mercoledì 2 dicembre 2015

Il riassunto della stagione 2015: GP2

La GP2 ha avuto un solo dominatore, in questo 2015. Si tratta di un pilota trasformato in un rullo compressore che ha raccolto un impressionante filotto di 21 piazzamenti a punti su 21 gare, che ha vinto in 7 occasioni e che è salito sul podio altre 9 volte. E così facendo ha stracciato tutti i precedenti record della serie.



Il suo nome è Stoffel Vandoorne, e il suo destino è legato alla Mclaren-Honda, un team nel quale è già test driver e dove probabilmente esordirà come titolare fra non molto tempo. Il belga classe 1992 non sarà pilota ufficiale nel 2016, ma il rischio di cadere nell'effetto Pantano è ridottissimo. Grazie alle straordinarie performance, Vandoorne ha contribuito a portare il titolo dedicato ai team alla ART Grand Prix, anche quest'anno succursale della Mclaren-Honda avendo piazzato, oltre al belga, anche il giapponese Nobuharu Matsushita (vincitore della F3 giapponese e quest'anno trionfatore nella sprint race in Ungheria).

Stoffel Vandoorne

Solo un pilota ha provato a tenergli testa. Alexander Rossi, nel frattempo anche impegnato in F1 con la Manor Marussia, ha tentato di mantenere vive le speranze di agguantare Vandoorne, ma il vantaggio del belga era già troppo grande. Il titolo è stato assegnato a Sochi, con ancora 4 gare (poi diventate 3 a causa della cancellazione della sprint race di Abu Dhabi) da correre. Rossi aveva dato prova di aver trovato un soddisfacente stato di forma, con una vittoria a Spa, a Monza e in Russia, comunque le uniche della sua stagione.

Alexander Rossi

Purtroppo non è stata una buona annata per l'unico italiano presente in griglia, cioé Raffaele Marciello. Zero vittorie, zero pole position, zero giri veloci e soltanto 4 podi, in una stagione che si prospettava molto diversa alla vigilia della prima gara in Bahrain. Le speranze di vederlo esordire in F1 si sono ridotte al lumicino, con la Sauber votata ai due attuali piloti paganti e il team Haas occupato da piloti più esperti.

Raffaele Marciello

Ottima stagione invece per Sergey Sirotkin, russo che ha mosso i primi passi nelle monoposto in Italia. Al suo debutto nella serie ha subito centrato il terzo posto finale con uno stupendo hat-trick nella feature race di Silverstone. Non era certo la prima volta per lui con delle macchine così potenti, avendo guidato a lungo in Auto GP e nella F.Renault 3.5, ma ha comunque lasciato un'ottima impressione.

A un solo punto di distanza dal podio finale si è posizionato l'indonesiano Rio Haryanto. Rio ha finalmente fatto il salto di qualità alla sua quarta stagione completa nella serie. Per lui sono arrivate tre vittorie, tutte ottenute in occasione delle sprint race. In generale, a parte i pessimi weekend a Monaco, Spa e Monza, l'indonesiano classe '93 ha sempre navigato nella top ten. Grazie allo sponsor Pertamina - la compagnia petrolifera statale indonesiana - Rio può vantare un budget sufficiente per esordire in F1, e grazie ai risultati di quest'anno non sarebbe nemmeno una brutta idea considerando che i già presenti Ericsson, Stevens e Merhi hanno conseguito in carriera risultati simili ai suoi (se non peggiori).

Rio Haryanto


Anche per Alex Lynn (ora parte dello junior team Williams dopo aver partecipato a quello Red Bull) è stato un bell'esordio, con due vittorie e il sesto posto finale in classifica. Il francese Pierre Gasly (Red Bull Junior Team) ha vissuto invece una stagione altalenante, con svariate pole position soprattutto nelle gare finali ma nessuna vittoria all'attivo.

Pierre Gasly

Per i tre team italiani presenti (Rapax, Trident e Lazarus) è stata una stagione vissuta prevalentemente nella pancia del gruppo. Rapax ha vinto con Sirotkin, mentre Trident ha fatto qualche visita al podio con Marciello. Per il team Lazarus è stata l'ultima stagione nella serie e sarà sostituita nel 2016 dalla corazzata Prema Powerteam.

In generale la GP2 ha confermato le sue peculiarità, con 15 piloti saliti sul podio sui 36 che hanno calcato le piste del campionato almeno una volta. Purtroppo la serie ha perso nel corso della stagione l'Hilmer Motorsport, team che ha cambiato la line up praticamente a ogni appuntamento, e anche altri hanno cambiato piloti creando una girandola che ritengo eccessiva e che fa riflettere. Questa serie è davvero propedeutica o è in realtà una sorta di F1-bis nella quale la compravendita di sedili è fin troppo aggressiva? Il dubbio permane, in attesa di un 2016 più combattuto nelle posizioni di vertice.

Ecco la classifica finale (tra parentesi il numero di vittorie):
Stoffel Vandoorne (BEL – ART) 341.5 (7)
Alexander Rossi (USA - Racing Engineering) 181.5 (3)
Sergey Sirotkin (RUS - Rapax) 139 (1)
Rio Haryanto (INA - Campos) 138 (3)
Mitch Evans (NZL - Russian Time) 135 (2)
Alex Lynn (GBR - DAMS) 110 (2)
Raffaele Marciello (ITA - Trident) 110
Pierre Gasly (FRA - DAMS) 110
Nobuharu Matsushita (JAP - ART) 68.5 (1)
Richie Stanaway (NZL - Status) 60 (2)
Arthur Pic (FRA - Campos) 60
Jordan King (GBR - Racing Engineering) 60
Artem Markelov (RUS - Russian Time) 48
Julián Leal (COL - Carlin) 38
Sergio Canamasas (SPA - MP Motorsport/Lazarus/Hilmer) 27
Nathanaël Berthon (FRA - Lazarus) 27
Robert Visoiu (ROM - Rapax) 20
Norman Nato (FRA - Arden) 20
Nick Yelloly (GBR - Hilmer) 19
André Negrão (BRA - Arden) 5
Oliver Rowland (GBR - MP Motorsport/Status) 3
René Binder (AUT - Trident/MP Motorsport) 2
Daniël de Jong (NED - MP Motorsport/Trident) 1
Dean Stoneman (GBR - Carlin) 1
Gustav Malja (SWE - Trident/Rapax) 1

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