giovedì 22 settembre 2016

Il riassunto della stagione 2016: Indycar



Durante la scorsa stagione di Indycar, la prima nel team Penske, c'erano stati momenti difficili per Simon Pagenaud. La competitività era lontana e i risultati erano decisamente inferiori rispetto agli anni precedenti. Addirittura nella lotta interna al team era stato il peggior piazzato a fine campionato, senza alcun acuto di rilievo.

Quest'anno invece è stato tutto diverso per il francese. È arrivato il titolo, soprattutto grazie alle fantastiche prestazioni sui circuiti permanenti. Cinque vittorie, sette pole position, tre secondi posti e soprattutto un ritmo stupefacente e senza sbavature in parecchie occasioni. Uno stile di guida senza fronzoli (infatti Pagenaud non ha mai siglato il giro più veloce in gara nel 2016) che ha pagato, in una Indycar che è diventata più dipendente dall'aerodinamica rispetto al passato.



La serie è ancora poco prevedibile, di base: anche quest'anno ci sono stati 8 vincitori diversi e 15 piazzati a podio. Tuttavia alcune gare non sono state particolarmente entusiasmanti. In generale ci sono stati meno errori, meno cautions e pure meno sorpassi, visto che per la maggior importanza dell'aerodinamica alcuni piloti hanno lamentato perdita di carico in scia.

Le sorprese non sono comunque mancate, a partire proprio dalla 500 Miglia di Indianapolis, che ha visto il trionfo improbabile del rookie of the year Alexander Rossi, pilota della joint-venture Herta/Andretti. La sua gara è stata uno schiaffo a tutti i suoi detrattori, e nonostante qualche insipido commento visto i giro per il web - relativamente a una gara falsata e a una vittoria immeritata - Rossi ha davvero saputo prendere per mano la corsa. La gestione del carburante è stata fenomenale, calcolando che Carlos Munoz - piazza d'onore al traguardo - gli mangiava secondi a ogni curva durante l'ultimo giro. E si sono viste pure le doti velocistiche, visto che l'ex Marussia ha conquistato pure il giro più veloce della gara. Facendo le pulci alla classifica, è evidente come si sia meritato anche il titolo di debuttante dell'anno; è vero che la vittoria a Indy conta parecchio sul computo dei punti, ma Rossi ha conquistato sei piazzamenti in top ten contro i cinque di Daly e i due di Chilton.




Josef Newgarden è invece stato il pilota che ha conquistato più punti sugli ovali, forte di una vittoria in Iowa, un terzo posto a Indy e un 4° a Pocono. Questa però è solo la faccia bella della medaglia. L'altra è stata decisamente più violenta, con il terribile e pericoloso schianto in Texas, nel quale Newgarden ha rischiato seriamente la vita. Con la frattura a entrambe le mani e a una clavicola, il pilota dell'Ed Carpenter Racing è tornato a correre a tempo di record, conquistando a solo un mese di distanza dal crash la vittoria in Iowa (per altro con larghissimo vantaggio). Vista la sua competitività anche sui tracciati permanenti è evidente che il pilota è pronto per combattere stabilmente per la vittoria finale nel campionato, a patto che risolva i problemi patiti sui circuiti cittadini nei quali ha storicamente pagato pegno (salvo l'inaspettata vittoria a Toronto nel 2015).

Il team Penske è riuscito a fine anno a occupare tutto il podio finale. Oltre alla vittoria di Pagenaud, si sono piazzati in cima alle graduatorie anche Will Power e Helio Castroneves. L'australiano ha corso la parte centrale della stagione in modo entusiasmante, con 4 vittorie e 2 secondi posti da gara 2 a Detroit fino a Pocono. Peccato per il malore patito a St.Pete dopo la pole (dove fu sostituito dall'eterno Oriol Servia) e per l'incidente di Watkins Glen, due gare in cui poteva dire la sua. Castroneves, nonostante la buona stagione nel suo complesso, sta proseguendo nel digiuno di vittorie che perdura dal giugno del 2014.


Scott Dixon e James Hinchcliffe. Due vittorie stagionali per il neozelandese, la Pole a Indy per il canadese.

