mercoledì 7 ottobre 2015

Il riassunto della stagione 2015: Indycar Series

Sarebbe stata una stagione da incorniciare, non fosse accaduto. Sarebbe stata una stagione indimenticabile in positivo, ma è rimasto l'amaro in bocca. La morte di Justin Wilson, per un assurdo incidente a Pocono (penultima gara della stagione) ha sconvolto la comunità della Indycar e dell'intero universo del motorsport.

Una foto pubblicata da IndyCar Series (@indycar) in data:
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Con tremendo rispetto per lui e anche per chi ha corso e lottato in questo campionato, vado a commentare una stagione di Indycar risoltasi all'ultima gara e con tanti vincitori differenti (ben 9!). Un equilibrio davvero interessante che ha scombussolato spesso le convinzioni degli esperti.



Scott Dixon ha vinto il suo quarto titolo nella serie sfruttando al massimo l'opportunità, concessa dal regolamento, di racimolare il doppio punteggio nell'ultima gara in campionato, disputata a Sonoma. Il neozelandese era arrivato a giocarsi il titolo insieme a Montoya, Power (entrambi del team Penske), al redivivo Graham Rahal, Castroneves e Newgarden. Montoya era in testa alla classifica, Rahal 2°, Dixon 3° e Power 4°, mentre Castroneves e Newgarden erano più indietro, con poche probabilità di successo.

A Sonoma solamente Dixon riuscì a tirare fuori il meglio dalla propria vettura, vincendo alla grande la gara. Le speranze di Montoya naufragarono nel momento in cui speronò inavvertitamente il compagno di squadra Power. Finiti nelle retrovie, i due si lanciarono in una rimonta rivelatasi impossibile da completare. Da dimenticare anche la gara di Rahal, tamponato da Bourdais mentre cercava di recuperare terreno.

Fondamentale anche la strategia in casa Ganassi. Montoya avrebbe conquistato il titolo se fosse arrivato 5° a Sonoma, anziché 6°. A precederlo ben due compagni di squadra di Dixon, cioè Kanaan e Kimball. Con questa vittoria finale Dixon conferma un'impressionante statistica: è dal 2007 che il neozelandese arriva nei primi tre alla fine del campionato. Inoltre, con le sue tre vittorie stagionali, raggiunge la ragguardevole quota di 37 vittorie nella serie, conquistate dal 2003 a oggi con un solo anno di digiuno (il 2004).

Scott Dixon

Inutile dire che la delusione di Montoya è stata cocente. Il colombiano avrebbe certamente meritato il titolo, perché la sua stagione è stata consistente dall'inizio alla fine. Se non ci fosse stato lo stop in Iowa Juan Pablo sarebbe arrivato a Sonoma con un vantaggio maggiore, potendo affrontare la gara con meno tensione; la sconfitta nel campionato è tutta in questo dato. Tuttavia non è certo una stagione da buttare per lui: la sua seconda vittoria alla 500 Miglia di Indianapolis è stata emozionante, conquistata con il suo stile da attaccante nato.

Oltre a lui, anche Graham Rahal (insieme al team Rahal Letterman Lanigan Racing) è finalmente arrivato a competere stabilmente per le posizioni di vertice. Il figlio di Bobby non aveva mai davvero convinto negli ultimi anni, ma grazie a una maggiore fiducia nei propri mezzi (ed evidentemente galvanizzato dai risultati) ha decisamente rilanciato la propria carriera.

Il colombiano Gabby Chaves (Bryan Herta Autosport) ha conquistato il titolo di Rookie of the Year, nonostante abbia vissuto una stagione senza particolari acuti. A differenza del più esplosivo e propositivo Sage Karam, per altro criticato aspramente dai colleghi per alcune manovre poco ortodosse in pista, Gabby ha lavorato sodo nelle retrovie puntando sulla costanza di rendimento. Dovesse essere confermato nella serie anche per il 2016 il colombiano dovrà fare il salto di qualità, con tanti arrivi in top 5 e in top 10. Ho chiesto a Gabby se sia soddisfatto della sua stagione, e questa è stata la sua risposta: "Penso che non abbiamo raggiunto i risultati a portata del nostro potenziale. Avremmo potuto essere almeno un paio di volte nella top 5, senza contare che avremmo potuto vincere a Pocono senza il guasto al motore, a 3 giri dalla fine, che ci ha privato della momentanea leadership della gara. In ogni caso da inizio stagione i progressi sono stati evidenti e ne sono felice".

