venerdì 8 agosto 2014

In difesa della sabbia alla Parabolica

Monza è un circuito che mi sta particolarmente a cuore. Ogni anno, al venerdì, vado a gustarmi il weekend della F1; mi alzo prestissimo, cerco di evitare le code, parcheggio lontanissimo dal tracciato, mi sciroppo un po' di podismo e finalmente arrivo in tribuna. Nessuno mi schioda da lì per le successive 9 ore. Passione e incoscienza van sempre d'accordo!

Ecco perché mi sono scomodato a scriverne in passato (qui) ed ecco perché ritorno a parlarne ora, dopo la simpatica asfaltatura di parte della via di fuga della curva Parabolica, simbolo di Monza da sempre.


La SIAS ha rilasciato un comunicato che sa molto di scusa. Si dice che la FIA avrebbe richiesto espressamente quella richiesta, ai fini della sicurezza in vista del GP di F1. Ironicamente, l'autodromo di Monza andrà presto a contrattare il rinnovo con Ecclestone per ospitare ancora la gara in futuro. Il potere contrattuale della SIAS è pertanto ZERO.

Effettivamente, però, Monza non è stata l'unica ad effettuare una modifica del genere. La FIA ha determinato che questa tipologia di via di fuga può drasticamente ridurre la velocità delle auto che escono di pista fuori controllo, più della ghiaia e della sabbia (dell'erba non parliamo nemmeno). C'è stata quindi una corsa all'omologazione tra i vari tracciati, per creare continuità.

Il problema è che i piloti non sono degli ottusi. Con la via di fuga in asfalto, sanno che possono anche sbagliare. Sanno di poter osare maggiormente, visto che le probabilità di uscire fuori pista diminuiscono tantissimo.

Viva la sicurezza, intendiamoci. Ma dov'è quella linea di demarcazione tra chi è in grado di tenere la macchina in pista e chi sbaglia? Prima che venisse scoperto l'uovo di Colombo, i piloti s'insabbiavano quando valutavano male la frenata, oppure quando esageravano nel tentativo di sorpassare. E, giustamente, si ritiravano. Insomma, la gara in questo modo diventava un micro-habitat darwiniano: la specie più evoluta vince e avanza nel campionato, la specie meno forte si ritira e piano piano scompare. Come Hamilton nel 2007 in Cina: con questo errore la sua corsa al Mondiale fu pesantemente compromessa:


Quante volte abbiamo visto, negli ultimi anni, piloti freschi di categorie minori commettere errori madornali senza pagare nemmeno un decimo di secondo di ritardo da chi li precedeva? Quante volte abbiamo assistito a gare senza nessun ritiro per errore del pilota? Tante volte, troppe volte.

Forse, talvolta, si potrebbe pensare ad un passo indietro... più sabbia, meno asfalto. Soprattutto in quelle curve dove si sbaglia spesso.

Quando in F1 si dice di ascoltare di più i fan sorrido: se avessero proposto questa asfaltatura a chi segue i GP, sarebbe andata come con i referendum per l'acqua... un NO secco!

No, non credo proprio abbiano voglia di ascoltarci.

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