Per l'Autodromo Nazionale.
Dal 1922 il termine Monza è un sinonimo di velocità, di corse, di motori e, dal 1950, di Formula Uno.
Il problema fondamentale del mitico circuito è la sua ubicazione: l'Italia. Terra di caos, di veleni, di guai finanziari, di gestioni consapevolmente fallimentari e di nessuna prospettiva a lungo termine.
Monza è, prima di tutto, accerchiata dallo spirito poco collaborativo degli abitanti della zona. Vedano al Lambro, Lesmo, Biassono: chi vive qui non riesce a capire l'importanza che ha la pista per l'economia, per il turismo, per il lavoro. Si lamentano continuamente del rumore (quest'anno con i nuovi motori avranno una piacevole sorpresa) e trattano l'autodromo come un capriccio, mentre in realtà si tratta di un monumento che ha contribuito ad allontanare Monza, e perchè no, anche il Parco dall'anonimato.
Foto del 1922 scattata da un dirigibile. Attorno al circuito, campi coltivati... |
Ora, dopo l'elezione a capo dell'ACI Milano di Ivan Capelli, del probabile coinvolgimento di Dell'Orto e di Stefano Domenicali, c'è una piccola speranza. La speranza di poter tenere fuori la politica e gli inciuci, con delle persone che hanno lavorato nell'automobilismo ad alti livelli.
A Monza l'unica cosa da salvare è il disegno del tracciato. Il resto è da rifare. Manca un grande museo aperto tutto l'anno, mancano dei parcheggi organizzati in maniera sensata. L'anno scorso io ho parcheggiato in una via laterale a 30 minuti a piedi dal mio posto in tribuna: non dovrebbero accadere cose del genere. Continuo: costruire almeno due tribune coperte sarebbe fantastico. Mancano i campionati oltre alla F1. Monza deve tornare il tempio della velocità per tutte le categorie: la Superbike, il Mondiale Turismo, il Mondiale Endurance... Mancano dei servizi igienici veri per i tifosi non vip, manca la manutenzione del bosco interno, manca un piano di comunicazione adeguato ad un grande circuito. Manca la cura per le strutture più banali: muri, erba, ingressi, reti.
Quando Monza non era solo F1... |
La parabolica dovrebbe essere più che un deposito di gomme. Correrci non è possibile: troppo anacronistico. Le alte arcate delle curve potrebbero diventare un percorso guidato alla storia dell'Autodromo, ad esempio.
Le idee sono tante: basta seguire l'esempio degli altri per migliorare subito. Ho come l'impressione, però, che sarà un guaio realizzare anche solo una minima parte di quanto vorrei. Nel paese dell'immobilismo, i sogni trovano la sbarra chiusa.
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