sabato 24 gennaio 2015

Luca Demarchi, Re di Spagna



Sono pochi i piloti italiani ad aver vinto un titolo internazionale o fuori dai confini nazionali, l'anno passato. Molto pochi, purtroppo. Eppure c'è uno dei nostri che non solo ha vinto nel 2014, ma è da ben tre anni che porta regolarmente dei trofei a casa. Luca Demarchi - piemontese, classe '87 - è uno dei protagonisti assoluti del Campeonato de España de Resistencia (il CER è l'omologo spagnolo del Campionato Italiano Turismo Endurance) fin dal suo esordio datato 2011. Nel suo primo anno conclude 3° nella Divisione 2, alla guida di una Seat Ibiza del team italiano Astra. Nel 2012 vince la Divisione 2 (stesso team e stessa macchina) e il Trofeo Ibiza. Nel 2013, con il team spagnolo Monlau Competicion, arriva la vittoria in Classe 2, in aggiunta al titolo della propria divisione e alla conferma nel Trofeo Ibiza. Lo scorso anno, alla guida di una Seat Leon Supercopa, Luca ha vinto la Divisione 3 e ha conquistato un terzo posto in Classe 1, quindi avvicinandosi moltissimo ai vertici della assoluta.

Anche nel 2014, come negli anni precedenti, Luca ha corso assieme al veronese Alfredo Salerno. Una coppia affiatata fin dai tempi del concorso di selezione Astra-Autosprint del 2009, quando vinsero l'opportunità di correre una gara proprio nel CER, ad Alcaniz (sebbene fossero in due auto differenti). Proprio i buoni rapporti con Astra hanno permesso loro di proseguire con la carriera automobilistica. Meritatamente, visti i risultati.
"Io e Alfredo siamo davvero complementari. I nostri setup sono identici e anche nel ritmo gara ci pareggiamo. Abbiamo un ottimo rapporto e l'unica differenza che ci complica un po' la vita è relativa all'altezza. Io che sono più alto guido attaccato al volante, lui tutto allungato. Meglio adesso che ai tempi della Formula Renault: all'epoca, per via del mio numero di scarpe, correvo spesso il rischio che il piede si incastrasse nella scocca..."

Alfredo Salerno e Luca Demarchi (Foto: Fabio Principe)

L'ultima stagione è stata davvero speciale per Luca Demarchi. Nonostante fosse il primo anno con le Leon Supercopa, Luca ha superato le aspettative personali disputando una stagione sempre ad alti livelli.
"Pensavo che il 2014 sarebbe stato un anno di transizione, per via della macchina nuova per tutti. Siamo arrivati al primo appuntamento stagionale senza praticamente fare nessun test, ma appena scesa in pista la vettura è stata subito competitiva. Di lì a poco abbiamo capito che sarebbe stata un'ottima annata, e dalla semplice voglia di far bene siamo passati all'obbiettivo più grande: vincere le gare. A parte Valencia, dove si è rotto il sistema di idroguida rendendoci la vita durissima, siamo stati sempre competitivi. Siamo stati felici di batterci con ottimi avversari, tra i quali gli espertissimi Perez-Aicart (nel 2014 protagonista dell'International Gt Open) e Fernandez".



Essere un pilota, nel terzo millennio, è parecchio difficile. Per correre è necessario avere moooolti soldi da parte e una rete di contatti di comprovata affidabilità. Luca non ha potuto sfuggire a queste regole, anche se la scelta di "emigrare" in Spagna lo ha (a posteriori) aiutato molto. Lui stesso conferma quanto sarebbe stato difficile rimanere in un qualsiasi campionato italiano di buon livello.
"Mi sono sempre arrangiato ma sono soddisfatto perché ho corso e vinto sempre col minimo possibile. Non ho mai avuto un grosso budget, ma grazie ai premi conquistati con i risultati ottenuti ho potuto negli ultimi anni avere dei programmi a medio termine, senza dovermi preoccupare troppo. Il mio approdo in Spagna è dovuto agli ottimi rapporti che avevo con il team Astra. Dopo il passaggio nelle selezioni avevo lasciato un buon ricordo, soprattutto grazie al podio conquistato ad Alcaniz. La loro chiamata nel 2011 per un test privato è stata fondamentale perché da quel momento ho sempre corso nel CER. Sarebbe bello poter correre in Italia, ma... La realtà è che qui i budget richiesti sono paurosamente enormi. Rispetto alla situazione spagnola, per certi campionati italiani la cifra richiesta è praticamente doppia. E non è un problema solo dei team: i costi sono aumentati parecchio anche per quanto riguarda le iscrizioni e le forniture tecniche".

Luca è riuscito comunque, nonostante un budget risicato, a togliersi delle belle soddisfazioni. In passato ha avuto l'opportunità di correre anche nel VLN, il campionato tedesco che ruota attorno al vecchio Nurburgring. Un'opportunità che però si è infranta due volte prima del semaforo verde.
"Ho un conto in sospeso con il Nurburgring. La mia prima esperienza si arrestò nel venerdì prima delle qualifiche. Mentre i meccanici stavano caricando la nostra C2 sul camion, cadde una valvola del motore. Un pezzo probabilmente difettato. Il guaio è che tutto accadde a notte inoltrata, in una zona della Germania dove l'assistenza Citroen era praticamente inesistente. Non ci presentammo alle qualifiche, ovviamente. 
La seconda volta fu ancora peggio. Dovevo correre con una Porsche Cayman S. Durante le prove di qualificazione si ruppe il paraolio. Un componente che costa 10 Euro ma che richiede un lavoro lunghissimo perché va smontato tutto. Risultato? Un altro ritiro anticipato.
A parte queste sfortune, è davvero una pista incredibile. Guidare lì è impressionante, è un circuito che ti fa capire cosa vuol dire correre per davvero. Per noi piloti è una sfida, perché a differenza delle piste più recenti, non c'è margine di errore. Basta un niente e sei nell'erba o contro il rail".

La passione di Luca per il motorsport non è genetica, ma certamente arriva da molto lontano.
"Mi sono sempre piaciute le auto. Alla scuola materna guardavo fuori dalla finestra e dicevo alle maestre i nomi di tutte le macchine che vedevo. Guardavo la F1 e altre gare in televisione, ma non ero completamente consapevole di quel mondo. La passione vera è arrivata più avanti, quando ho cominciato a desiderare di correre in kart. Anche i miei genitori guardavano le gare, ma non mi hanno trasmesso loro l'interesse per i motori: preferivano senz'altro andare a fare arrampicate!"

Scopriamo cosa significa per Luca essere un pilota e far parte del mondo del motorsport.
"A me piace correre. Non è importante, per me, guidare una macchina piuttosto che un'altra. L'importante è avere un obbiettivo ben preciso da raggiungere sfruttando al massimo le proprie doti di guida. Essere pilota significa ricercare il proprio limite e sfidarlo continuamente, e significa massimizzare quello che hai in ogni condizione".

La stagione 2015 è alle porte...
"Periodo di trattative, questo. Fortunatamente ho la possibilità di scegliere tra varie possibilità. Il CER è un ottimo campionato e non mi dispiacerebbe correrci ancora. Sto comunque valutando anche altre opportunità in Spagna e in Inghilterra, in ambito GT o Turismo".


Link utili su Luca Demarchi:
Sito Web
Canale Youtube


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