venerdì 14 ottobre 2016

Sharon Is Back: Episodio 7, Le Mans

La stagione 2016 della Lotus Cup Europe si è conclusa con il decisivo ultimo round a Le Mans. Cornice di pubblico splendida (56mila spettatori nell'arco del weekend) per salutare il vincitore assoluto Tamas Vizin (ungherese, classe PRO) e rendere omaggio a tutti gli altri piloti, tra i quali la protagonista di questo diario: Sharon Scolari (#177).




Questa è stata una stagione da incorniciare, per tanti motivi. Prima di tutto va ricordato che è stato un ritorno non facile, dopo un anno di stop. La vettura non era la più veloce del lotto, nonostante le buone doti sul misto. Inoltre, c'era da scoprire un mondo totalmente inesplorato, con avversari da tutta Europa, e con tracciati blasonati. Sharon ha saputo adattarsi, aiutata dal clima amichevole del paddock e da un ottimo stato di forma, cogliendo fin da Hockenheim risultati e conferme.

Alla fine è arrivata pure la vittoria, dopo tanti secondi e terzi posti. Si può dire che Le Mans, la pista che Sharon ha sempre indicato come preferita, ha ricambiato questo sentimento. Il campionato, alla fine, l'ha vinto Chris Laroche. Ma Sharon ha la soddisfazione di aver lottato fino all'ultimo giro, in crescendo.

Settimo Round, Le Mans, 8-10 ottobre 2016.

Gara 1 - 2° posto classe Open
Gara 2 - 3° posto classe Open
Gara 3 - 1° posto classe Open

Classifica Finale Open

1° posto: Chris Laroche
2° posto: Sharon Scolari

Il contatto

«Sono arrivata a Le Mans e ho sentito subito un buon feeling. Ho siglato la pole position tra le Open, ed era la cosa giusta da fare: per avere possibilità di vincere il titolo dovevo essere sempre davanti, perché solo in quel modo la matematica mi avrebbe aiutato. Tuttavia dopo la partenza di gara 1 c'è stato un contatto davanti a me che mi ha fatto perdere un po' del vantaggio. Ho cominciato a battagliare con Laroche, con una serie di sorpassi e contro-sorpassi. È stato divertente e combattuto finché, a 3 giri dalla fine, Chris mi ha colpito all'ultima curva. Sostanzialmente mi ha buttata nella ghiaia ma non mi sono persa d'animo; ho mantenuto il controllo della macchina e ho potuto continuare. Sono ritornata sull'asfalto con 5-6 secondi di distacco, che ho recuperato immediatamente con un ritmo di due secondi al giro più veloce rispetto a Chris. Purtroppo non ho fatto in tempo a passarlo, visto che è scesa la bandiera a scacchi. In quel momento ho perso il titolo. Ero molto delusa ma alla fine ho dovuto accettare bene o male quel verdetto: c'era ancora in palio il secondo posto in classifica e in più l'obiettivo era di vincere almeno una gara».




L'illusione della pioggia

«La domenica mattina, alla vigilia di gara 2, ci siamo svegliati con la pioggia. Ho pensato che sarebbe stato molto positivo per la corsa! Abbiamo preparato la macchina con un assetto da bagnato ma... Ovviamente appena prima del nostro ingresso in pista ha smesso. I camion, che stavano correndo in pista prima di noi, hanno asciugato rapidamente la traiettoria. A quel punto non potevamo più modificare l'assetto. È stato un vero peccato: la macchina era instabile, non potevo scegliere le traiettorie giuste e in generale non mi sentivo a mio agio con le regolazioni. Sono comunque riuscita ad arrivare terza, una buona posizione in ottica secondo posto finale».

La vittoria, finalmente

«Le Mans è sempre stato il mio sogno, quindi già entrando in circuito mi ero sentita alla grande. Ma il fatto di poter conquistare questa vittoria proprio qua mi ha dato una soddisfazione immensa. All'inizio della corsa c'è stato il tappo delle V6, sempre più lente di noi in partenza. Poi c'è stata una fase centrale con qualche duello e infine la parte finale, nella quale ho dato il 200% per passare per prima sotto il traguardo. All'ultima curva non capivo più niente, tra le urla di felicità in radio e la mia emozione. Mi sono commossa, sia per la vittoria in sé sia perché in questo modo ho potuto scaricare tutta la tensione di un intero campionato».




I saluti

«Purtroppo non ho potuto visitare molto del circuito: il tempo è sempre tiranno. Sono riuscita a fare qualche foto sulle tribune e al villaggio, ma niente di più. Ho passato però delle belle giornate e serate con gli amici del paddock. Salutarli è stato direi il momento più triste dell'anno; alla fine abbiamo fatto, io e tutto il nostro piccolo team, una lunga serie di bellissime amicizie. Ci terremo in contatto sicuramente, ma sarà un lungo inverno senza certi personaggi!».

L'indipendenza

«Due anni fa nella Lotus Cup Italia correvo con mio papà (Fabrizio, ndb). Quest'anno ho guidato solamente io la macchina, sapientemente preparata ai box, imparando a ogni weekend qualcosa di prezioso per il presente e per il futuro. Sono diventata consapevole dei miei mezzi e ne sono felice. Il risultato, in ogni caso, è derivato da un grande lavoro di squadra».


Con Martin Donnelly


Il futuro

«Più che dire che ci stiamo lavorando non posso, com'è normale nell'ambiente del motorsport. Questa stagione però mi ha dato i risultati che speravo e ho conosciuto tante persone che potrebbero essere importanti per quello che succederà in futuro».



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