Ecco perché mi sono scomodato a scriverne in passato (qui) ed ecco perché ritorno a parlarne ora, dopo la simpatica asfaltatura di parte della via di fuga della curva Parabolica, simbolo di Monza da sempre.
Effettivamente, però, Monza non è stata l'unica ad effettuare una modifica del genere. La FIA ha determinato che questa tipologia di via di fuga può drasticamente ridurre la velocità delle auto che escono di pista fuori controllo, più della ghiaia e della sabbia (dell'erba non parliamo nemmeno). C'è stata quindi una corsa all'omologazione tra i vari tracciati, per creare continuità.
Il problema è che i piloti non sono degli ottusi. Con la via di fuga in asfalto, sanno che possono anche sbagliare. Sanno di poter osare maggiormente, visto che le probabilità di uscire fuori pista diminuiscono tantissimo.
Viva la sicurezza, intendiamoci. Ma dov'è quella linea di demarcazione tra chi è in grado di tenere la macchina in pista e chi sbaglia? Prima che venisse scoperto l'uovo di Colombo, i piloti s'insabbiavano quando valutavano male la frenata, oppure quando esageravano nel tentativo di sorpassare. E, giustamente, si ritiravano. Insomma, la gara in questo modo diventava un micro-habitat darwiniano: la specie più evoluta vince e avanza nel campionato, la specie meno forte si ritira e piano piano scompare. Come Hamilton nel 2007 in Cina: con questo errore la sua corsa al Mondiale fu pesantemente compromessa:
Forse, talvolta, si potrebbe pensare ad un passo indietro... più sabbia, meno asfalto. Soprattutto in quelle curve dove si sbaglia spesso.
Quando in F1 si dice di ascoltare di più i fan sorrido: se avessero proposto questa asfaltatura a chi segue i GP, sarebbe andata come con i referendum per l'acqua... un NO secco!
No, non credo proprio abbiano voglia di ascoltarci.
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