martedì 24 giugno 2014

Perché il mondiale F1 2014 è uno dei più appassionanti di sempre


Con i critici della Formula Uno che vedono il dominio Mercedes come un ostacolo allo “spettacolo”, e i rassegnati che esclamano “Bèh, almeno non vince Vettel con un giro di distacco sugli altri”, la massima serie dell'automobilismo sportivo non ha attualmente un grande numero di estimatori.

C'è però una piccola verità che mi fa pensare a questa come una delle stagioni più spettacolari della storia del Mondiale. Mi riferisco alla sempre più straordinaria somiglianza con l'anno di apertura del periodo d'oro del Circus, il 1988.

Anche allora, un team dominava la scena. Era la Mclaren. Con il turbo Honda e alla guida Ayrton Senna e Alain Prost, la macchina bianco-rossa spazzava via gli avversari già dalle prime prove cronometrate, solitamente con il mago delle pole position, ovvero Senna.


In gara la situazione si equilibrava, con Prost che sfruttava la propria intelligenza tattica per tenere testa al velocissimo ma ancora irruento Senna. Le auto non erano ancora così affidabili come oggi (nonostante la fragilità delle attuali power unit) quindi i due alfieri Mclaren erano costretti qualche volta al ritiro, mettendo pepe alla lotta per il titolo.

Infatti alla penultima gara del mondiale, nella fatal Suzuka, Senna e Prost avevano entrambi le possibilità matematiche di aggiudicarsi il titolo. Che vinse Senna, compiendo sul circuito di casa della Honda una gara magistrale in rimonta.

Oggi Rosberg è Prost, mentre Hamilton è Senna. Rosberg sembra utilizzare meglio i freni ed è in grado di sfruttare in gara una grande abilità tattica. Hamilton è velocissimo sul giro secco e nonostante questo consuma meno carburante del compagno. Con queste caratteristiche complementari, in ogni gara da loro disputata e portata al termine i due sono sempre arrivati in scia l'uno all'altro, dopo duelli emotivamente intensi e talvolta anche parecchio rudi.

Lo spettacolo è già assicurato da questo incredibile equilibrio. Ora, con Hamilton costretto ad inseguire dopo lo stop rimediato in Canada e la prestazione sotto le attese in Austria, si attende una lotta davvero pazzesca. Soprattutto grazie alla gara di Abu Dhabi.

Fu molto criticata la scelta di attribuire doppio punteggio alla gara finale del campionato. Sia dagli addetti ai lavori sia dai tifosi più assidui. Proprio questa regola sta condizionando il campionato in positivo. Rosberg non può permettersi di rallentare il proprio ritmo. Per essere al sicuro deve avere un vantaggio di almeno 51 punti sul rivale all'ultima gara, e per questo motivo cerca sempre di arrivare al traguardo anche se afflitto da problemi tecnici. Ogni punto è assolutamente fondamentale, soprattutto se la lotta è in casa. Inoltre è essenziale per lui mettere sotto pressione Hamilton ponendolo in condizione di commettere (altri) errori.


Lewis, dal canto suo, è costretto a vincere ogni gara, per rosicchiare punti e riguadagnare confidenza: non può permettere a Nico di scappare ancora.

E gli altri? Come nel 1988 si prendono solo le briciole. Allora le Mclaren lasciarono solo una gara a disposizione delle altre scuderie, quella di Monza. Le Ferrari fecero doppietta con Berger e Alboreto. Quest'anno la Red Bull si è già aggiudicata un Gran Premio, e in diversi circuiti (Singapore, Ungheria ad esempio) le Mercedes potrebbero essere meno in forma.

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