sabato 27 giugno 2015

La Formula E approderà a Lugano!

La Formula E sta concludendo la sua prima stagione con un bilancio positivo in termini di visibilità e competizione. Non è stata un'annata fortunata per i colori italiani, con Trulli, Cerruti e Liuzzi spesso fuori dai punti (anche se Trulli è stato in grado di firmare una pole position).

Eppure, sembra che presto la Formula E sarà più vicina a noi.

Chiariamo: l'Italia non avrà una tappa nel prossimo futuro. Tuttavia potremo accontentarci di un luogo vicino ai nostri confini: Lugano. La città ticinese ha siglato un accordo esclusivo con Alejandro Agag, patron della serie, per candidarsi a organizzare la corsa già nel 2016.

Alejandro Agag e il sindaco di Lugano Borradori firmano l'accordo

La concorrenza di Zurigo e Losanna non ha spaventato la candidatura di Lugano, in grado di porsi subito al centro dell'attenzione invitando dapprima Agag ad Aprile a visionare la città, e poi presenziando alle ultime gare a Londra con il primo cittadino, Marco Borradori.

L'amicizia dei dicasteri luganesi con Trulli, proprietario di un team, uno scenario geografico all'altezza e la prontezza nel buttarsi sulla proposta prima degli altri sono elementi che hanno giocato decisamente a favore della città ticinese.

Il percorso è già stato studiato, con passaggi sul lungolago e a cavallo del fiume Cassarate (dove dovrebbero posizionarsi i box e il paddock). Per il sì definitivo occorrerà comunque che la FIA approvi il tracciato e che la Confederazione Svizzera permetta (con una deroga) di scavallare il divieto per le gare di velocità in vigore fin dal 1955.


Una bozza del percorso

Per la parte economica si parla di un budget di 10 milioni di franchi da completare, con attese sponsorizzazioni provenienti sia dal Ticino sia dalle multinazionali con sede in Italia. Il Team Trulli e i vari dicasteri luganesi hanno già confermato che l'opportunità di avere la gara in città darà modo alle aziende operanti nel campo dell'energia alternativa e alle università di fare ricerca (e forse anche di creare qualche posto di lavoro in più).

La Formula E è un approdo abituale per i piloti svizzeri e anche questo fattore fa sì che la serie sia interessata a espandere la propria influenza su questo territorio. Nell'ultima tappa di Londra ne sono scesi in pista 4: Fabio Leimer, Buemi, la De Silvestro e Alex Fontana. Proprio Alex potrebbe essere la star del futuro ePrix di casa. Infatti Jarno Trulli, dopo un lunghissimo corteggiamento, è riuscito a portare Alex a bordo delle sue vetture.

Interessi che si intersecano e speranze diventate realtà. L'Italia sta a guardare, cosciente di essere la nazione della Ferrari e consapevole che il campionato elettrico non è nelle corde degli amanti del Cavallino.

domenica 14 giugno 2015

Hulkenberg: il coltello nelle piaghe della F1

La vittoria della Porsche a Le Mans non è un fatto banale, cominciamo con questa verità. Il progetto endurance ha già dato i suoi frutti già al secondo anno, con una doppietta ottenuta (sulle Audi) in modo perentorio ma abbondantemente sudata in un confronto ravvicinatissimo.



L'altra notizia molto importante sfornata dalla 24 Ore è relativa all'equipaggio vincitore. Nick Tandy, Earl Bamber e Nico Hulkenberg hanno corso una gara impeccabile dal primo all'ultimo giro, impressionando gli addetti ai lavori.

Nick Tandy era l'unico dei tre ad aver già partecipato alla gara francese: due prestazioni (dal punto di vista dei risultati) non memorabili a bordo di vetture GT. Sia per lui, sia per il neozelandese Earl Bamber, questo è sicuramente il miglior risultato in carriera.



E lo è anche per Nico Hulkenberg. La sua vittoria è la più splendente dimostrazione di quanto il mondo della F1 sia talvolta sopravvalutato in quanto a meritocrazia. Molti, nell'ambiente, saranno felici di una prestazione che rende giustizia al suo talento; altri storceranno il naso copiosamente.



Mediaticamente, e lo scrivo soprattutto per quelli che il motorsport lo seguono con costanza, la giornata di oggi è funerea per i vertici della F1. Da mesi la serie è sotto attacco per le ragioni più disparate: i costi crescenti, i team in crisi, la troppa politica, la mancanza di ricambio nelle classifiche, le gare troppo ingessate... La F1 è sempre la F1, ma di fronte a una 24 Ore come quella di quest'anno non si può che rimanere scioccati: una lotta pazzesca dal primo all'ultimo minuto, raccontata usando quei toni epici che il glamour del Circus non riesce attualmente a sostenere. 

La vittoria di Hulkenberg darà quindi un ulteriore scossone (in negativo) a un campionato che sta facendo fatica a rimanere nel cuore dei giovani appassionati.

Pensiamoci bene: un pilota dal talento cristallino, vittorioso in quasi tutte le categorie minori nelle quali ha corso, arriva in F1 e si installa a metà classifica. Una metà classifica raggiunta portando a punti auto non eccezionali e costruita battendo spessissimo i propri compagni di team. Una metà classifica mantenuta a suon di gran rifiuti, soprattutto dalla Ferrari - team che non ha mai avuto il coraggio di dargli un sedile nonostante i tanti abboccamenti. Insomma, un grande incompiuto. Eppure, con la vittoria assoluta a Le Mans, entra nella storia alla sua prima partecipazione a una gara di 24 Ore sfoderando una grinta e una precisione degne del miglior Kristensen.

Pensiamoci bene, sì. Ricordando che la F1 non è - ultimamente - il campionato dove viene maggiormente premiato il talento. Anche se Hulkenberg non porta comunque sponsor alla Force India, suo team attuale, la sua presenza sulla griglia non conta molto di più di quella di Ericsson. Ed è un peccato.



Nico dovrebbe presto telefonare ad Arrivabene e dirgli "Sai, se Raikkonen non ti sta bene, io ho appena vinto una 24 Ore di Le Mans". Ma ho l'impressione che neanche un trofeo del genere potrebbe smuovere un posto in un top team in F1. E allora perché non abbandonarla, questa F1 spocchiosa e irriconoscente? Abbandonala, Nico, verso altre 24 Ore, o magari verso la 500 Miglia di Indianapolis.