351 iscritti, purtroppo in riduzione rispetto al passato, prenderanno il via da Buenos Aires il 3 gennaio, dopo le consuete verifiche tecniche e le presentazioni ufficiali. Tuttavia il minor numero di partecipanti è compensato dall'arrivo di alcuni mostri sacri del motorsport, pronti a sfidarsi negli aspri territori dell'Argentina e della Bolivia fino al 16 del mese, ultimo giorno di gara con l'arrivo a Rosario.
Sebastian Loeb, Mikko Hirvonen e Martin Prokop, rispettivamente sotto le insegne di Peugeot, Mini e Toyota, sfideranno il campione 2014 Nasser Al-Attiyah e gli altri favoriti di default come De Villiers, Peterhansel, Sainz, Roma e Robby Gordon. Seconda volta in auto, invece, per Cyril Despres (cinque volte vincitore con le moto) e seconda edizione anche per Romain Dumas (ufficiale Porsche nel WEC).
Emiliano Spataro (attivo nel Turismo Carretera), Xavier Pons (ex WRC), Adam Malysz (fuoriclasse nel Salto con gli Sci) e i fratelli Coronel sono annoverabili tra le star internazionali al via nella categoria auto, mentre per gli italiani ci saranno Eugenio Amos (Polaris), Gianpaolo Bedin (Audi), Michele Cinotto (Polaris) e Stefano Marrini (Mitsubishi).
Marrini, classe '74 nato a Cesa (Arezzo), gentilissimo nel rispondere a qualche domanda prima della partenza per l'Argentina, ha riassunto con le giuste parole quello che sente prima di un appuntamento così importante.
Stefano Sinibaldi e Stefano Marrini |
"Ho assolutamente un unico obiettivo... Arrivare in fondo alla gara! Non sarà facile, dovessero capitare condizioni esasperate come ad esempio nella seconda tappa dell'edizione 2015. Ci furono tanti, tanti km di fesh fesh quasi insuperabile" (il fesh fesh è il termine usato per indicare la finissima sabbia che diventa come fanghiglia quando si accumula, e che fa scivolare quando è invece poggiata sulle pietre, una polvere che spesso fa incagliare i concorrenti della Dakar, ndb).
"Per me sarà la terza partecipazione qui, e insieme a Stefano Sinibaldi correremo con una Mitsubishi Pajero T2, lontana dalle prestazioni che hanno certi prototipi che ambiscono alla vittoria, dotati di un rapporto peso potenza decisamente diverso. Ma non è mia abitudine tirare fuori scuse particolari, e quindi alla luce dell'obiettivo prefissato tireremo fuori il massimo dal nostro mezzo, andando avanti di chilometro in chilometro in attesa di insidie e ostacoli da affrontare... Magari improvvisando! Sarà comunque un piacere correre nuovamente in Sud America. Il pubblico è meraviglioso, sembra quasi che la Dakar sia lo sport nazionale, e in generale è una gara molto sentita. C'è tanto seguito e le le persone sono calorosamente attratte da tutto ciò che accade dentro e fuori la corsa".
"Fisicamente sono pronto. Essenzialmente mi preparo andando in bici (Stefano è attivo nel settore ciclismo, essendo il fondatore del marchio Atakama, ndb) e negli ultimi mesi anche con esercizi da palestra, che svolgo alle 6 del mattino, prima di occuparmi dei miei impegni professionali. In ogni caso non conta molto la potenza, o l'esplosività. Piuttosto è fondamentale la capacità di resistere ore e ore sia allo sforzo derivato dalla guida sia all'elevato calore".
Tra i camion continuerà il dominio russo che perdura da tre edizioni? Airat Mardeev, l'ultimo vincitore di categoria in ordine cronologico, partirà con i favori del pronostico, ma dietro di lui Gerard De Rooy, Federico Villagra, Ales Loprais, Hans Stacey, Eduard Nikolaev, Pep Vila e Jan Lammers (sì, proprio l'ex F1) saranno pronti a dare il meglio per battere lui e i mezzi Kamaz. De Rooy, Loprais e Vila partiranno per altro con un Iveco, altro angolo d'Italia presente alla Dakar.
Iscritto nella categoria quad, il sessantenne Franco Picco (Can-Am) sarà ancora una volta al via di questa gara, con l'italo-argentino Juan Carlos Carignani, nato a Cordoba da genitori italiani, su Yamaha. I piloti arrivati a podio nel 2015, cioè il vincitore Sonik (polacco), l'argentino Gonzalez Ferioli e il boliviano Nosiglia, saranno ancora in lizza.
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