Gabby Chaves

Sebastien Bourdais (KV Racing) ha messo il suo sigillo su due gare del campionato, una delle quali a Milwaukee. Corsi e ricorsi storici: proprio Bourdais aveva conquistato sul Milwaukee Mile, nel 2006, l'ultima gara su ovale della defunta serie Champ Car.

Alla Indycar è mancata la presenza gioviale e competitiva di James Hinchcliffe. Nonostante sia stato rimpiazzato discretamente il suo posto in Schmidt (con Daly e Briscoe per la precisione), è stato un vero peccato non poter vedere il canadese per tutta la stagione, soprattutto vista la gara conquistata al NOLA Motorsport Park. Il suo infortunio a Indianapolis - raccapricciante, con una sospensione che lo ha trafitto agli arti inferiori - è arrivato purtroppo in un momento di forte crescita. La speranza è che possa tornare a correre agli stessi livelli raggiunti prima dell'incidente, se non meglio.



Sono stati due gli italiani a partecipare al campionato. Mentre Francesco Dracone (Dale Coyne), in quanto rookie, ha pagato lo scotto dell'inesperienza, Luca Filippi (CFH Racing) ha ampiamente dimostrato di meritare un posto nella categoria. Il suo secondo posto a Toronto, dietro al compagno di team Josef Newgarden, è stato il punto più alto di una stagione corsa a cavallo della top ten. Peccato per le ultime due gare, dove il potenziale è rimasto del tutto inespresso.

Luca Filippi

Con 19 piloti finiti sul podio nel corso della stagione la Indycar conferma la sua natura. Un campionato quasi monomarca nel quale la supremazia tecnica dei team più grandi (Penske, Ganassi e Andretti) non pregiudica le opportunità per realtà minori o che schierano solo una vettura (come Rahal, CFH, KV, AJ Foyt e Schmidt). Per quanto riguarda i motori la sfida si è chiusa a favore della Chevrolet, con dieci vittorie contro le sei di Honda.


La classifica finale 2015 (tra parentesi le vittorie; in corsivo i rookie):

Scott Dixon (NZL - Ganassi) 556 (3)
Juan P. Montoya (COL - Penske) 556 (1 + Indy 500)
Will Power (AUS - Penske) 493 (1)
Graham Rahal (USA - Rahal) 490 (2)
Hélio Castroneves (BRA - Penske) 453
Ryan Hunter-Reay (USA - Andretti) 435 (2)
Josef Newgarden (USA - CFH)  431 (2)
Tony Kanaan (BRA - Ganassi)  431
Marco Andretti  (USA - Andretti) 428
Sébastien Bourdais (FRA - KV)  406 (2)
Simon Pagenaud (FRA - Penske) 384
Charlie Kimball (USA - Ganassi) 371
Carlos Muñoz (COL - Andretti) 349 (1)
Takuma Sato (JAP - AJ Foyt) 323
Gabby Chaves (COL - Bryan Herta) 281 (Rookie of the Year)
James Jakes (USA - Schmidt) 257
Jack Hawksworth (UK - AJ Foyt) 256
Ryan Briscoe (AUS - Schmidt) 205
Stefano Coletti (MON - KV) 203
Sage Karam (USA - Ganassi) 197
Luca Filippi (ITA - CFH) 182
Tristan Vautier (FRA - Dale Coyne) 175
James Hinchcliffe (CAN - Schmidt) 129 (1)
Justin Wilson (UK - Andretti) 108
Sebastián Saavedra (COL - Ganassi) 95
Rodolfo Gonzalez (VEN - Dale Coyne) 94
Ed Carpenter (USA - CFH) 88
Conor Daly (USA - Dale Coyne) 81
Pippa Mann (USA - Dale Coyne) 76
Simona De Silvestro (SUI - Andretti) 66
J. R. Hildebrand (USA - CFH) 57
Oriol Servià (SPA - Andretti) 46
Mikhail Aleshin (RUS - Schmidt) 40
Francesco Dracone (ITA - Dale Coyne) 38
Townsend Bell (USA - Dreyer & Reinbold) 32
Carlos Huertas (COL - Dale Coyne) 31
Alex Tagliani (CAN - AJ Foyt) 27
James Davison (AUS - Dale Coyne) 10
Bryan Clauson (USA - Jonathan Byrd's) 10

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