mercoledì 13 gennaio 2016

Paolo Collivadino: l'ortopedico volante

Paolo Collivadino (nato il primo giorno di gennaio nel 1968, a Cuneo) è, come lo definisce la voce storica di Monza Luigi Vignando, l'ortopedico volante. Il suo lavoro come chirurgo ortopedico lo rende ai miei occhi un esempio di come a volte nel motorsport ci siano delle storie interessanti anche lontane dai giganteschi e accecanti riflettori dei campionati mondiali. Chissà se un giorno Paolo aggiungerà davanti al suo nome la dicitura "Dr.", come fece il Dr. Jack Miller a fine anni '90 con la sua partecipazione a tre edizioni della 500 Miglia di Indianapolis...



Nel frattempo però posso chiedergli se ci sono dei punti in comune tra la passione per l'ortopedia e quella per le corse... "Direi che prima di tutto è la forma mentale ad essere la stessa. L'approccio verso entrambe le cose ha tanti punti in comune, come la precisione, la preparazione e l'esperienza dettata dall'allenamento. Nel mio lavoro devo rimettere in sesto le persone e queste capacità sono fondamentali, e mi sento di dire che per correre servono le stesse cose. In entrambi i campi, poi, ci sono poi le innovazioni tecnologiche e nuovi materiali. In questo caso faccio un paragone... In ortopedia esistono i sistemi di navigazione, ma onestamente preferisco seguire le guide classiche per eseguire un'operazione; come del resto nel motorsport esiste la telemetria per meglio comprendere la monoposto, ma alla fine il sedere ce lo mette il pilota. Insomma, evviva la tecnologia ma senza diventarne schiavi!"

"Sognare non costa nulla", mi ricorda Paolo. Nell'ambito del motorsport questa frase è un'arma a doppio taglio, perché da un lato è proprio il sogno di correre a muovere le scelte e le carriere dei piloti; dall'altro sono le monete sonanti a trasformare i desideri in realtà da corsa. Paolo è uno di questi sognatori in cerca di un solido futuro, e per il 2016 il progetto è davvero interessante.

"Il mio obiettivo è di correre nel F2 Italian Trophy. Ci sono ancora alcune tessere mancanti, e sono già alla caccia di sponsor per poter portare in pista una Dallara F308. Credo che il campionato sia uno dei migliori come rapporto qualità/prezzo. Oltre alle varie piste italiane c'è anche la trasferta a Hockenheim, e ci saranno presenze tv costanti. Credo che nella scelta del campionato bisogna guardare alle proprie esigenze - il costo, le ore di guida, il parco partenti - e quelle dei potenziali sponsor, cioè la copertura mediatica con dirette e differite televisive".



C'è un sogno ancora più di grande portata, per Paolo. "Avrei un altro pallino - diciamo l'obiettivo finale - cioè correre a Le Mans. Sarebbe davvero il massimo. Del resto io credo che i prototipi, insieme alle monoposto, siano le vetture da corsa per eccellenza. Per quest'anno la F2 è la scelta migliore, anche se ho sondato pure la possibilità di correre coi prototipi. La F2 per altro costa la metà di una stagione nel CIT quindi per me andare lì è una scelta dettata dalla logica sia dal gusto personale".

Paolo Collivadino ha partecipato nel 2015 in Formula Junior (con un secondo posto a Monza), nella Mitjet Italian Series e nella 3 ore di Monza dell'ECC di Sergio Peroni. Insomma, su tre vetture differenti e in campionati totalmente diversi tra loro. Al di là di questo, tuttavia, sorge la solita domanda: il motorsport italiano a che punto è?
"In generale nel panorama italiano delle corse a volte vengono prese decisioni discutibili, come ad esempio la scelta dei circuiti, con piste magari non adatte a determinate formule. Io ho cominciato a frequentare l'ambiente nel 2006 e mi sembrava tutto ok, poi l'ho visto peggiorare. Magari ho le fette di salame sugli occhi, ma ho l'impressione che ci siano troppe discussioni e troppi debiti lasciati in giro. Posso dire con orgoglio che non è il mio caso. Purtroppo anche la Formula Junior, che è nel mio cuore, non naviga in buone acque visto che manca la volontà dell'ACI Milano di riprendere le sue redini per regalarle un futuro roseo".



Nel 2016 ci sarà anche uno spazio fisso per Paolo nella trasmissione televisiva Griglia di Partenza, condotta proprio dall'amico Vignando.
"Diventerò opinionista fisso dopo le presenze dello scorso anno e ciò sarà anche positivo per chi vorrà sponsorizzarmi, visto che la trasmissione è una bella vetrina con un'audience corposa. Mi trovo bene davanti alle telecamere e sarà ancora una bella esperienza nella quale conto di fare una buona impressione".

Ricordiamocelo, ancora: sognare non costa nulla. L'importante è crederci.


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