sabato 6 febbraio 2016

Paolo Meloni: "Quest'anno si cambia!"

Paolo Meloni, dopo anni di CITE, sta per cambiare orizzonte. Ma con criterio. Sarà sempre insieme al W&D e a Massimiliano Tresoldi. Utilizzerà una macchina conosciuta, una BMW M3 E90 con specifiche Superstars. Frequenterà spesso gli stessi paddock dei campionati ACI. Quello che cambia davvero è il tipo di campionato a cui si iscriverà. Parliamo dell'Euro Series by Nova Race, serie che ospiterà GT4 e Superstars.



"In seguito alla chiusura del CITE" - dice Paolo - "abbiamo deciso di correre nell'Euro Series organizzata da Nova Race. Io e Max utilizzeremo quindi una macchina che abbiamo già e che è pronta in officina. Il campionato è molto interessante, caratterizzato anche dalle trasferte all'estero che personalmente mi mancavano. Da questo punto di vista è un cambiamento che mi piace. Non conosciamo bene i nostri avversari futuri, ma noi abbiamo l'abitudine di partire tranquilli senza mettere le mani troppo avanti. Anche gli sponsor sono soddisfatti per via della copertura televisiva garantita. Siamo pronti, insomma".

Il CITE ha chiuso i battenti nella forma in cui l'abbiamo conosciuto fino al 2015, lasciando spazio alla nuova concezione in salsa TCR delle vetture turismo. Questa classe di vettura sarà protagonista in molti campionati nel 2016, anche se la sua accessibilità non è certo gratuita. Cosa ne pensi?
"Il nuovo Campionato Italiano Turismo non è mai stato nei nostri programmi, in realtà. Con le TCR c'è un regolamento molto particolare, e con le nostre macchine non era possibile partecipare. Non avendo intenzione di aumentare i costi con l'acquisto di una nuova vettura, abbiamo lasciato perdere. Il TCR potrebbe sembrare alla portata, ma per una macchina nuova e relativi pacchetti di aggiornamento ci vogliono molti soldi. Senza l'ultimo modello, in pratica, stai a casa. Io auguro al nuovo Campionato Turismo di fare bella figura ma non sarà semplice, perché non sarà più possibile correre con una vettura normale. Spero non venga abbandonato a sé stesso".

La BMW utilizzata nel 2015 (CITE)

La serie organizzata da Nova Race correrà sia su piste italiane sia su autodromi europei (Le Castellet, Slovakia Ring e Barcellona).
"Per un po' di tempo ho corso solo sui circuiti italiani, quindi tornare a correre all'estero sarà senza dubbio interessante. Si tratta di uno stimolo nuovo e la cosa mi intriga. A Le Castellet e allo Slovakia Ring non ho mai corso, quindi posso riassaporare il gusto della novità".

Massimiliano Tresoldi ti accompagnerà anche nel nuovo campionato. Voi due formate una coppia che ha dimostrato di essere vincente...
"Con Max il rapporto è sempre ottimo. Diciamo che è una persona unica. A livello personale è squisito, ha un carattere pacato e di conseguenza non si arrabbia mai. È un pezzo di pane, come si dice dalle mie parti. Per quanto riguarda il suo rapporto con la pista l'atteggiamento cambia radicalmente. Mette l'aggressività giusta ed è un grande merito. Il nostro stile di guida è similare, quindi se l'assetto va bene a lui solitamente è buono anche per Max. Non poteva esserci un binomio migliore".

Con Massimiliano Tresoldi

Cosa ti porta a essere ancora innamorato del Motorsport?
"Sicuramente il mio motore è l'adrenalina, che senti al massimo proprio in procinto di salire sulla macchina. Infatti nelle pause tra una stagione e l'altra sento proprio la mancanza di questa sensazione. Mi manca sentire la macchina al limite, mi manca il confronto con gli avversari sia in prova sia in gara, mi manca la tensione generata dalla gara in sé".

Che campionati segui?
"Bella domanda. La F1 non la seguo, è... pietosa. In realtà mi piace davvero seguire qualche campionato propedeutico, come la GP2, l'Euro F3, la Moto 3. Sono campionati battagliati dove si possono vedere i giovani piloti per come sono, e dove il risultato non è quasi mai scontato. Nelle altre serie la presenza dei senatori mi stufa un po', mentre in quelle che ho detto c'è un bel ricambio. Tornando alla F1 mi è piaciuto solamente Max Verstappen, perché ci ha fatto vedere tanti sorpassi belli e inaspettati".

Spesso si sente parlare di un motorsport italiano troppo conflittuale, a diversi livelli e in diverse circostanze. Tu hai passato un momento difficile dopo la morte di tuo padre, Walter. In questo caso la famiglia motoristica si è fatta sentire?
"Prima di tutto ti dico che la famiglia del motorsport esiste, sì. Ancora oggi incontro persone e conoscenti che a distanza di tanti mesi mi dicono di avvertire la mancanza di una figura così. La sua presenza ai campi di gara manca e a volte non ci si rende davvero conto di questo fatto. Scendiamo in pista per combattere e a volte qualche polemica nasce, ma alla fine si tratta di un gruppo di persone che ha la stessa passione. E quando accade qualcosa che tocca l'animo delle persone nel profondo, allora rispetto e vicinanza vengono fuori".

Con il papà Walter

Hai un ricordo di tuo padre che più di tutti ti scalda l'anima e il cuore?
"Ho talmente tanti ricordi che faccio fatica a selezionarne uno. I più vicini, cronologicamente, sono legati alle tante gare corse assieme e alle vittorie che ci hanno fatto emozionare. In realtà mi è rimasto impresso un episodio in particolare. Ai tempi della Formula Renault mi era capitato di fare un brutto incidente a Vallelunga. Nelle fasi dopo la partenza ero finito addirittura a ruote all'aria, e la macchina si era distrutta. Mi aspettavo una reazione negativa da parte di mio padre, ma al ritorno ai box lui rimase tranquillo, quasi defilato. Era il segnale che io ero l'unica persona a poter governare le mie scelte e che lui sarebbe stato pronto a darmi consigli e il suo esempio, ma senza cercare di influenzarmi o costringermi a seguirlo. Ho sempre apprezzato molto questo lato della sua personalità".

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