Il titolo di "delusione dell'anno" va probabilmente all'intero team A.J. Foyt Enterprises, con Sato 17° e Hawksworth 20° nella classifica finale (l'inglese ha concluso ultimo tra i piloti full time). I motori Honda non hanno certo aiutato la compagine - basti pensare che Chevrolet ha vinto 14 delle 16 gare disputate - ma troppo spesso le vetture bianco-rosso-blu hanno navigato nelle retrovie. Sato ha regalato a Foyt i due migliori risultati stagionali, cioè dei quinti posti a Long Beach e Toronto. Anche Chip Ganassi ha passato una stagione in sordina. Dixon, che era campione in carica, ha salvato l'onore del team con due vittorie, ma è la perdita della sponsorizzazione Target ad aver fatto maggior scalpore.

Tra gli altri spicca certamente il nome di Graham Rahal, quest'anno unica vera punta d'alta classifica per la Honda. Il figlio di Bobby ha colto una straordinaria vittoria in Texas - con il finale di gara più emozionante dell'anno - oltre che numerosi piazzamenti in top 5. Rispetto al 2015, quando rimase in lotta per il titolo, la stagione non è stata il massimo; ma Graham ha dimostrato di essere uno dei piloti più aggressivi in pista.




Per concludere, una citazione per tre piloti. Bourdais continua a dare battaglia e pure nel 2016 è arrivata una vittoria (a Detroit); Townsend Bell ha disputato una delle sue migliori Indy 500, sempre accompagnato dalla sua proverbiale coppola; Luca Filippi ha disputato cinque gare nel team Dale Coyne prima di lasciare spazio al colombiano Gabby Chaves e al rookie RC Enerson, purtroppo senza troppa fortuna.

Ho infine lasciato per ultimo, ma non nel mio animo, Bryan Clauson. Nella sua progressione verso le 200 corse annuali, Bryan aveva compiuto una grande impresa a Indy: compiere tre giri in testa alla gara. Qualche ora dopo era riuscito a fare una clamorosa double, vincendo al Kokomo Speedway la corsa delle sprint car. Purtroppo, in un'assurda notte di agosto, il sogno di Bryan si è interrotto. Ma la sua splendida voglia di correre dovrà essere per sempre di esempio a tutti i futuri piloti da corsa.





#ForeverBC


Classifica finale (tra parentesi il numero di vittorie):
Simon Pagenaud - Penske/Chevrolet 659 (5)
Will Power - Penske/Chevrolet 532 (4)
Helio Castroneves - Penske/Chevrolet 504
Josef Newgarden CFH/Chevrolet 502 (1)
Graham Rahal Rahal Letterman/Racing Honda 484 (1)
Scott Dixon Chip Ganassi Racing/Chevrolet 477 (2)
Tony Kanaan Chip Ganassi Racing/Chevrolet 461
Juan Pablo Montoya Team Penske/Chevrolet 433 (1)
Charlie Kimball Chip Ganassi Racing/Chevrolet 433
Carlos Munòz Andretti Autosport/Honda 432
Alexander Rossi Andretti Autosport/Honda 430 (1)
Ryan Hunter-Reay Andretti Autosport/Honda 428
James Hinchcliffe Schmidt Peterson Motorsports/Honda 416
Sébastien Bourdais KVSH Racing/Chevrolet 404 (1)
Mikhail Aleshin Schmidt Peterson Motorsports/Honda 347
Marco Andretti Andretti Autosport/Honda 339
Takuma Sato A. J. Foyt Enterprises/Honda 320
Conor Daly Dale Coyne/Honda 313
Max Chilton Chip Ganassi Racing/Chevrolet 267
Jack Hawksworth A. J. Foyt Enterprises/Honda 229
Spencer Pigot Rahal Letterman Racing/Honda 165
Gabby Chaves Dale Coyne/Honda 105
J.R. Hildebrand Ed Carpenter Racing/Chevrolet 84
Oriol Servia Team Penske, SPM/Chevrolet, Honda 72
Luca Filippi Dale Coyne/Honda 61
Townsend Bell Andretti Autosport/Honda 55
RC Enerson Dale Coyne/Honda 55
Ed Carpenter CFH/Chevrolet 54
Pippa Mann Dale Coyne/Honda 46
Matt Brabham Team Murray KV Racing Technology/Chevrolet 37
Alex Tagliani A. J. Foyt Enterprises/Honda 35
Sage Karam Dreyer & Reinbold Racing/Chevrolet 22
Bryan Clauson Jonathan Byrd's Racing/Honda 21
Stefan Wilson KVSH Racing/Chevrolet 14
Buddy Lazier Lazier Burns Racing/Chevrolet 12


I riassunti delle stagioni precedenti di Indycar: 2015 - 2014

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