non mi sono persa d'animo; ho mantenuto il controllo della macchina e ho potuto continuare. Sono ritornata sull'asfalto con 5-6 secondi di distacco, che ho recuperato immediatamente con un ritmo di due secondi al giro più veloce rispetto a Chris. Purtroppo non ho fatto in tempo a passarlo, visto che è scesa la bandiera a scacchi. In quel momento ho perso il titolo. Ero molto delusa ma alla fine ho dovuto accettare bene o male quel verdetto: c'era ancora in palio il secondo posto in classifica e in più l'obiettivo era di vincere almeno una gara».




L'illusione della pioggia

«La domenica mattina, alla vigilia di gara 2, ci siamo svegliati con la pioggia. Ho pensato che sarebbe stato molto positivo per la corsa! Abbiamo preparato la macchina con un assetto da bagnato ma... Ovviamente appena prima del nostro ingresso in pista ha smesso. I camion, che stavano correndo in pista prima di noi, hanno asciugato rapidamente la traiettoria. A quel punto non potevamo più modificare l'assetto. È stato un vero peccato: la macchina era instabile, non potevo scegliere le traiettorie giuste e in generale non mi sentivo a mio agio con le regolazioni. Sono comunque riuscita ad arrivare terza, una buona posizione in ottica secondo posto finale».

La vittoria, finalmente

«Le Mans è sempre stato il mio sogno, quindi già entrando in circuito mi ero sentita alla grande. Ma il fatto di poter conquistare questa vittoria proprio qua mi ha dato una soddisfazione immensa. All'inizio della corsa c'è stato il tappo delle V6, sempre più lente di noi in partenza. Poi c'è stata una fase centrale con qualche duello e infine la parte finale, nella quale ho dato il 200% per passare per prima sotto il traguardo. All'ultima curva non capivo più niente, tra le urla di felicità in radio e la mia emozione. Mi sono commossa, sia per la vittoria in sé sia perché in questo modo ho potuto scaricare tutta la tensione di un intero campionato».




I saluti

«Purtroppo non ho potuto visitare molto del circuito: il tempo è sempre tiranno. Sono riuscita a fare qualche foto sulle tribune e al villaggio, ma niente di più. Ho passato però delle belle giornate e serate con gli amici del paddock. Salutarli è stato direi il momento più triste dell'anno; alla fine abbiamo fatto, io e tutto il nostro piccolo team, una lunga serie di bellissime amicizie. Ci terremo in contatto sicuramente, ma sarà un lungo inverno senza certi personaggi!».

L'indipendenza

«Due anni fa nella Lotus Cup Italia correvo con mio papà (Fabrizio, ndb). Quest'anno ho guidato solamente io la macchina, sapientemente preparata ai box, imparando a ogni weekend qualcosa di prezioso per il presente e per il futuro. Sono diventata consapevole dei miei mezzi e ne sono felice. Il risultato, in ogni caso, è derivato da un grande lavoro di squadra».


Con Martin Donnelly


Il futuro

«Più che dire che ci stiamo lavorando non posso, com'è normale nell'ambiente del motorsport. Questa stagione però mi ha dato i risultati che speravo e ho conosciuto tante persone che potrebbero essere importanti per quello che succederà in futuro».



venerdì 7 ottobre 2016

Il riassunto della stagione 2016: Mitjet Italian Series

L'anno scorso, nel riassunto della stagione 2015 della Mitjet Italian Series, scrivevo che la serie avrebbe dovuto fare un piccolo salto di qualità a livello di partecipazione per poter ambire ad alti obiettivi. La stagione 2016 è invece semplicemente stata una conferma della bontà e dei limiti che questo progetto, nato in Francia, ha mostrato sul territorio italiano.




