Tutti ne hanno dovuto parlare, chi a caldo, chi a vanvera, chi con qualche ragionamento sensato. L'incidente di Jules Bianchi a Suzuka è stato un terremoto nelle certezze di tutti noi.
Io ho aspettato a dire la mia. Non ero a Suzuka e francamente non ho l'autorità per giudicare seriamente ciò che è successo nella stanza dei bottoni. Ma posso valutare quello che Phillip Dabrowiecki, uno spettatore presente al Gran Premio, ha filmato, grazie a un video pubblicato online qualche ora dopo l'operazione chirurgica alla testa subita dal pilota della Marussia.
Guardandolo, ho capito una cosa: che non si può decidere di criticare l'operato del direttore di corsa, dei commissari e dei piloti in base alla gravità dell'evento.
Bianchi arriva a grande velocità nel luogo dell'impatto, di muso. La zona del rollbar si schianta contro il trattore-gru, disintegrandosi. In quel momento Jules subisce i traumi che attualmente fanno temere per la sua vita. La macchina si infila sotto al mezzo di recupero e colpisce le barriere.
Insomma, si tratta di una lunga serie di circostanze davvero al limite. La pioggia, il calar della sera, l'angolo di impatto e la velocità soprattutto.
Le polemiche sull'uso della safety car non reggono. La direzione gara ha applicato il regolamento come meglio poteva. Piuttosto, come giustamente puntualizza Cesare Fiorio, è mancato solo un dettaglio: il reale rispetto delle bandiere gialle.
Purtroppo l'eccesso di velocità in regime di bandiera gialla non è mai stato punito abbastanza, con l'abitudine radicata di rallentare molto poco. Jules ha percorso quel tratto a velocità comunque sostenuta, come tutti i suoi colleghi. Ma, diversamente dagli altri, l'esito è stato davvero cruento. Vista l'enorme quantità di mezzi per controllare velocità e uso dell'acceleratore di tutti i piloti in pista, basterebbe davvero poco per penalizzare in maniera consistente chi esagera in situazione di pericolo. La FIA non deve stravolgere nessun regolamento, quindi: va applicato quello che c'è già, oppure inasprito. Sia in casi estremi come questo, sia per i meno gravi.
Perché la bandiera gialla non è beige, mandarino o zafferano: è GIALLA. Sbaglia anche chi polemizza sul fatto che a pochi metri dalla macchina di Sutil ci fosse una bandiera verde: non è quel segnale che ha fatto perdere il controllo della macchina a Bianchi.
Il video, appena dopo la sua pubblicazione, si è moltiplicato come un virus su youtube e altrove, nel tentativo di eludere la richiesta di blocco da parte della FOM. Che, da parte sua, ha in possesso le immagini originali dell'incidente (si vede infatti il cameraman seguire la traiettoria impazzita della Marussia). In un certo senso sono d'accordo con questo riserbo, perché di immagini così non ne vorrei vedere mai più.
#forzajules
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