sabato 10 ottobre 2015

Il riassunto della stagione 2015: Indy Lights

La Indy Lights stenta a decollare. Nonostante le grandi potenzialità del campionato, in sostanza una sorta di GP2 all'americana, le griglie di partenza continuano ad essere desolatamente mezze vuote. Per trovare un parco partenti appena sufficiente bisogna andare al 2010, quando erano stabilmente presenti almeno 16-17 vetture a ogni appuntamento in calendario.



I numeri non mentono: con un massimo di 13 vetture e un minimo di 11 lo spettacolo ne risente enormemente. Nonostante le cifre risibili, c'è un trend impercettibilmente positivo rispetto ad esempio a due anni fa, quando in certe gare non si arrivava nemmeno alla doppia cifra. Dallara ha introdotto in questa stagione un nuovo chassis e ciò potrebbe aver contribuito - solo il futuro lo dirà - a un maggior interesse a lungo termine per la Indy Lights. L'ingresso del team britannico Carlin è stato certamente positivo e ha reso il campionato meno USA-centrico. Tuttavia, sembra che nemmeno i premi finali riescano ad attrarre più competitor: va ricordato che quest'anno il vincitore Spencer Pigot ha vinto un assegno da un milione di dollari... Evidentemente la serie costa più di quanto possa sembrare (...come detto, è una sorta di GP2 anche in questo), e anche molti piloti europei non possono accedervi per via della cronica insufficienza di budget.



Purtroppo tutto questo mette un poco in ombra quanto di buono c'è nella serie. Prima di tutto il livello dei partecipanti è ottimo, con piloti di spicco e pronti a fare il grande salto. Come Spencer Pigot: il californiano bissa il successo del 2014 in Pro Mazda con una stagione ricca di successi (ben 6) anche condita con alcuni colpi a vuoto. Infatti il britannico Jack Harvey ha concluso in seconda posizione a poca distanza, nonostante abbia colto solo due vittorie nelle 16 gare disputate, perdendo il titolo proprio nelle due gare finali a Laguna Seca.


Spencer Pigot

Harvey ha comunque conquistato l'importante gara sul catino di Indianapolis, confermando la sua bravura anche sugli ovali. Forse gli resterà un po' di amaro in bocca per il secondo posto in campionato consecutivo perso sul filo di lana, ma la sua velocità non si discute.

Ci sono stati altri due ragazzi che, per motivi diversi, hanno impressionato rimanendo in lizza per il campionato fino alla fine. Ed Jones aveva vinto trionfalmente le prime tre gare del campionato, ma successivamente non è riuscito a ripetersi, mentre il super-rookie RC Enerson (classe '97, arrivato direttamente dalla US F2000 saltando la Pro Mazda) ha dimostrato ampiamente di meritare un posto nella categoria con una vittoria e tante gare consistenti. Ecco cosa mi ha detto RC a riguardo di questa stagione:

Mi aspettavo di essere nella top 5, forse non fin da subito come invece è poi accaduto. Non ho risentito del doppio salto, visto che tra la US F2000 e la Indy Lights ci sono delle similarità; di conseguenza è stata sicuramente la decisione giusta. Purtroppo la griglia non è stata per niente numerosa, ma ti posso assicurare che era formata da piloti molto competitivi, con esperti della serie, campioni di F3 e un pilota di F1... Si è visto davvero un forte gruppo di piloti tutti molto vicini tra loro. Nessuno ha mai tirato i remi in barca! Sono soddisfatto della stagione; oltre alla vittoria in gara-1 a Mid-Ohio, mi piace ricordare gara-2 a Indy: dopo una partenza che mi aveva fatto precipitare in fondo al gruppo, sono riuscito a recuperare fino alla seconda posizione. Peccato per l'incidente di Toronto, sicuramente il peggior momento dell'anno...
RC Enerson

Grande stagione anche per lo statunitense Sean Rayhall. Nonostante abbia corso solo 9 gare, il pilota della Georgia ha colto due vittorie e due secondi posti. Con RC Enerson e Kyle Kaiser forma il trio di piloti più giovani della serie, a dimostrazione che la maturità arriva sempre più in fretta nel motorsport visti i risultati da loro ottenuti.

E infine, due parole sulla vecchia conoscenza del Circus iridato, cioè Max Chilton. L'inglese ex Marussia ha coronato il suo... passo indietro nella Indy Lights con una sola vittoria, donando però al team Carlin anche l'esperienza tecnica acquisita durante gli anni in F1.



La classifica finale (tra parentesi il numero di vittorie):

Spencer Pigot (USA - Juncos) 357 (6)
Jack Harvey (GBR - Schmidt Peterson) 330 (2)
Ed Jones (UAE - Carlin) 324 (3)
RC Enerson (USA - Sam Schmidt) 295 (1)
Max Chilton (GBR - Carlin) 258 (1)
Kyle Kaiser (USA - Juncos) 237
Felix Serralles (PRI - Belardi) 225 (1)
Juan Piedrahita (MEX - Belardi) 223
Scott Anderson (USA - Schmidt Peterson) 219
Shelby Blackstock (USA - Andretti) 218
Ethan Ringel (USA - Schmidt Peterson) 197
Sean Rayhall (USA - 8Star) 188 (2)
Matt Brabham (USA - Andretti) 35
Scott Hargrove (CAN - 8Star) 34
Nelson Piquet, Jr (BRA - Carlin) 28
Heamin Choi (KOR - Schmidt Peterson) 19

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