La mia personale quota d'apprezzamento delle 20 unità a weekend non è stata raggiunta, e talvolta non si sono superate nemmeno le 15 vetture in pista. Tuttavia è ancora evidente come questa sia una serie piena di potenzialità, abbordabile economicamente e con piloti forti da affrontare. La riprova è il confronto avuto nella tappa unica detta campionato europeo svolta dopo la conclusione nel campionato italiano. I nostri non hanno sfigurato (anzi) di fronte ai "fondatori" francesi della categoria, con la vittoria finale di Davide Di Benedetto.


I piloti della Mitjet non si risparmiano di certo!

Proprio Di Benedetto, insieme a Cosimo Papi, ha vinto la classifica generale della stagione italiana, abbondantemente davanti (in termini di punti) agli inseguitori Benedetti-Marcucci, Massimo-Zucchi, Neri-Pizzola. Gli equipaggi testé citati sono gli unici ad aver presenziato ad almeno 5 appuntamenti sui 6 programmati in calendario, mentre il resto dei classificati ha raccolto meno per via della girandola di cambi pilota avvenuti per tutta la stagione.




Decisamente più facili da leggere le classifiche dedicate ai piloti A e B. Nella A Cosimo Papi ha battuto di soli 8 punti Filippo Bellini, pur non avendo mai collezionato mai uno zero in classifica. Papi ha infatti concluso tutte le 12 gare, con due vittorie all'attivo (tra le quali l'ultima a Vallelunga, per altro decisiva). Numerosi i vincitori di tappa, oltre a Papi: Francesco Malvestiti ha conquistato 3 successi, Mauro Guastamacchia 2 (entrambi a Monza), mentre per Bellini, Roberto Benedetti, Vittorio Zadotti, Alberto Massimo, Fabrizio Ongaretto è arrivata una singola vittoria. Sono stati dieci i piloti a gareggiare in almeno cinque weekend, mentre gli altri 14 classificati hanno corso parzialmente o solamente una tantum. Da citare l'ottima stagione di Benedetti e Zadotti, quattro volte sul podio.

Cosimo Papi

Cosimo Papi è nato il 25 settembre del 1999, e in quanto giovanissimo ha certamente stupito in questa stagione, non senza pagare lo scotto dell'inesperienza. Infatti nel primo weekend della stagione, ad Adria, Cosimo era incappato in un incidente. In seguito, grazie anche all'aiuto di Di Benedetto e della pazienza del team Costa Ovest, ha saputo gestire il campionato crescendo a ogni corsa. Il titolo è il giusto premio per un pilota che si candida ad essere uno dei migliori prospetti italiani in chiave ruote coperte per le prossime stagioni.

Classifica A (primi 16 - tra parentesi il numero delle vittorie):
Cosimo Papi (2) 913
Filippo Bellini (1) 905
Roberto Benedetti (1) 877
Vittorio Zadotti (1) 864
Alberto Massimo (1) 827
Nicola Neri 796
Luli Del Castello 732
Francesco De Luca 700
Roberto Belmonte 586
Luciano Gioia 518
Francesco Malvestiti (3) 487
Giacomo Giubergia 432
Mauro Guastamacchia (2) 426
Alessandro Zamuner 418
Leonardo Solla 385
Fabrizio Ongaretto (1) 339

Davide Di Benedetto, a differenza del compagno di team, ha potuto fruttare al meglio la sua già più vasta esperienza per portare a casa il titolo nella classifica B. Il pilota nato a Palermo, classe '83, non concludeva così in alto una classifica dai tempi della F3000 2006, quando giunse secondo dietro a Charouz. La sua stagione è da incorniciare, con un bottino di quattro vittorie, due in più del piazzato d'onore Mauro Pizzola. Questa differenza è stata decisiva, nonostante i due piloti abbiano accumulato lo stesso numero di podi stagionali.

