lunedì 5 ottobre 2015

Cronache Monzesi in un weekend senza F1

Domenica 4 ottobre 2015.

Sono a Monza per gustarmi un giorno intero di motorsport, dalla mattina alla sera, respirandone i profumi e vivendone i suoni. Nel menù ci sono Radical European Masters, International GT Open, Euroformula Open, Seat Leon Eurocup e Formula Junior. Il circuito di Monza è un ristorante che ha sempre la stessa atmosfera epica e veloce, le portate sono buone - anche se le quantità non sono abbondantissime. Eppure manca la cosa fondamentale: i commensali.

Fa sempre parecchio male arrivare a un evento in autodromo e scoprire che le tribune sono rimaste mezze vuote, che nel paddock non ci sono assembramenti attorno agli stand, che appena fuori dal circuito non ci sono cartelloni, né avvisi, né attività promozionali.

Questo è uno dei classici weekend senza F1 e senza Rally Show. Neanche il biglietto gratis - capirai, fosse stato quindici euro non sarebbe stato un furto, anzi - ha attirato il pubblico che mi aspettavo. Insisto a dire che attorno al motorsport, in Italia, c'è un problema culturale profondo. Non può esistere solo la F1, non possono esistere solo le grandi star. Ci sono team, piloti, giovani talenti che hanno bisogno di tribune colme per farsi conoscere e per dare spettacolo...

E infatti lo spettacolo c'è stato. Come nella Seat Leon Eurocup, gara combattuta a suon di sportellate. Nonostante un momento di comica, quando un mezzo di recupero si è arenato nella sabbia provocando l'ingresso della safety car e poi addirittura la sospensione della corsa con bandiera rossa, ho visto sorpassi e manovre aggressive. Se televisivamente sarà stato uno spettacolo, immaginate vederlo dal vivo. La gara è stata vinta dallo spagnolo Pol Rosell.

La Leon di Edina Bus, che si è fatta vedere aggressivamente in gara 2

La Seat vincitrice in gara 2 con Pol Rosell

L'Euroformula Open era già mitica prima ancora della partenza. Mai vista una griglia così etnicamente eterogenea! C'erano tra gli altri indiani, polacchi, italiani, spagnoli, thailandesi, un giapponese, un israeliano, un guatemalteco e Ahmad Al Ghanem, dal Kuwait. Il pilota romano del team italiano RP Motorsport Damiano Fioravanti ha ottenuto una perentoria vittoria, mentre dietro sono state innumerevoli le staccate al limite.

Musetti delle Dallara F312 usate nell'Euroformula Open


L'International GT Open ha rappresentato la nota dolente del weekend. Le poche macchine in pista hanno regalato meno emozioni del previsto, anche se i duelli non sono mancati. La concorrenza del WEC, delle serie targate Blancpain e un impoverimento generale delle classi GT a livello nazionale hanno pesato sulla griglia di questo campionato. L'Italia ha sorriso ancora con la vittoria di Raffaele Gianmaria e dell'argentino Ezequiel Perez Companc, a bordo di una Ferrari 458 Italia GT3 gestita dalla AF Corse.

Il campionato Radical European Masters e la Formula Junior hanno fatto vedere delle corse degnissime dimostrando che non è necessario spendere vagonate di milioni per dare un po' di spettacolo.

La Radical SR8 di Jeremy Ferguson e Alex Kapadia

Una Formula Junior del Team Covir

Mi piacerebbe trovare un modo, magicamente magari, per far comparire spettatori sulle tribune per applaudire i piloti e le scuderie di questi campionati. L'unica cosa che posso fare, in realtà, è scriverne e sperare che qualcuno si ravveda e che la prossima volta muova le chiappe per farsi un giro in autodromo. Non importa quale. Non importa per che campionato.

Ci arrabbiamo, discutiamo e leggiamo migliaia di articoli sulle gabole tra Ecclestone e l'autodromo di Monza, ma il legame più in discussione è quello con la base del motorsport nazionale. Le schiere di piloti senza grandi sponsor che devono faticare per trovare sedili reclamano visibilità. I gridi d'allarme si sentono da tempo, ma in superficie i soccorsi vanno a rilento.

L'anno prossimo porterò mio figlio (ora ha 3 anni) in autodromo. Chissà, forse è solo una questione di generazione.

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