Con i critici della
Formula Uno che vedono il dominio Mercedes come un ostacolo allo
“spettacolo”, e i rassegnati che esclamano “Bèh, almeno non
vince Vettel con un giro di distacco sugli altri”, la massima serie
dell'automobilismo sportivo non ha attualmente un grande numero di
estimatori.
C'è però una piccola
verità che mi fa pensare a questa come una delle stagioni più
spettacolari della storia del Mondiale. Mi riferisco alla sempre più
straordinaria somiglianza con l'anno di apertura del periodo d'oro
del Circus, il 1988.
Anche allora, un team
dominava la scena. Era la Mclaren. Con il turbo Honda e alla guida
Ayrton Senna e Alain Prost, la macchina bianco-rossa spazzava via gli
avversari già dalle prime prove cronometrate, solitamente con il
mago delle pole position, ovvero Senna.
In gara la situazione
si equilibrava, con Prost che sfruttava la propria intelligenza
tattica per tenere testa al velocissimo ma ancora irruento Senna. Le
auto non erano ancora così affidabili come oggi (nonostante la
fragilità delle attuali power unit) quindi i due alfieri Mclaren
erano costretti qualche volta al ritiro, mettendo pepe alla lotta per
il titolo.
Infatti alla penultima
gara del mondiale, nella fatal Suzuka, Senna e Prost avevano entrambi
le possibilità matematiche di aggiudicarsi il titolo. Che vinse
Senna, compiendo sul circuito di casa della Honda una gara magistrale in rimonta.
Oggi Rosberg è Prost,
mentre Hamilton è Senna. Rosberg sembra utilizzare meglio i freni ed
è in grado di sfruttare in gara una grande abilità tattica.
Hamilton è velocissimo sul giro secco e nonostante questo consuma
meno carburante del compagno. Con queste caratteristiche
complementari, in ogni gara da loro disputata e portata al termine i
due sono sempre arrivati in scia l'uno all'altro, dopo duelli
emotivamente intensi e talvolta anche parecchio rudi.
Lo spettacolo è già
assicurato da questo incredibile equilibrio. Ora, con Hamilton
costretto ad inseguire dopo lo stop rimediato in Canada e la
prestazione sotto le attese in Austria, si attende una lotta davvero
pazzesca. Soprattutto grazie alla gara di Abu Dhabi.
Fu molto criticata la
scelta di attribuire doppio punteggio alla gara finale del
campionato. Sia dagli addetti ai lavori sia dai tifosi più assidui.
Proprio questa regola sta condizionando il campionato in positivo.
Rosberg non può permettersi di rallentare il proprio ritmo. Per
essere al sicuro deve avere un vantaggio di almeno 51 punti sul
rivale all'ultima gara, e per questo motivo cerca sempre di arrivare
al traguardo anche se afflitto da problemi tecnici. Ogni punto è assolutamente fondamentale, soprattutto se la lotta è in casa. Inoltre è
essenziale per lui mettere sotto pressione Hamilton ponendolo in
condizione di commettere (altri) errori.
Lewis, dal canto suo, è
costretto a vincere ogni gara, per rosicchiare punti e riguadagnare
confidenza: non può permettere a Nico di scappare ancora.
E gli altri? Come nel 1988 si prendono solo le briciole. Allora le Mclaren lasciarono solo una gara a disposizione delle altre scuderie, quella di Monza. Le Ferrari fecero doppietta con Berger e Alboreto. Quest'anno la Red Bull si è già aggiudicata un Gran Premio, e in diversi circuiti (Singapore, Ungheria ad esempio) le Mercedes potrebbero essere meno in forma.
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