Ottima stagione anche per i vincitori di tappa Lorenzo Marcucci (due vittorie), Matteo Gonfiantini (tre successi), mentre non è entrato nei top Alberto Cola (vittorioso sul circuito di Adria) per via del limitato programma nella serie. Peccato invece per Federico Gioia, andato due volte vicino alla vittoria sia a Rijeka sia a Monza e poi in seguito costretto a tre zeri consecutivi. Grande ritorno - per i risultati conseguiti - anche per Federico Scionti (che ho intervistato qualche settimana fa), capace di concludere sul podio entrambe le gare disputate al Mugello dopo un lungo periodo di inattività.

Classifica B (primi 12 - tra parentesi il numero delle vittorie):
Davide Di Benedetto (4) 955
Mauro Pizzola (2) 923
Lorenzo Marcucci (2) 909
Matteo Gonfiantini (3) 856
Matteo Zucchi 814
Riccardo Romagnoli 686
Michele Malucelli 686
Giovanni Altoé 607
Vicky Piria 524
Federico Gioia 497
Maurizio Ceresoli 497
Vittorio Zadotti 278

Da segnalare infine la presenza di Luli Del Castello e Vicky Piria per buona parte della stagione. Le uniche due donne della serie hanno corso a centro classifica condividendo un 4° posto come miglior risultato (la Piria in gara 2 a Misano e la Del Castello in gara 1 a Monza).


giovedì 6 ottobre 2016

Il riassunto della stagione 2016: European Hill Climb Championship

Ci sono altre parole per descrivere Simone Faggioli? Dire che è un campione è quasi riduttivo, per un pilota che in questa stagione è andato a conquistare il nono titolo europeo salite, eguagliando il record di Mauro Nesti, altro gigante della categoria. Il titolo è arrivato con una gara d'anticipo, in quel di Bistrica, in Slovenia. Faggioli ha vinto in sette occasioni (compresa la vittoria nella tappa italiana dell'Europeo, la 55° Coppa Paolino Teodori) ma si è giocato tutto proprio a Bistrica, quando ha gareggiato nella stessa categoria del secondo classificato, Christian Merli, per poter chiudere matematicamente la partita.


Simone Faggioli (foto Daniel Ferreira)

Da regolamento, Faggioli ha conquistato i punti nella categoria E2-SC, mentre Merli nella E2-SS. I due hanno corso il campionato 25 punti alla volta, avendo sempre conquistato il primo posto delle rispettive categorie nei primi 10 appuntamenti, tranne per un'occasione con Merli (2° in Slovacchia dietro a Macario). Con un semplice calcolo matematico e con la speranza di non incappare in un weekend negativo, Faggioli ha dovuto appunto battere Merli con le stesse armi del pilota di Fiave. Una lotta comunque intensa che ha premiato entrambi per lo spirito profuso. Merli alla fine ha accumulato 4 vittorie assolute e senza i due scarti (da regolamento) avrebbe conquistato addirittura più punti del rivale (che ha disertato l'ultimo appuntamento in Croazia, a giochi già conclusi).

Christian Merli

In generale è stata una bella annata per i colori italiani, soprattutto nella categoria 2. Oltre ai già citati Faggioli e Merli, altri tre tricolori hanno concluso nella top ten finale; si tratta di Paride Macario, Marco Capucci e Fulvio Giuliani, con Andrea Bormolini 11° a pochissimi punti dal ceco Los. Proprio la Repubblica Ceca è stata la nazione più rappresentata nelle zone alte di entrambe le classifiche finali, con Vladimir Vitver miglior piazzato (3° con una bellissima Audi TT-R DTM) e numerosi altri piloti costantemente presenti e veloci.


Vladimir Vitver (foto di Artur Gorski)

Ritornando alle classifiche e all'andamento della stagione, è palese come l'Italia sia stata l'assoluta protagonista nel bene e pure nell'unico neo stagionale. Parlo infatti della Rampa Internacional da Falperra, tappa portoghese del campionato che è stata disturbata dal maltempo. Statisticamente la vittoria assoluta è andata al portoghese Pedro Salvador, tra i pochi iscritti a completare la gara in condizioni pericolose tra fiumi d'acqua, fango e oli persi dalle vetture che purtroppo hanno subìto incidenti (come quella di Andrea Bormolini, ad esempio). Tuttavia in una situazione di gara normale il portoghese non avrebbe probabilmente dato del filo da torcere a Faggioli & company, alla luce anche dei tempi nelle prove. I piloti iscritti al CEM hanno abbandonato il campo, preferendo non rischiare; comprensibile decisione che tuttavia non ha mancato di sollevare polemiche soprattutto con la FIA, che non ha fatto in questo caso una gran figura insistendo nel proclamare l'agibilità del percorso quando in realtà così non era. A proposito: questa stagione sarà da registrare come una delle più... piovose, visto che in numerose occasioni le nuvole hanno aggiunto "pepe" alle competizioni.

Dal punto di vista delle presenze, i protagonisti veri dell'European Hill Climb Championship non sono tantissimi; il campionato vive ancora molto di iscrizioni una tantum e i piloti che costruiscono un programma per correre tutta la stagione a zonzo per le montagne e per le colline europee sono rari. La serie ha comunque un potenziale altissimo, un potenziale che solamente la FIA può concretizzare, proponendo incentivi (discorso costi) e lavorando sull'immagine dei piloti e sugli sponsor (discorso promozione). Senza dimenticare che in questo caso c'è una bella fetta di pubblico europeo che non ha una tradizione pistaiola (nazioni come Serbia, Slovenia, Croazia, Polonia) ma che piuttosto possiede una passione genuina per il caleidoscopio di categorie che vanno dalle salite ai rally; perché non sfruttare questa opportunità?

E a proposito di Serbia, Nikola Miljkovic è diventato il nuovo campione della Categoria 1, a bordo della sua Lancer Evo 9. Nikola, appassionato di corse grazie al padre - anch'esso pilota, ha 21 anni e ha già una grande esperienza nelle corse in salita. Ha mancato l'esordio in pista nell'ETCC per un soffio, ma non ci sono più rimpianti visto il titolo conquistato in questa stagione. L'età e la velocità mostrati lo mettono in prima fila per un futuro luminoso nel panorama salite e non solo. Pure lui, come Faggioli, ha vinto con soli 7 punti di vantaggio; al secondo posto è giunto l'austriaco Schweiger, mentre sul gradino più basso del podio si è classificato il nostro Antonio Migliuolo.


Nikola Miljkovic


Classifica cat.2 (primi dieci, tra parentesi il numero di vittorie assolute):
Simone Faggioli (ITA, Norma M20 FC) 250 (7)
Christian Merli (ITA, Osella FA 30) 243 (4)
Vladimir Vitver (CZE, Audi TT-R DTM) 199
Paride Macario (ITA, Osella FA 30) 173
Dan Michl (CZE, Lotus Elise) 159
Marco Capucci (ITA, Osella PA 21) 131
Christian Bouvier (FRA, Wolf GB 08) 126
Fabien Bouduban (SUI, Norma M20 FC) 123
Fulvio Giuliani (ITA, Lancia Delta Evo) 118
Jiri Los (CZE, Mitsubishi Lancer) 117

Classifica cat.1 (primi dieci):
Nikola Miljkovic (SRB, Mitsubishi Lancer Evo 9) 236
Christian Schweiger (AUT, Mitsubishi Lancer Evo 8) 229
Antonio Migliuolo (ITA, Mitsubishi Lancer Evo 9) 183
Lukas Vojacek (CZE, Mitsubishi Lancer Evo 8) 169
"Tessitore" (AUT, Porsche 997 Cup) 163.5
Tomas Vavrinec (CZE, Mitsubishi Lancer Evo 9) 150
Martin Jerman (CZE, Lamborghini Gallardo) 135
Jaromir Maly (CZE, Mitsubishi Lancer Evo 8) 129
Tonino Cossu (ITA, Honda Civic Type R) 79
Nicolas Werver (FRA, Porsche 997 Cup S) 75